A più di quarant’anni dalla sua pubblicazione, “Gioca jouer” resta un brano immortale: una hit ballata da tutti (essendo l’archetipo delle danze di gruppo), cantata da tutti, soprattutto durante l’estate, nei karaoke all’aperto o nei raduni campestri. Tuttavia, pochi conoscono la storia dietro questa canzone che debuttò nel 1981 come sigla del Festival di Sanremo, il secondo condotto da Claudio Cecchetto.

“Gioca Jouer”, quanti dischi ha venduto?

“Gioca Jouer” è stato un vero e proprio tormentone negli anni ’80. In Italia ha venduto oltre 500mila copie e nel 1983 è stato fra i singoli più venduti nel Regno Unito. 

Chi ha scritto musica e testo di “Gioca Jouer”?

Tutti riconoscono in Claudio Cecchetto il creatore di “Gioca Jouer”, in realtà il dj e talent scout ha scritto soltanto il testo del brano. L’autore della musica è Claudio Simonetti.

“Gioca Jouer”, la storia

Nel Regno Unito “Gioca Jouer” fu pubblicata col titolo “Superman”, interpretata dalla band britannica dei Black Lace, già partecipanti due anni prima all’Eurovision Song Contest con “Mary Ann”, suscitando discussioni sorprendenti, poiché alcuni intellettuali e analisti giunsero a tracciare parallelismi tra il testo della versione inglese e il concetto nietzschiano dell’Übermensch (l’Oltreuomo). Ancora più sorprendente è scoprire che dietro “Gioca jouer” si celava lo stesso autore delle musiche per i film di Dario Argento: Claudio Simonetti.

Nel 1981, Claudio Simonetti, romano di nascita ma cresciuto a San Paolo, in Brasile, dove suo padre, il musicista, attore e showman Enrico Simonetti, conduceva un celebre programma televisivo, aveva già vissuto almeno due vite artistiche. La prima lo aveva visto scrivere la storia dell’horror cinematografico componendo le colonne sonore di pellicole considerate oggi dei cult del genere a livello internazionale, come “Profondo Rosso” e “Suspiria” di Dario Argento, “Patrick” di Richard Franklin, “Martin” di George Romero (in Italia noto come “Wampir”), musiche destinate a influenzare molti registi e compositori (è lo stesso Simonetti, anni dopo, a raccontare di aver incontrato a Los Angeles il grande John Carpenter, il quale gli avrebbe confessato di aver tratto ispirazione da alcune sue idee).

La seconda fase della sua carriera lo ha visto allontanarsi dai temi inquietanti, caratteristici dei suoi lavori precedenti, per esplorare le sonorità dell’Italo disco, lanciando il gruppo Easy Going (la loro “Baby I love you” divenne un successo) e la cantante triestina Vivien Vee (che con “Give me a break” raggiunse la notorietà anche al di fuori dei confini nazionali), proprio nel momento in cui il genere stava vivendo un periodo di grande espansione grazie alle produzioni dei leggendari Fratelli La Bionda.

Cecchetto e Simonetti si incontrarono durante un’edizione di Disco Ring nel 1980. L’idea di collaborare alla realizzazione di un brano arrivò dal presentatore e DJ veneto. Il compositore romano iniziò a sviluppare alcune idee musicali: un brano al ritmo di tarantella, reinterpretato in chiave elettronica, realizzato con l’ausilio di tastiere e sintetizzatori, ritenendo – con ragione – che fosse perfetto per accompagnare il testo proposto dal DJ. Un testo volutamente eccentrico: una serie di comandi, di istruzioni, destinati ad essere seguiti dai giovani nelle discoteche o durante le feste. La melodia principale, accattivante, è affidata a un sax. La canzone fu registrata negli studi 5A di Roma nel 1981, poco prima dell’avvio del Festival di Sanremo, dove diventa la sigla. Il successo fu immediato.