Le elezioni presidenziali in Congo costituiscono un appuntamento fondamentale per l’Africa. Sono almeno 44 milioni le persone che andranno alle urne fino alle 17 di oggi per scegliere il prossimo presidente. Secondo la stampa locale ci sarebbe stata finora una grande affluenza alle urne.
Elezioni presidenziali in Congo: chi sono i candidati?
Sono quattro i candidati alla presidenza del Congo. Il primo è Felix Tshisekedi, candidato del partito progressista ‘Unione per la democrazia ed il processo sociale’ e attuale presidente della Repubblica congolese. Segue Moise Katumbi, imprenditore ed ex governatore della provincia del Katanga. C’è Martin Fayulu del partito ‘Impegno per la cittadinanza e lo sviluppo’ e il medico ed attivista Denis Mukwege. Sembra probabile secondo quanto riportato dalle testate locali una riconferma di Tshisekedi. Sono almeno 44 milioni i cittadini attesi alle urne fino alle 17 per votare.
Spari e disordini: il voto tra conflitti e ritardi
Non sono sicuramente giorni facili in Congo. Nel Paese si sono verificati alcuni incidenti e disordini si tra cui alcuni spari che hanno causato due feriti. A Bunia un gruppo di sfollati di guerra ha attaccato un seggio dove non era stato permesso loro votare perché il nome non compariva sulle liste. Per placare le tensioni è stato necessario anche esplodere dei colpi di arma da fuoco. Altro problema riguarda gli sfollati che in alcuni casi non sono riusciti ad andare al voto. C’è anche la grande novità del voto all’estero che ha coinvolto tanti cittadini emigrati all’estero.
Le sfide del Congo: tra strutture e sicurezza
Trasporti, strutture ma anche finanziamenti elettorali e soprattutto sicurezza. Sono solo alcuni dei più importanti problemi che lo Stato africano deve risolvere. Il vasto territorio congolese non ha dei trasporti efficienti e molte aree nono sono servite da mezzi pubblici, sono tanti gli sfollati interni e nel Nord e nell’Ovest del Paese sono in corsi conflitti per i quali è necessaria la presenza dell’Onu.
Altro problema sono i finanziamenti per la campagna elettorale che hanno gravato sullo Stato ed ammontano a circa un miliardo di dollari. Infine resta il problema delle strutture essenziali per i cittadini come gli ospedali: in molti casi i cantieri risultano lenti o fermi. Tra le ultime elezioni del 2023 c’è la Serbia che qualche giorno è andata alle urne per le elezioni parlamentari.