Liste d’attesa infinite per esami e visite ospedaliere, gravi ritardi nelle diagnosi e cure a rischio. Le gravi carenze del servizio sanitario nazionale pubblicate nell’ultimo rapporto di Cittadinanzattiva, che dimostra le criticità per i pazienti, sempre più spesso costretti a rivolgersi all’ambito privato per avere assistenza.
Liste d’attesa, mancata copertura dal SSN
Liste d’attesa per visite ed esami negli ospedali pubblici, tempi proibitivi per i pazienti che la maggior parte delle volte sono costretti a rivolgersi ai servizi privati a pagamento. Dal XXI rapporto “Nel labirinto della cura” prodotto da Cittadinanzattiva e presentato al Ministero della Salute, emergono gravi criticità circa la mancata copertura da parte del SSN per tutte le richieste degli utenti.
Un problema che si ripercuote sulla salute dei cittadini, che per difficoltà economiche, quando non possono permettersi di pagare, non riescono adeguatamente ad accedere a servizi di screening preventivi, diagnosi, e cure.
Le carenze della sanità, i principali disservizi
Secondo il rapporto che evidenzia le politiche della cronicità e le gravi carenze della sanità pubblica, il primo problema con il quale devono confrontarsi gli utenti del servizio è quello delle liste di attesa. Il 76% dei pazienti con malattie croniche o rare infatti deve lottare per trovare un posto o una data disponibile per effettuare una prestazione, specialmente se si tratta della prima visita specialistica, per il 68,7% dei casi invece se riguarda un esame diagnostico e il 62,4% per le successive visite di controllo.
Per gli iter di riconoscimento di invalidità civile, handicap e percorsi di riabilitazione i problemi di accesso riguardano circa il 50% di tutta la popolazione. Anche per l’accesso e l’adesione ai programmi di screening gratuiti per alcune patologie tumorali, come il pap test per il cancro della cervice uterina, la mammografia per i tumori al seno e gli esami per la diagnosi precoce di tumore al colon, c’è difficoltà nel 44% dei casi.
Il problema delle diagnosi in ritardo
I ritardi delle liste d’attesa per le visite ed esami negli ospedali pubblici, causano nella maggior parte dei casi rischi di diagnosi in ritardo. Una situazione che si verifica per vari fattori. Non solo i tempi lunghi per ottenere una disponibilità dal SSN ma anche per altri disservizi causati da una mancata coordinazione tra i medici di base e le istituzioni sanitarie.
Ad esempio, per il 73% dei pazienti presi a campione, la ritardata diagnosi è stata provocata da una scarsa conoscenza della patologia da parte del medico di famiglia o del pediatra di riferimento. Per il 62,9 invece da una sottovalutazione dei sintomi, spesso non riconducibili a malattie rare o croniche.
La mancanza di comunicazione tra specialisti causa inoltre, problemi anche dopo la presa in carico dei soggetti con questo tipo di patologie. Un iter molto difficoltoso in tutte le tappe dal primo contatto con il medico fino all’accesso alle cure e alla possibilità di ottenere assistenza specialistica o continuità assistenziale.
L’intervento del governo per abbattere le liste d’attesa
Tutti i problemi connessi con i ritardi della sanità e le lunghe liste d’attesa hanno comportato un aumento dei costi per i cittadini che intendono ad accedere alle cure. Per evitare problemi infatti quasi un italiano su tre sceglie di pagare per una visita specialistica o un esame pur di accorciare i tempi ed ottenere una diagnosi in tempo utile per ricevere le adeguate cure.
Specialmente per i malati cronici, questo rappresenta un ostacolo, e si ripercuote anche sui loro caregiver, che nella maggior parte dei casi, e in mancanza di tutele pubbliche, sono costretti a ridurre o abbandonare il lavoro e gli studi pur di assistere il familiare.
Il piano del governo quindi ora si dovrebbe concentrare proprio sull’abbattimento delle liste di attesa, e più semplificazioni per gli utenti, con interventi per rafforzare i servizi di prenotazione unica CUP e controlli incrociati per evitare disuguaglianze e migliorare l’assistenza sanitaria pubblica.