La recente multa dell’Antitrust a Chiara Ferragni, accusata di pratica commerciale scorretta per la campagna creata in collaborazione con Balocco per il Pandoro Pink Christmas, non è passata inosservata. Però, se finora Fedez ha sempre dichiarato la sua neutralità e volontà di non immischiarsi nella faccenda, dopo le parole della premier Meloni, il rapper non ha potuto far a meno di dire la sua. Adesso, alla lotta a suon di interventi, si inserisce anche la Regione Lombardia che smentisce quanto detto proprio dal cantante.

Fedez in un botta e risposta con la Regione Lombardia: fake news sull’ospedale Fiera di Milano

Dal caso “Pandoro Pink Christmas alla diatriba a colpi di smentite fra il rapper milanese Fedez e la Regione Lombardia il passo è stato breve. Infatti, il primo attacco della premier Meloni, che dal palco di Atreju aveva invitato a non prendere a modello “gli influencer che fanno soldi a palate promuovendo carissimi panettoni con i quali si fa credere che si farà beneficenza ma il cui prezzo serve solo a pagare cachet milionari”, ha infiammato gli animi.

Soprattutto quello del marito della celebre influencer, che in un video sui social ha lanciato un messaggio in difesa della Ferragni:

Io e mia moglie abbiamo fatto una raccolta fondi da 4 milioni di euro e abbiamo costruito in 10 giorni una terapia intensiva da 150 posti letto che ha salvato delle vite seduta stante. Sapete il governo e la Regione Lombardia quanto hano speso per costruire la stessa terapia intensiva, con gli stessi posti letto, entrata in funzione una miriade di mesi dopo? 10 milioni di euro per curare forse un terzo, un quarto, un decimo delle persone che abbiamo curato noi. E voi dovresti diffidare di noi e non il contrario?

Ovviamente, la risposta della Regione Lombardia non si è fatta attendere. Infatti, in una nota rilasciata dall’ufficio stampa della regione si legge “una doverosa precisazione”:

I posti letto di terapia intensiva che sono stati ricavati nella struttura realizzata grazie alle donazioni raccolte da Fedez e Ferragni erano 14 e non 150. Tale precisazione era doverosa da parte di Regione Lombardia per ringraziare ancora una volta i 6.000 donatori dell’Ospedale in Fiera che, con la loro grande sensibilità, hanno permesso di curare e salvare la vita a centinaia di malati

La nota della regione

Nella nota, però, si sottolinea come le donazioni siano state essenziali per la costruzione delle due strutture, anche se non si nega l’importanza della raccolta fondi organizzata dalla coppia. Nonostante ciò, la regione fa sapere che:

Sui tempi di entrata in funzione delle due strutture occorre ricordare che dal primo paziente ricoverato nella tensostruttura del San Raffaele, il 23 marzo 2020, a quello ricoverato in Fiera, il 6 aprile 2020, sono trascorsi solo 14 giorni, motivati dalla differente complessità degli interventi e dal numero assolutamente più elevato dei posti letto messi a disposizione nell’ospedale in Fiera. L’episodio di generosità non deve rischiare di essere ‘svalutato’ da dichiarazioni imprecise e fuorvianti, che poco c’entrano con i gesti di solidarietà che tanti lombardi hanno manifestato durante la pandemia.

La struttura, quindi, sarebbe il frutto dell’iniziativa di Fondazione Fiera Milano e cofinanziato da centinaia di persone e migliaia di benefattori. Inoltre, con la coordinazione del Policlinico di Milano, è stato possibile il supporto del personale medico di 18 ospedali pubblici e privati per garantire le cure a circa 538 pazienti gravi.

Non è assolutamente vero che è stato realizzato in ritardo, anzi: il 19 è arrivata l’autorizzazione ai lavori, il 30 marzo l’Ospedale apriva e il 6 aprile veniva ricoverato il primo paziente. In 10 giorni di lavoro e’ stata costruita da zero una struttura di eccellenza. Complessivamente sono stati curati, nei due anni di emergenza, 538 pazienti gravi, tutti intubati e ventilati artificialmente. Quella dell’Ospedale in Fiera resta una straordinaria best practice, che è stata presa a modello e replicata, ad esempio, a Berlino. Questa è l’unica incontrovertibile verità su quei difficili giorni e che, per dovere di giustizia, riteniamo sia corretto far conoscere.

Così si conclude la nota con la quale la Regione Lombardi smentisce le parole di Fedez riguardo la costruzione dei padiglioni dell’Ospedale Fiera di Milano per i pazienti gravi durante la pandemia.