Ennesimo caso di omicidio-suicidio a Rieti: ieri, 19 dicembre, un 82enne ha ucciso la moglie a martellate e si è tolto la vita sparandosi con un fucile da caccia nell’abitazione di famiglia a Sant’Elia. I loro corpi sono stati trovati dopo l’allarme lanciato da una delle figlie, preoccupata di non riuscire a mettersi in contatto con loro.

Omicidio-suicidio a Sant’Elia, Rieti: morti i due coniugi Iride Casciani e Ferdinando Petrongari

L’allarme è stato dato attorno alle 18 di ieri, 19 dicembre. Una delle due figlie della coppia, non riuscendo a raggiungere telefonicamente né il padre né la madre, aveva deciso di mettersi in contatto con uno zio che vive poco lontano, chiedendogli di andare a controllare se stessero bene.

Quando l’uomo era entrato nell’abitazione di famiglia a Sant’Elia, la terribile scoperta: i corpi di Iride Casciani, 72 anni, e di Ferdinando Petrongari, 82 anni, giacevano senza vita sul pavimento del soggiorno, a poca distanza l’uno dall’altro. A quel punto la chiamata ai carabinieri, che subito erano intervenuti per un primo sopralluogo, non potendo far altro che accertare la morte dei due coniugi.

Stando a una prima ricostruzione, si tratterebbe di un caso di omicidio-suicidio: Petrongari avrebbe prima colpito la moglie a martellate e poi si sarebbe tolto la vita sparandosi un colpo di fucile da caccia regolarmente detenuto alla testa, probabilmente diverse ore prima del ritrovamento.

Il movente è ignoto. I vicini di casa, ascoltati dai giornalisti locali, hanno dichiarato che erano “persone straordinarie”, sostenendo di non sapere cosa possa essere accaduto. Saranno gli investigatori a cercare di ricostruirlo, non lasciando nulla di intentato. Se sui cadaveri decideranno di effettuare l’autopsia non è chiaro. Le indagini sono coordinate dal pm Cristina Cambi.

Un’altra tragedia aveva già colpito la famiglia

Iride Casciani e Ferdinando Petrongari lasciano due figlie: una vive all’estero, l’altra fuori Regione. Il terzo figlio lo avevano perso a causa di un incidente stradale avvenuto sulla Rieti-Terni, ormai oltre vent’anni fa. Una tragedia che aveva colpito la famiglia, travolta ora nuovamente dai fatti.

La lunga scia di omicidi-suicidi del 2023

Quello consumatosi a Rieti è solo uno dei tanti casi di omicidio-suicidio registratisi quest’anno in Italia. Lo scorso 25 ottobre a Cuasso al Monte, in provincia di Varese, l’84enne Pierluigi Lachi ha ucciso a colpi di pistola la moglie Giuseppina Anselmino, di 80 anni, togliendosi a sua volta la vita.

Qualche giorno prima a Latiano il 32enne Mirco De Milito aveva ucciso la madre e ferito il padre, suicidandosi. Sembra che tutti e tre avessero problemi di salute. L’ipotesi di chi ha indagato sul caso è che l’uomo abbia visto nel gesto estremo la loro unica via di salvezza.

Come Martino Benzi, l’ingegnere di 66 anni che ad Alessandria a fine settembre ha sterminato la sua famiglia, uccidendo il figlio di 17 anni, la moglie e la suocera, ricoverata in una Rsa, e togliendosi la vita. Sembra che avesse contratto ingenti debiti con il fisco. A spiegare la strage, è stata, nel suo caso, una motivazione economica.

La stessa che a Roma, nel quartiere Primavalle (salito alla ribalta delle cronache per il brutale omicidio di Michelle Causo), ha portato un 59enne ad uccidere la madre, murandola all’interno di un armadio per diverse settimane, prima di dare l’allarme e costituirsi.

Si tratta di delitti che affondano le proprie radici in situazioni di difficile gestione, che colpiscono e consumano chi le vive al punto da portarle ad uccidere o ad uccidersi: malattie, debiti, rapporti familiari deteriorati che si percepiscono come irrecuperabili, problemi di natura psichiatrica.