La DeFi è un settore molto particolare, in cui è possibile trovare progetti innovativi, ma anche vere e proprie truffe. Il grande clamore che ha salutato l’avvento e la crescita di Bitcoin, infatti, ha creato un terreno ideale per coloro che sono soliti vivere di espedienti. Basta dare una rapida occhiata alla vicenda di OneCoin, per capire meglio come l’hype creato da BTC sia stato sfruttato da ogni genere di avventuriero, con la sottrazione di risorse ingenti, raggiro dopo raggiro.
Prima di investire i propri soldi in un’ICO o in un’altra delle offerte iniziali di token che sono organizzate per lanciare un progetto, quindi, occorre cercare di capire se lo stesso sia serio o meno. La buona notizia è che i mezzi per farlo esistono.
Truffe e finanza decentralizzata: è possibile evitarle?
Il settore della finanza decentralizzata è caratterizzato dal continuo afflusso di nuovi progetti. Nel calderone, però, è possibile trovare di tutto, dalla soluzione tecnologicamente avanzata alla vera e propria scatola vuota. Proprio la vicenda OneCoin lo dimostra: in quel caso non esisteva neanche un token a giustificare l’afflusso continuo di investimenti.
Occorre sottolineare che le blockchain sono spesso open source. Possono quindi essere liberamente utilizzate senza bisogno di chiedere permessi, per sviluppare nuovi progetti. Chi vuole può lanciare il proprio token e presentare un white paper in cui ne sono spiegati gli obiettivi e la tokenomics. Se il progetto piace, l’ICO (o la procedura di finanziamento scelta) può culminare in un successo.
Il problema è che tra i tanti progetti che nascono ogni giorno, ce ne sono alcuni che rispondono ad una semplice logica: prendi i soldi e scappa. Non appena gli interessati avranno raggiunto il loro scopo faranno perdere le loro tracce e, naturalmente, quelle delle risorse affluite.
Per evitare una fine così ingloriosa, e la conseguente arrabbiatura, è però possibile utilizzare alcuni accorgimenti. In particolare analizzando alcune caratteristiche fondamentali in ambito blockchain. Andiamo a vedere quali.
L’importanza del white paper
Lo abbiamo già ricordato: chi lancia una soluzione DeFi di solito propone un white paper. Si tratta del documento in cui sono spiegate non solo le caratteristiche tecnologiche del progetto, ma anche gli scopi che si propone.
Possiamo interpretarlo alla stregua di un vero e proprio business plan, la spiegazione del perché può essere proficuo aderire. La prima domanda da porsi, in questo caso, è la seguente: cui prodest? Il progetto si propone di dare risposte a particolari esigenze oppure ha un semplice intento speculativo? Naturalmente questa seconda caratteristica non indica intenti truffaldini, ma potrebbe essere interpretata come un campanello d’allarme.
Nel primo caso, al contrario, sarebbe abbastanza strano che il team dei proponenti, dopo aver lavorato per mettere a punto il piano, desse vita ad una truffa. Allo stesso tempo, nessuno può garantire che lo scopo sia quello di raggirare gli investitori. Per provare a capirlo, però, c’è una strada ben precisa.
La squadra dei proponenti
Quando viene presentato un progetto, occorre considerare che dietro l’azienda ci sono delle figure, i proponenti. Se la reale identità del fondatore di Bitcoin, Satoshi Nakamoto, non è mai stata rivelata, nella maggior parte dei casi non è così.
Quando una soluzione viene lanciata è possibile reperire notizie sul team che si muove dietro di esso. Non solo le figure dirigenziali, a partire dall’amministratore delegato e dai fondatori, ma anche la squadra degli sviluppatori.
Se si tratta di personaggi già noti in ambito crypto per il lancio di precedenti progetti andati regolarmente in porto, si può essere sicuri della buona fede alla sua base. Chi vanta un passato professionale di primo piano deve coltivare il suo buon nome per continuare a svolgere il suo lavoro. Inoltre, è sicuramente in possesso del background necessario per fornire solide basi alla nuova proposta.
Gli smart contract sono stati sottoposti ad un audit?
Un altro aspetto che dovrebbe essere preso in considerazione, prima di investire, è quello relativo agli smart contract. I contratti intelligenti sono un aspetto fondamentale in ambito DeFi e gran parte dei progetti li adottano, a partire dai DEX.
Gli smart contract, come è noto, sono programmi elaborati in un linguaggio ben preciso. Nel caso di Ethereum, ad esempio, si usa Solidity, che è dunque una sorta di standard. Il codice che viene scritto, però, può presentare vulnerabilità più o meno evidenti. Falle che possono comportare la sottrazione dei fondi collegati da parte di pirati informatici.
Per evitarlo si può mettere in campo un audit. Questo tipo di analisi è però costoso e ne consegue che ad effettuarlo sono esclusivamente le aziende serie. Naturalmente non tutti i progetti che non sono sottoposti ad audit sono scam o rug pull, ma una parte sicuramente sì. Un buon motivo per rivolgersi ai progetti che si sono sottoposti ad audit.
Ci sono attività di sviluppo?
Infine, un altro dato da tenere in conto, per capire se un progetto possa essere una truffa o meno, è rappresentato dalle attività di sviluppo. Se torniamo al caso di OneCoin si può capire con molta facilità come proprio un esame delle stesse avrebbe potuto evitare la sparizione di miliardi di dollari versati dagli incauti investitori. In quel caso, infatti, non c’era nessuna attività di questo genere. L’artefice della truffa, Ruja Ignatova, si limitava a organizzare kermesse presentando OneCoin come il Bitcoin Killer. Il tutto senza neanche un white paper a supporto di tale ambizione. Sarebbe dunque bastato poco per svelare l’inganno.
Alla luce di quell’esperienza è quindi facile capire come un monitoraggio dei piani di sviluppo rappresenti un buon viatico per evitare un epilogo analogo. Se il codice in esame vede continue aggiunte, vuol dire che qualcuno ci sta lavorando. E se le aggiunte arrivano da persone estranee alla squadra degli sviluppatori, attività tipica dei sistemi open source, l’ipotesi che si tratti di un raggiro iniziano a dissolversi. La cosa fondamentale, però, è di non prendere questo dato, e i precedenti, per oro colato. Vigilare costantemente è il passo fondamentale per non restare con il classico cerino acceso in mano.