Protagonista di uno spiacevole battibecco con l’arbitro donna terminato con insulti sessisti, il giocatore del Cavallino nel campionato Juniores – in provincia di Venezia – è stato squalificato per 10 giornate.

Insulti all’arbitro donna, giocatore squalificato per 10 giornate

È caos in provincia di Venezia per una discussione nata in campo e andata ben oltre. Durante una partita Under19 nei pressi di Venezia un giocatore avrebbe oltrepassato la linea con insulti all’arbitro donna. Il fatto sarebbe avvenuto nel match tra Cavallino e Fossaltese, due squadre venete che militano nel campionato Juniores.

Un match finito 1-0 per gli ospiti che sbancano lo stadio gialloverde con Azoitei e restano in zona play-off del Girone A nella scia del Libertas Ceggia ad una sola lunghezza di distanza, mentre aumentano il solco su Fossalta Piave e proprio sul Cavallino, rispettivamente a 16 e 15 punti in classifica.

La squadra di casa, invece, in questa 12esimoa giornata si arresta di nuovo dopo la vittoria su Noventa che aveva illuso e creato un solco sulle avversarie in zona retrocessione. La sconfitta contro Treporti però riporta subito Cavallino alla realtà che perde fiducia e trova la seconda sconfitta consecutiva.

Il calciatore è stato squalificato per ben 10 giornate, una punizione davvero severa per quanto accaduto lo scorso 4 novembre in campo nel campionato Juniores.

L’accusa sarebbe di aver “proferito reiteratamente insulti a sfondo gravemente sessista contro l’arbitro donna” Alessandra Bellavede di San Donà di Piave da parte di Matteo Vianello. Il ragazzo, dunque, non solo avrebbe insultato la direttrice di gara ma anche con un accento sessista.

La frase incriminata sarebbe la seguente:

“Le donne devono stare a casa a lavare i piatti”.

Un’espressione forte nei riguardi della direttrice di gara da parte di un ragazzo che è stato dipinto dalla società veneta come modello e che giura di non aver proferito tali parole nei suoi riguardi.

Il ricorso del club che appoggia la versione del giocatore

Udita dallo spogliatoio e segnata a registro. Il tesserato del Cavallino nega l’accaduto forte anche dell’appoggio societario che ha presentato un ricorso. Secondo la loro ricostruzione dei fatti Vianello è stato espulso proprio da Bellavere durante il match, ma si è diretto verso la tribuna e non negli spogliatoi.

Per questo motivo non ci sarebbe stata alcuna occasione per la direttrice di gara di sentire le frasi incriminanti che ha riportato nel registro. Insulti, poi, uditi dagli spogliatoi e quindi soltanto percepiti senza l’aiuto della vista.

Vianello sarebbe stato riconosciuto dal timbro di voce e per questo accusato, un movente che il Cavallino non reputa valido di giudizio e per questo ne chiede la revoca credendo che tutto questo sia frutto di un grande malinteso e probabilmente soltanto uno scambio di persona.

Oltre al ricorso presentato agli organi competenti dal club gialloverde ci sarebbe una lunga lista di dirigenti e testimoni pronti a confermare che il giocatore fosse in tribuna e non negli spogliatoi al momento del presunto insulto.

Ma le iniziative del Cavallino non si fermano qui, a testimoniare l’educazione e il rispetto di Vianello, per loro capitano esemplare in tutte le categorie giovanili, anche un appello al comitato regionale del Veneto Lnd-Fig nonché alla stessa direttrice di gara Bellavere.

Fine ultimo il chiarimento tra le parti su quanto accaduto con la spiegazione che fuori dal campo si usano spesso parole forti, indipendentemente dal sesso dell’arbitro, e per questo bisogna impegnarsi per far sì che si rimanga in un clima di partita e non uno scontro.

Vianello dovrà scontare le 10 giornate di squalifica in campionato nell’attesa di ulteriori decisioni che possano far scontare la pena al ragazzo o addirittura capovolgerla e annullarla del tutto.