Come finisce C’è ancora domani?  Il film di successo di Paola Cortellesi  ci porta indietro nel tempo, in una Roma del 1946 intrisa di povertà, tensioni politiche e desiderio di cambiamento. La trama ruota attorno a Delia, una donna che vive una vita di abusi con il marito Ivano, e la sua lotta per trovare il coraggio di cambiare la sua vita. Emblematico per il suo significato è il finale del film che ancora colpisce centinaia di spettatori in Italia.

Come finisce “C’è ancora domani”? Qual è il finale

Il finale del film si svolge in un momento cruciale per la nostra protagonista. Dopo aver pianificato la fuga con l’amico meccanico, Nino, un evento inaspettato sconvolge i suoi piani: la morte improvvisa di suo suocero, Sor Ottorino. Questo tragico evento la costringe a rimandare la sua fuga, ritornando alla sua routine.

Nonostante l’ostacolo e le difficoltà di un simile imprevisto, la determinazione di Delia non vacilla. La regista ci ricorda che in questi casi “c’è ancora domani”, suggerendo che anche se si presentano delle avversità, la speranza e la possibilità di cambiamento persistono.

Il momento cruciale del film arriva quando, il giorno successivo, Delia decide di affrontare il suo destino. Prepara con cura tutto il suo momento di rivalsa e si avvia al seggio elettorale per partecipare alle prime elezioni dell’Assemblea Costituente il 3 giugno. È un momento ricco di simbolismo, in quanto rappresenta la sua prima opportunità di esercitare il diritto di voto, sostenuto dal recente suffragio universale in Italia.

Il film rivela poi un colpo di scena: la strana lettera inizialmente scambiata per un messaggio misterioso, si rivela essere la tessera elettorale che consentirà a Delia di votare.

“C’è ancora domani”, significato del finale

La decisione finale di Delia di partecipare in modo attivo e determinante alla costruzione del futuro del suo paese è un atto di autodeterminazione.

Il finale del film C’è ancora domani assistiamo ad un lieto fine personale di Delia, ma è rappresentato sul grande schermo anche un inno alle donne che provano ad affrontare le sfide, che contribuiscono in modo attivo alla trasformazione sociale. La pellicola diretta da Paola Cortellesi si chiude quindi con un significato che nel cuore lascia speranza e fiducia nel cambiamento. Gli spettatori di ogni genere sperano così in un domani più luminoso e dalle larghe vedute.

Pare che il film “C’è ancora domani” sia il lungometraggio con più spettatori dell’anno. Anche il New York Times ha incoronato il film di Paola Cortellesi.