La Commissione Bilancio del Senato ha respinto un emendamento governativo all’articolo 33 della manovra, evitando così i tagli previsti alle pensioni di vecchiaia per medici, dipendenti di enti locali, insegnanti e ufficiali giudiziari.

Manovra, niente tagli a pensioni di vecchiaia a medici e dipendenti pubblici

Durante una sessione di voto protrattasi per circa cinque ore, sono stati approvati quattro emendamenti presentati dall’esecutivo. Questi testi riguardano diverse aree, tra cui le pensioni dei medici, degli insegnanti, dei dipendenti degli enti locali e della giustizia amministrativa. Inoltre, è stata prevista una ridistribuzione delle risorse per il progetto del Ponte sullo Stretto, fondi supplementari per i salari delle forze armate e dell’ordine, nonché finanziamenti extra per gli enti locali, tenendo conto delle variazioni delle aliquote Irpef.

I sanitari avranno la possibilità di lavorare fino a 70 anni su base volontaria. Anche se resta in vigore la penalizzazione per le pensioni anticipate, è stato applicato un taglio meno severo per i professionisti sanitari: una riduzione più lieve di un trentaseiesimo per ogni mese aggiuntivo di permanenza al lavoro. Dirigenti medici e infermieri potranno optare per il proseguimento dell’attività lavorativa fino ai 70 anni, se lo desiderano.

Le pensioni di vecchiaia di medici, operatori sanitari, dipendenti degli enti locali, ufficiali giudiziari e insegnanti saranno salve dai tagli, mentre quelli delle pensioni anticipate, ad eccezione del settore sanitario, subiranno tagli confermati. Tuttavia, per il settore sanitario, la decurtazione sarà graduale in base al ritardo dell’anticipo della pensione.

Le decurtazioni non verranno applicate “ai soggetti che soddisfano i requisiti per il pensionamento entro il 31 dicembre 2023 o in caso di cessazione del servizio per raggiungimento dell’età o dei limiti di servizio”.

Requisiti per la pensione anticipata

I requisiti per accedere alla pensione anticipata prevedono un’anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Il trattamento pensionistico inizia tre mesi dopo aver raggiunto tali requisiti. Per medici, infermieri, dipendenti degli enti locali, insegnanti d’asilo e ufficiali, il trattamento pensionistico decorre rispettivamente a tre mesi se raggiunti entro il 2024, a quattro mesi entro il 2025, a cinque mesi entro il 2026, a sette mesi entro il 2027 e a nove mesi entro il 2028.

Per i medici e altre categorie di dipendenti pubblici menzionati, la riduzione del trattamento pensionistico sarà “diminuita di un trentaseiesimo per ogni mese di posticipo dell’accesso al pensionamento rispetto alla prima data utile per l’iscrizione alla cassa pensionistica”. Questa disposizione mira a garantire la salute pubblica e l’assistenza ai livelli richiesti.