Giuseppe Conte passa al contrattacco nei confronti delle accuse mosse dalla presidente del Consiglio sul Mes. Il leader del Movimento 5 Stelle dice, senza mezzi termini, che la Meloni “ha mentito“ a Parlamento e cittadini sulla storia del fax con cui il governo da lui presieduto avrebbe autorizzato il Meccanismo Europeo di Stabilità quando già dimissionario. In una conferenza stampa convocata d’urgenza, Conte espone la sua versione dei fatti.
Conte, dura replica a Meloni sul Mes: “Ha mentito, tutto fatto alla luce del sole”
Era il 13 dicembre quando, di fronte ai senatori riuniti per le sue comunicazioni in vista del Consiglio Europeo, Giorgia Meloni calava il suo personalissimo ‘asso nella manica’ a proposito del Mes. Un fax con il quale l’allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio autorizzava la ratifica del Meccanismo Europeo di Stabilità. Il tutto “col favore delle tenebre” e a governo ormai dimissionario.
Un accusa ben precisa, con tanto di ‘prova’ sventolata davanti a Parlamento e cittadini.
Cinque giorni di rabbia dopo, ecco il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte indire una conferenza stampa contro quello che definisce “un fatto molto grave“. Collera che Conte sfoga fin dalle primissime battute del suo intervento, nel quale attacca frontalmente la premier, accusandola di essere una bugiarda.
“La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è venuta in Parlamento in un’occasione solenne e ha scelto deliberatamente di mentire al Parlamento e a tutti i cittadini. Ha sostenuto che il mio governo ha dato l’ok alla riforma del Mes nel gennaio del 2021, senza un mandato parlamentare, col favore delle tenebre e, addirittura, con gli scatoloni già preparati”.
Conte: “Parere positivo al Mes solo con riforma del Patto di stabilità e crescita”
Come già lo stesso Di Maio – che ha sostenuto di aver firmato quel fax quando era ancora in carica – anche Conte intende smentire la Meloni, all’epoca dei fatti deputata di Fratelli d’Italia e, dunque, al corrente di come siano andate realmente le cose. Di conseguenza, secondo il leader Cinquestelle, la premier “ha mentito consapevole di mentire“.
“Nel dicembre 2020 ci fu un ampio dibattito certificato da documenti parlamentari e da una risoluzione che, leggo testualmente, ‘impegna il governo a finalizzare l’accordo politico raggiunto all’eurogruppo all’ordine del giorno del loro summit, sulla riforma del trattato del Mes’. Al contrario di quello che ha affermato il presidente del consiglio, il tutto è stato fatto alla luce del sole, con un ampio dibattito e pieno coinvolgimento del parlamento e, quindi, dei cittadini”.
Conte precisa, inoltre, che il suo parere positivo al Mes era vincolato, tramite una delibera, a una serie di condizioni, tra cui quella riforma del Patto di stabilità e crescita che, secondo voci sempre più insistenti, anche il governo Meloni avrebbe intenzione di mettere sul ‘piatto della bilancia’.
“[Mi ero riservato di] dare il mio personale parere positivo alla ratifica solo in prospettiva di una riforma veramente significativa del Patto di stabilità e crescita e anche nella prospettiva di fare del Mes un accordo non più intergovernativo ma uno strumento realmente comunitario, per poi completare anche l’unione bancaria“.
Conte invoca il Giurì d’onore contro Meloni: “Nessuna tolleranza verso le bugie della premier”
Il contrattacco del Movimento 5 Stelle passa per la richiesta d’intervento del Giurì d’onore per “ristabilire la verità dei fatti“.
“[Meloni] disonora la massima istituzione del governo. E quindi ho consegnato al presidente della Camera una richiesta di istituire un Giurì d’onore, per accertare le menzogne denigratorie della premier in base all’articolo 58 del regolamento della Camera”.
Una mossa dovuta, per il presidente dei Cinquestelle, a causa di un contesto politico segnato da slogan e programmi puntualmente disattesi e smentiti dai fatti. L’obiettivo, secondo Conte, è conservare “il prestigio massimo e il decoro delle istituzioni“, calpestato, secondo lui, dalla presidente del Consiglio, abituata alla ‘gestione familiare’ del suo partito.
L’ultimo affondo, Conte lo dedica al mancato invito ad ‘Atreju’, la festa di Fratelli d’Italia, criticando la paura che ha portato la presidente del Consiglio e il suo partito a fuggire dal confronto. Un comportamento molto poco affine all’eroe che dà il nome alla manifestazione.
“Se dovessimo citare il film che a loro sta tanto al cuore, La Storia Infinita, più che all’immagine del coraggioso Atreju, io direi che loro lasciano lo spazio al Nulla di un premier senza visione e senza coraggio“.
Un attacco sul piano simbolico, citando Michael Ende e il suo romanzo, portato al cinema da Wolfgang Petersen. L’ennesimo affondo di una giornata senza esclusione di colpi. E vedremo il prossimo round.
La replica di Malan (FdI): “Giurì d’onore accerterà i fatti”
Non si è fatta attendere la risposta del partito di Giorgia Meloni, con alcui dei suoi esponenti che, ai cronisti, hanno replicato alle accuse di Conte. A partire da Lucio Malan che ha negato ci sia preoccupazione nel suo partito per l’intervento del Giurì d’onore.
“Qui è un fatto politico che riguarda chi ha sottoscritto il Mes, e lasciamo stare cosa aveva detto il Movimento 5 Stelle in campagna elettorale sull’Unione Europea da cui bisognava uscire a tutti i costi… Loro hanno dato l’impulso per firmare questo nuovo patto, questo è il punto. Sui dettagli non lo so, ci sarà un Giurì d’onore che accerterà i fatti e sono certo che le cose andranno come abbiamo detto noi“.
Malan difende, poi, la manovra finanziaria del governo, ribadendo il leitmotiv dell’esecutivo per cui, a fronte di risorse limitate, gli investimenti sono stati rivolti principalmente sull’occupazione, le famiglie e le aziende, in modo da “difendere gli italiani, specialmente i redditi medio-bassi, dall’inflazione“.
L’esponente di FdI si dice soddisfatto anche sulla sanità, nonostante il cambio di rotta improvviso sull’emendamento che innalzava l’età pensionistica dei medici, rimosso dal testo per non agitare ulteriormente un settore già sul piede di guerra.
“Sulla sanità, il massimo investimento prima del governo Meloni era stato di 127 miliardi, quest’anno sono 136 miliardi, quindi non si è mai investito così tanto“.
Infine, una battuta sul tanto discusso ‘Superbonus’ e la possibilità che, uscito ‘dalla porta principale’ della legge di bilancio, possa più avanti ‘rientrare dalla finestra’ del decreto Milleproroghe.
“Dal punto di vista tecnico si può fare una proroga ma non deve comportare ulteriori esborsi. Potrebbe essere una proroga dei giorni necessari per dimostrare di aver completato una determinata percentuale dei lavori previsti entro la fine dell’anno”.
Conte contro Meloni sul Mes, Donzelli (FdI) e il Giurì d’onore: “Quando si è sereni, un giudizio terzo dà solo soddisfazione”
Anche Giovanni Donzelli, raggiunto dai giornalisti all’esterno dei ‘palazzi’ della politica romana, conferma la serenità di Malan sulla questione. Un approccio avvalorato anche dalla sua storia personale, con le parole pronunciate nella ben nota vicenda Cospito – per la quale il sottosegretario Delmastro è stato rinviato a giudizio dal Gup di Roma – e che il Giurì non reputò lesive degli esponenti dell’opposizione.
“Quando uno ha la serenità di aver fatto bene le cose e detto le cose giuste, è solo soddisfatto se viene espresso un giudizio terzo. L’ultimo precedente è stato il mio caso con mesi di polemiche e il giurì d’onore che ha detto che non avevo leso l’onorabilità di nessuno. Finirà allo stesso modo e sarà un boomerang per il Movimento 5 Stelle“.
Entrando, infine, nel merito della questione sul Mes, Donzelli plaude all’operato del governo Meloni.
“Sul Mes andrà a finire nel miglior modo per gli italiani. Finalmente abbiamo qualcuno che va in Europa a trattare cercando di fare gli interessi degli italiani”.
Romeo (Lega) sul Giurì: “Non mi esprimo, la Meloni è stata chiara in aula”
Anche dagli alleati di governo arrivano parole di sostegno, con il senatore della Lega, Massimiliano Romeo che si dice convinto dalla ricostruzione offerta in aula dalla presidente del Consiglio e poi invita Conte ad assumersi le proprie responsabilità.
“Pensare che sul Mes il governo Conte non abbia firmato è difficile da credere… Penso che in politica la cosa più giusta sia prendersi le proprie responsabilità, e potrebbe anche essere apprezzato dai cittadini. Sia quando si fanno le cose giuste, sia quando si sbaglia”.
Gasparri (Fi): “Altro che Gran Giurì, a Conte servirebbe una ambulanza”
Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, invece, resta fedele al suo motto per cui ‘la miglior difesa è l’attacco’ e risponde a Conte denunciando le contraddizioni del suo Movimento e dei casi che lo riguardano, a partire da quello del senatore Luca Pirondini (che il senatore azzurro chiama erroneamente Pistorino…)
“Conte si occupi del senatore Pistorino [Pirondini, n.d.r.], che è stato eletto in condizione di ineleggibilità e che emetteva emendamenti per l’ente lirico di Genova, del quale era amministratore. Conte si deve svegliare e poi ci deve spiegare i 300 mila euro l’anno dati a Beppe Grillo, soldi pubblici dei gruppi parlamentari”.
Gasparri chiude, poi, con un’immancabile battuta:
“Altro che Giurì d’onore, per il Movimento 5 Stelle ci vorrebbe un’ambulanza per portarli a farsi curare”.