Dopo aver impressionato con la maglia dell’Ascoli, è all’Inter che Giancarlo Pasinato si consacra e vive gli anni più importanti della sua carriera. Quattro stagioni prima e altre due poi, in nerazzurro colleziona 185 presenze, condite da 11 gol. Centrocampista strutturato e robusto, un colosso su cui poter contare, capace di farsi tanto amare dai tifosi interisti. A Milano conquista il dodicesimo scudetto e una Coppa Italia, nella stagione 1981/82. Di anni ne sono passati, ma il legame con l’ambiente e con questi colori non si è mai rotto. Per commentare Lazio-Inter e i sorteggi di Champions, Pasinato è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Lazio-Inter e sorteggi Champions, Pasinato a Tag24

L’Inter sfrutta la prima occasione utile allo stadio Olimpico contro la Lazio, conquista tre punti e vola in vetta alla classifica approfittando del passo falso della Juventus contro il Genoa e staccando i bianconeri. La Serie A dei nerazzurri procede a gonfie vele e per quanto manchi ancora tanto alla conquista dello scudetto, la squadra di Inzaghi ad oggi è la favorita numero uno per il titolo. Ma sono tante le aspettative anche in Champions. Oggi i sorteggi sono stati abbastanza clementi e negli ottavi di finale, il club del presidente Zhang se la dovrà vedere con l’Atletico Madrid. Una squadra ostica, ma sicuramente alla portata dell’Inter che ha già dimostrato di essere una formazione europea, cinica e compatta. Per commentare Lazio-Inter e il sorteggi di Champions, Pasinato, che in nerazzurro ha collezionato quasi 200 presenze, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Partiamo dalla notizia più recente, ovvero il sorteggio di Champions. Possiamo dire che nonostante la seconda fascia, probabilmente è andata peggio all’Atletico Madrid che all’Inter?

“Penso sinceramente che qualunque club della prima fascia sperasse oggi di non pescare l’Inter nel sorteggio. Inzaghi ha dimostrato che nelle due partite ha qualcosa in più, e poi ci vuole anche il fattore C che non guasta mai”.

Dalla finale di Champions dello scorso anno, questa squadra ha acquisito una forza incredibile e tanta autostima. La svolta parte da lì?

“Assolutamente sì, ma dobbiamo considerare anche chi lavora dentro a questo club. A parte l’allenatore, di valore indiscutibile, c’è uno dei dirigenti più forti in assoluto che è Marotta. Le sue scelte sono sotto gli occhi di tutti e inoltre è uno che infonde grande fiducia all’interno del gruppo. Chi lavora in campo sa bene che se ha bisogno di qualcosa, c’è lui che risolve ogni problema. L’ho conosciuto tanti anni fa e sono certo delle sue capacità. Psicologicamente questa è una squadra fortissima e si è visto anche dalla partita di ieri sera. Nel primo tempo la Lazio ha giocato bene, ma l’Inter alla prima occasione ha trovato il vantaggio e questo dimostra che è una grande squadra”.

A proposito della partita di ieri sera l’Inter ha saputo aspettare e poi colpire alla prima occasione disponibile. È questa la forza di questa squadra?

“Credo proprio di sì. Poi ci sono le annate in cui ti va tutto bene, e quello in cui ti va tutto male. In questo momento Inzaghi ha capito che non serve aggredire dall’inizio alla fine, perché sa bene che quei due lì davanti, prima o dopo, trovano lo spazio per far male. Mi piacciono tantissimo anche Di Marco e Darmian, che stanno facendo una stagione straordinaria. Tra l’altro l’Inter fa anche sbagliare l’avversario. Sembra che sia lì sorniona, ma è pronta ad approfittare del primo errore possibile. Solo le grandi squadre riescono a sbloccare anche partite così. Forse nel primo tempo sarebbe stato più giusto il pareggio, ma la differenza è che i nerazzurri sono riusciti a capitalizzare ogni occasione avuta mentre la Lazio, che ne ha avuta una sola, no”. 

Capolista in Serie A, e con un ottavo di finale sulla carta abbastanza agevole. L’Inter in questo momento è la squadra più europea d’Italia e a questo punto lo scudetto è quasi d’obbligo. Può arrivare in fondo anche in Champions?

“Penso che la società abbia chiesto innanzitutto il ventesimo scudetto, un traguardo che manca da tanto tempo. Sono certo però che si farà un discorso importante anche in Champions League. Finora Inzaghi ha gestito il gruppo, approfittando del fatto che la squadra era già qualificata e sfruttando l’occasione per dare spazio anche a calciatori, tipo Frattesi, che stanno giocando meno, ma nelle prossime partite sono sicuro che sarà un discorso diverso. Lautaro giustamente ieri sera diceva che per arrivare fino alla fine le squadre difficili andranno affrontate per forza. Paradossalmente è meglio incontrarle ora, che i campionati sono ancora in bilico. Poi è chiaro che non sarà semplice, perché della prima fascia quattro squadre sono spagnole. Questo vorrà dire qualcosa”.

Nei confronti di Inzaghi c’è stato anche qualche dubbio nel tempo, ora alla sensazione che abbia completato il suo processo di maturazione?

“Inzaghi, dopo essere arrivato in finale di Champions, come d’altronde tutto il resto della squadra, ha capito quanto valore ha in mano. A quei ragazzi poi vanno aggiunti altri due o tre acquisti, Thuram su tutti, fatti a parametro zero che stanno facendo la differenza. Penso però che la differenza vera la stia facendo Lautaro, un capitano incredibile. È uno che si mette sempre in discussione, corre e si dà da fare, rincorre l’avversario quando perde palla. Così deve essere se vuoi vincere e la squadra lo segue sicuramente. Ai miei tempi c’era Bini, e vi assicuro che quando lui alzava la voce noi lo ascoltavamo tutti. Anche questo influisce sul risultato finale”.