La Corte di Giustizia europea ha respinto un ricorso dell’imprenditore e politico russo, Roman Abramovich, contro le sanzioni imposte in seguito all’invasione russa dell’Ucraina.

La Corte UE respinge il ricorso di Roman Abramovich contro le sanzioni

Dopo l’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022, l’Unione Europea ha sanzionato gli uomini d’affari e i funzionari russi incluso Roman Abramovich. L’UE ha congelato centinaia di migliaia di dollari di beni russi. Abramovich aveva fatto un ricorso alla massima corte europea chiedendo la revoca delle sanzioni e un risarcimento di 1 milione di euro per i danni causati alla sua reputazione.

La Corte ha stabilito che le misure adottate erano giuste e non costituivano una “violazione ingiustificata e sproporzionata dei suoi diritti fondamentali” e che quindi devono continuare:

Il Consiglio non ha infatti commesso un errore di valutazione decidendo di inserire e mantenere il nome del sig. Abramovich negli elenchi in questione, alla luce del suo ruolo nel gruppo [multinazionale russa produttrice di acciaio] Evraz e, in particolare, nella sua società madre. 

Le sanzioni contro Abramovic

A marzo 2022, sono state implementate misure restrittive nei confronti di Abramovich a causa delle presunte connessioni strette con il presidente russo Vladimir Putin e del suo presunto contributo al finanziamento del fondo di guerra del Cremlino.

Dopo l’applicazione delle sanzioni, Abramovich ha ceduto la squadra di calcio Chelsea al prezzo più elevato mai registrato per la vendita di un club. A maggio 2022, il Regno Unito ha deciso di applicare sanzioni anche a Evraz, considerata di rilevanza strategica per la Russia.