Il Cile è andato al referendum per la seconda volta in due anni per modificare la costituzione elaborata durante l’era dittatoriale e per la seconda volta la proposta di testo è stato bocciato dai cileni.

Cile, il 55% dice “no” al referendum sulla costituzione conservatrice

I cileni sono andati alle urne, domenica 17 dicembre 2023, per votare una nuova proposta di costituzione. Attualmente, in Cile è ancora in vigore la costituzione dell’era del Pinochet.

Con il 99,3 per cento dei voti scrutinati domenica sera, il “no” ha ottenuto il 55,8 per cento, mentre il 44,2 per cento era a favore della modifica della costituzione. Il risultato del voto di domenica evidenzia una profonda divisione nel Paese.

Secondo referendum costituzionale in due anni consecutivi

La redazione di una nuova costituzione è iniziata in seguito a una serie di manifestazioni nel 2019. Nel ottobre del 2020, è stato votato a favore della stesura di una nuova costituzione. Nel luglio del 2021, è stato istituito un organismo per elaborare una nuova proposta costituzionale.

Il testo di costituzione del 2022 conteneva proposte progressiste che riguardavano i diritti degli indigeni, delle donne, il diritto all’aborto e la lotta contro il cambiamento clima. La campagna di destra cilena per respingere la proposta ha avuto successo. Il 62 per cento dei cileni ha votato contro al referendum.

La proposta di costituzione del 2023 si è discostata dal testo precedente, presentando posizioni antiabortiste, misogine, antiimmigrazione e più conservatrici, in linea con lo stile americano. Stavolta, la campagna di sinistra per il “no” ha avuto successo e la proposta è stata respinta.

Non ci sarà un terzo tentativo

Domenica sera, il presidente cileno Gabriel Boric ha dichiarato che il suo governo non proverà nuovamente a modificare la costituzione, sottolineando che dopo due referendum “il Paese si è polarizzato e diviso”.