In una società che omologa, mette a tacere, fa prevalere una unica narrazione, “vogliamo creare fermento e dibattito per far emergere le differenze e le diversità che sono opportunità di crescita”. E’ questo l’obiettivo fondante della Rivista letteraria Malacoda, organizzatrice dell’evento svoltosi ieri sera a Roma, al Teatro Porta Portese, che ha avuto come ospite il noto psichiatra e sociologo Paolo Crepet. “Con l’autofinanziamento e l’autotassazione Malacoda pubblica online articoli, intervisti e approfondimenti in libera consultazione oltre ai suoi quaderni tematici. Il nostro intento è quello di restituire valore anche con eventi gratuiti, come questo, per consentire al maggior numero di persone di partecipare”, ha detto in apertura Zaira Belfiore, membro del Direttivo di Malacoda.

Paolo Crepet al Teatro Porta Portese per Malacoda

La serata è stata l’occasione per presentare il primo volume dei quaderni di Malacoda dedicato alla fragilità, con le intervista a Massimo Cacciari e Paolo Crepet, a cura di Ginevra Amadio e Simone Oggioni, membri del Direttivo. Dopo il primo numero incentrato sulla cattiveria, il secondo numero della pubblicazione online (www.malacoda.it) ha approfondito diversi aspetti della vulnerabilità, parola-chiave della nostra epoca di crisi e allo stesso tempo quasi tabù.

In una sala stracolma, nel dialogare con l’ospite Pietro Folena, direttore editoriale della Rivista, ha esordito evocando gli anni trascorsi a Padova e la figura di Franco Basaglia, psichiatra e neurologo italiano, innovatore nel campo della salute mentale, riformatore della disciplina psichiatrica in Italia, che ha segnato la vita e la carriera di Crepet.

Hanno avuto un forte eco nello spazio del teatro dedicato a Mario Quatrucci – che nel 2015 fondò Malacoda – le parole pronunciate da Crepet nell’analizzare l’epoca in cui ci troviamo. “C’è una guerra in atto, non nel senso dei bombardamenti, che quelli purtroppo continuiamo a farli ogni giorno. Si tratta di una guerra più globale che è l’attentato alla fragilità umana per cercare di neutralizzarla”, ha sottolineato lo scrittore di successo. Sui cambiamenti più significativi e le dinamiche socio-culturali in essere, Crepet ha fatto notare come “siamo passati dalla famosa frase siate folli – risalente alla metà degli anni ’80 – all’intelligenza artificiale”, chiedendosi cosa avrebbe pensato il suo ‘padre’ Basaglia in merito a questo passaggio “che non è semplicemente progresso”.

Rivolgendosi agli studenti presenti nel pubblico – coordinati da Simone Oggioni e Ginevra Amadio membri del Direttivo di Malacoda – Crepet ha detto con slancio: “Siete giovani, bravi, arrangiatevi”. Il sociologo ha ricordato che ogni generazione ha attraversato le sue fasi contingenti di pericolosità: c’è chi ha conosciuto le guerre, il terrorismo, la disoccupazione. La pandemia del Covid-19 rientra a tutti gli effetti in uno dei tanti cicli che nella storia si sono ripetuti –alcuni in forma più dilatata – quindi non può servire da alibi, da scusa, dietro la quale nascondersi. “Ci sono grandi fermenti, c’è un ribollire, ma non tutto si va necessariamente a canalizzare nei movimenti. C’è un attivismo altrettanto importante che è individuale, più intimo, della persona”, ha proseguito l’ospite dell’evento malacodiano. Dallo scambio tra Crepet e Folena è inoltre emersa la necessità di “prendersi del tempo per pensare, per riflettere, per stare anche con i propri demoni, con le proprie fragilità”.

Come educare alla fragilità?

Particolarmente sentita la domanda rivolta da Lucrezia Montani, 22 anni, studentessa e lavoratrice di Monterotondo, che a Crepet ha chiesto come educare alla fragilità. “Imparando a vedere la fragilità. Bisogna far vedere a chi non vuol vedere e generalmente non vede, che è la maggioranza, assuefatta al senso comune”, ha risposto il sociologo. Successivamente, portando avanti la sua analisi argomentativa della società odierna, Crepet ha riconosciuto che “crediamo alle nostre bugie e ciò rappresenta una nostra profonda fragilità”, per poi insistere sulla necessità di rafforzare la “capacità a poter distinguere il vero dal falso” per invertire la rotta, facendo attenzione alla diffusione delle fake news e alla narrazione comune, quella veicolata in primis dai media.

Nel pubblico, un’insegnante ha evidenziato la “fragilità della scuola”, deplorando il fenomeno della dispersione scolastica, che è diventata “un problema serio”. Un dato di fatto condiviso da molti, con Crepet in risposta che ha affermato senza mezzi termini che “la scuola non è più divertente, non è più accattivante, anzi non è più seducente”.

Il presidente di Baobab Experience, Andrea Costa, ha evidenziato la fragilità dei migranti, in particolare dei minori e delle donne, spaesati quando arrivano in Italia, esprimendo criticità verso il sistema di accoglienza e chiedendo maggiore sensibilizzazione sul tema. Proprio ieri ricorreva la giornata internazionale per i diritti dei migranti, decretata dall’Onu nel 1990, in ricordo di una tragedia risalente al 1972. Nell’incidente di un camion sotto il tunnel del Monte Bianco, che in teoria avrebbe dovuto trasportare macchine da cucire, morirono 28 persone originarie del Mali, nascoste a bordo, che erano dirette in Francia nella speranza di un lavoro e di migliori condizioni di vita.

Il direttore del Teatro nonché autore e attore Tonino Tosto ha infine interpretato “La cantata per il lavoro”, dedicata a Paola Clemente, la 49enne bracciante agricola calabrese morta in un vigneto di Andria il 13 luglio 2015.

A chiudere l’evento è stato il presidente di Malacoda, Alberto Improda, che ha esortato tutti ad “avere un occhio più attento verso la realtà, sospendendo ogni forma di giudizio e cercando di raccogliere segnali positivi e di speranza che arrivano dalle nuove generazioni”.

Il primo numero, uscito lo scorso settembre, è stato incentrato sulla cattiveria, mentre il prossimo numero tematico della Rivista Malacoda sarà dedicato al tema del lavoro.

Véronique Viriglio