La Legge di Bilancio del 2024 lascia invariati i limiti dei ricavi o compensi per l’accesso al regime forfettario: cosa cambia allora? Non sono previste neppure modifiche sul fronte delle cause ostative.
Tra le novità, però, c’è l’estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica che, a partire dal 1° gennaio 2024, interesserà tutti i titolari di Partita Iva.
Nel testo, oltre a spiegare quali sono le regole generali del regime forfettario e come funziona, andremo a vedere cosa cambia in merito alla fatturazione elettronica.
Come funziona il regime forfettario 2024
Dal 1° gennaio 2024, non sono previste modifiche ai limiti e requisiti di accesso e permanenza nel regime forfettario. Le regole sono rimaste le stesse della scorsa manovra, ovvero il limite di ricavi o compensi a 85.000 euro, con l’applicazione della flat tax del 15%.
È stata, inoltre, confermata anche la soglia antielusione di 100.000 euro. Fino a questo limite sarà possibile applicare il regime forfettario nel corso dell’anno. Se il tetto massimo viene superato, allora il regime agevolato cessa immediatamente.
Come funziona? Il regime forfettario prevede una tassazione agevolata del 15% e del 5%. Si tratta di un’imposta sostitutiva dell’Irpef. È prevista anche la riduzione del 35% dei contributi Inps dovuti, previa comunicazione all’Inps entro il 29 febbraio.
Sono previste anche semplificazioni fiscali: i contribuenti che applicano il regime forfettario non addebitano l’Iva in fattura ai clienti e non liquidano l’imposta. Quindi, si è esonerati anche dagli altri adempimenti come:
- La presentazione della dichiarazione Iva;
- La registrazione dei corrispettivi.
Quali sono le cause ostative d’esclusione dal regime forfettario
Bisogna anche considerare che si devono anche considerare le cause ostative, ovvero le cause di esclusione. Quindi, non possono applicare il regime i contribuenti titolari di Partita Iva che rientrano nei seguenti casi:
- Le persone fisiche che si avvalgono di regimi speciali ai fini Iva;
- I soggetti non residenti ad esclusione di chi risiede in un Paese UE e che produca almeno il 75% del reddito complessivamente realizzato;
- Chi effettua operazioni di cessione di fabbricati o porzioni di fabbricato, di terreni edificabili o di mezzi di trasporto nuovi;
- Gli esercenti di attività d’impresa, arti o professioni che partecipano contemporaneamente a società di persone, associazioni professionali o imprese familiari che esercitano attività direttamente o indirettamente riconducibili a quelle svolte individualmente;
- Le persone fisiche la cui attività sia esercitata prevalentemente nei confronti dei datori di lavoro con i quali sono in corso rapporti di lavoro nei due precedenti anni d’imposta;
- Coloro che, nell’anno precedente, hanno percepito redditi di lavoro dipendente e/o assimilati di importo superiore a 30.000 euro.
Al via la fatturazione elettronica per tutti i forfettari
Se in merito ai requisiti di accesso e di permanenza, nel 2024, non ci sono altre novità, a partire dal 1° gennaio l’obbligo di fatturazione elettronica sarà esteso a tutti i contribuenti titolari di Partita Iva, ivi compresi i forfettari.
Infatti, dal 1° gennaio del 2024, cesserà l’esonero in materia di fatturazione elettronica, previsto per i contribuenti in regime forfettario fino al limite di 25.000 euro di ricavi e compensi. Si tratta di un esonero che, ormai, era davvero residuale, solo per poche categorie di contribuenti.
Ricordiamo che i tempi per l’estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica sono stati dettati dall’articolo 18 del Decreto Legge n. 36/2022 e, già dal 1° luglio 2022, hanno dovuto abbandonare le fatture analogiche i forfettari sopra la soglia dei 25.000 euro.
Pertanto, il 31 dicembre segnerà il termine delle deroghe all’obbligo di fatturazione elettronica che, così come previsto in materia di corrispettivi telematici, si applicherà in maniera generalizzata.