L’insonnia cronica è un problema che spesso viene sottovalutato dai medici ma che può avere un impatto negativo su tutto lo stato di salute della persone che ne soffrono. Vediamo quali sono le principali cause, i possibili rimedi, e quando questa patologia diventa una malattia invalidante.
Insonnia cronica, ne soffre una persona su 10
Insonnia cronica, al convegno che si è tenuto a Milano, con relatori che si sono confrontati sui temi dei disturbi del sonno è stata evidenziata l’importanza di individuare nuovi percorsi di cura e presa in carico dei pazienti. Questo problema infatti viene molto spesso sottovalutato dai medici di base, che non riescono ad indirizzare i pazienti nei giusti percorsi per una cura definitiva.
Invece come hanno sottolineato alcuni tra i più autorevoli esperti in materia, questa patologia ha un enorme impatto sia dal punto di vista sociale che per quanto riguarda la spesa pubblica. Proprio perchè va ad intaccare la vita dei soggetti che ne soffrono ripercuotendosi anche su lavoro e benessere psicofisico quotidiano. Secondo le statistiche aggiornate ne soffre una persona su 10.
Pertanto gli stessi medici sono da anni impegnati in appelli che si rinnovano periodicamente, per chiedere al governo di inserire l’insonnia cronica nelle malattie cosiddette invalidanti al fine di attivare un percorso veloce per curare chi ne soffre e divulgare più informazioni sulla prevenzione.
Quando diventa una malattia invalidante?
L’insonnia cronica diventa una malattia invalidante quando la durata del problema è particolarmente lunga, non risponde alle normali cure farmacologiche e deve essere quindi valutata da esperti del sonno. I sintomi infatti possono presentarsi per periodi più o meno lunghi o a intermittenza, alternando settimane durante le quali si dorme di più ad altre in cui si fa fatica ad addormentarsi o ci si sveglia troppo presto al mattino o durante la notte senza riuscire più a riaddormentarsi.
La differenza tra insonnia occasionale e cronica infatti è proprio quella di valutare la durate. Come sottolineano gli esperti, se il problema si presenta nel corso di mesi ripetutamente più volte, a partire da tre giorni a settimana, allora si può parlare di un problema cronico.
La proposta che è stata fatta al governo dall’Associazione Italiana di medicina del sonno è stata quella di inserire l’insonnia nell’elenco di malattie invalidanti per le quali devono essere attivati i Lea, livelli essenziali di assistenza. Dare maggiori tutele e accesso alle cure per i pazienti e formare con specifici corsi i medici di medicina generale sui disturbi del sonno.
Quali sono le cause principali
Le cause principali dell’insonnia cronica possono essere ricercate in fattori che provocano stress particolarmente elevato, come ad esempio cambiamenti drastici dello stile di vita. A causa di eventi come lutti, separazioni, traslochi, stress sul lavoro, e conflitti nelle relazioni. Ma può anche scaturire se si soffre di ansia non curata o da problemi di depressione. E per questo tipo di soggetti, quando si innesca il meccanismo del non riuscire a prendere sonno. E sarà sempre più difficile guarire spontaneamente.
A lungo termine si innesca un circolo vizioso e non si prende sonno perchè subentra la paura di non dormire . I disturbi del sonno possono anche avere origini da disturbi fisici, come ad esempio fastidi e dolori quando ci si sdraia a letto e che impediscono il naturale decorso del riposo. Così come l’insonnia può derivare da farmaci che presentano questo effetto collaterale. O ancora, da abitudini alimentari scorrette specialmente prima di andare a letto.
Come si cura l’insonnia cronica
L’insonnia, quando diventa cronica, provoca problemi a tutto l’organismo. Chi non riposa correttamente tende infatti a non stare bene neanche durante la giornata. A lungo termine perde concentrazione, cambia l’umore e diventa più esposto anche a malattie ed infezioni. La cura per questa patologia deve essere prescritta da uno specialista dei disturbi del sonno.
Durante la prima visita si indagherà su abitudini e stato psicofisico. Successivamente il medico individuerà la terapia migliore che può andare da quella tipica farmacologica a base di ansiolitici o ipnotici, fino ad una terapia cognitiva. Basata su una rieducazione di abitudini e correzione di atteggiamenti sbagliati.