Come cambiano le regole nel 2024 per il pignoramento delle pensioni? Riceviamo numerose domande riguardanti l’espropriazione forzata della pensione. Tuttavia, prima di analizzare nel dettaglio i limiti di impignorabilità della pensione, è importante notare le disposizioni normative sull’atto da cui parte l’espropriazione forzata contenute nell’articolo 492 del codice di procedura civile, il quale recita:

“L’ufficiale giudiziario fa al debitore di astenersi da qualunque atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito esattamente indicato i beni che si assoggettano alla espropriazione e i frutti di essi”.

Il creditore, per riscuotere il denaro del debitore insolvente, dispone di diverse alternative per procedere al pignoramento, come ad esempio l’espropriazione su immobili, mobili, conti correnti, stipendi, incluso il pignoramento della pensione.

Pignoramento pensioni 2024

 Gli effetti del pignoramento della pensione riguardano una parte della rendita che non sarà più nella disponibilità del pensionato.

Il legislatore tutela il pensionato attraverso l’introduzione dei limiti di pignorabilità, pari a mille euro, al fine di evitare di intaccare la “soglia di sopravvivenza“.

Qual è il limite pignorabile della pensione?

 Il legislatore fissa come limite di impignorabilità il valore riferito alla pensione sociale accresciuto della metà. È importante notare che le modifiche al limite di impignorabilità delle pensioni sono contenute nell’articolo 21-bis del decreto legge 115/2022 che ha apportato modifiche significative al settimo comma dell’articolo 545 del codice di procedura civile, che recita:

“Le somme da chiunque dovute a titolo di pensione, di indennità che tengono luogo di pensione o di altri assegni di quiescenza non possono essere pignorate per un ammontare corrispondente al doppio della misura massima mensile dell’assegno sociale, con un minimo di 1.000 euro. La parte eccedente tale ammontare è pignorabile nei limiti previsti dal terzo, dal quarto e dal quinto comma nonché dalle speciali disposizioni di legge.”

Nel merito, si precisa, che l’importo dell’assegno sociale per il 2022 e il 2023 ammonta, nella sua misura piena, rispettivamente, a 469,03 euro e a 503,27 euro, per tredici mensilità.

Infine, è da notare che per il 2024, l’assegno sociale dovrebbe aumentare da 503,26 a 534,4 euro al mese, per un importo annuale di 6.947,20 euro. Questo aumento è il risultato della rivalutazione del 5,4%, derivante dall’inflazione registrata nei primi nove mesi del 2023.

Limiti impignorabilità delle pensioni

Quali somme non possono essere pignorate?

Conformemente alle spiegazioni fornite nell’articolo 545 del codice di procedura civile, non possono essere pignorati non possono essere pignorati i crediti alimentari, tranne che per cause di alimenti, e sempre con l’autorizzazione del presidente del tribunale o di un giudice da lui delegato e per la parte dal medesimo determinata mediante decreto.

Ad esempio, il pignoramento su una pensione di 1.500 euro mensili viene così suddiviso:

  • 1.000 euro quota indisponibile;
  • Parte eccedente, ovvero 500 euro: si attiva l’espropriazione forzata nei limiti consentiti all’art. 545 dal terzo, dal quarto e dal quinto comma, nonché dalle speciali disposizioni di legge.

Difatti, come detto sopra, la parte eccedente di mille euro può essere pignorata nei limiti consentiti dalla normativa vigente. La parte eccedente, ovvero 500 euro, potrà essere pignorata nella misura di 1/5, ovvero pari a circa 100 euro.

Si ricorda che, sempre in base alla surrichiamata norma, non possono essere pignorati crediti aventi per oggetto:

“Sussidi di grazia o di sostentamento a persone comprese nell’elenco dei poveri, oppure sussidi dovuti per maternità, malattie o funerali da casse di assicurazione, da enti di assistenza o da istituti di beneficenza.”

Istruzioni INPS pignoramento

Qual è il limite di impignorabilità della pensione?

 L’INPS, nella circolare del 3 aprile 2023, n. 38, ha fornito istruzioni dettagliate sul limite di impignorabilità delle pensioni, il quale corrisponde all’importo pari a 1.000 euro. Si tratta delle disposizioni normative contenute nell’articolo 545 del codice di procedura civile, che fissa la soglia riferita al “minimo vitale” sotto il quale non è possibile attaccare la rendita mensile. In particolare, il testo riporta:

“Le somme dovute a titolo di pensione, di indennità che tengono luogo di pensione o di altri assegni di quiescenza non possono essere pignorate per un ammontare corrispondente al doppio della misura massima mensile dell’assegno sociale, con un minimo di 1.000 euro. La parte eccedente tale ammontare è pignorabile nei limiti previsti dal terzo, dal quarto e dal quinto comma, nonché dalle speciali disposizioni di legge”.

In conclusione, attualmente il pignoramento della pensione segue le modifiche dell’articolo 545, comma 7, del codice di procedura civile, disciplinate dalla legge n. 142 del 21 settembre 2022.