Si apre oggi, lunedì 18 dicembre 2023, presso la Corte di West Kowloon a Hong Kong, il processo contro Jimmy Lai, l’attivista e magnate dei media pro-democrazia. Contro l’uomo, di 76 anni, c’è l’accusa di “collusione con forze straniere”. Se ritenuto colpevole e condannato, rischia il carcere a vita.
Hong Kong, inizia il processo a Jimmy Lai: durerà 80 giorni
Da oggi Jimmy Lai, fondatore di Apple Daily, è ufficialmente sotto processo. Il magnate, da sempre grande sostenitore della democrazia, oggi si è presentato in tribunale in giacca e cravatta. Entrando in aula ha salutato i suoi parenti, mentre fuori decine e decine di attivisti lì presenti sono stati allontanati dalla Polizia.
Il processo, che dovrebbe durare in totale 80 giorni lavorativi, è stato definito dai sostenitori di Lai “ingiusto”. In molti hanno parlato e continuano a parlare di un “processo farsa” contro il 76enne.
Il tycoon dei media, nonché ex proprietario del tabloid in lingua cinese Apple Daily (ormai defunto), aveva sfidato la città di Pechino diventando simbolo del movimento pro-democrazia nell’ex colonia britannica.
Da tre anni a questa parte si trova in carcere. Nei suoi confronti viene mossa l’accusa di “collusione con forze straniere”, per la quale rischia l’ergastolo. Egli in tale processo sarà giudicato alla sbarra in base alla legge sulla sicurezza nazionale imposta a Hong Kong da Pechino nel giugno 2020. Non ci saranno la giuria né l’avvocato.
A difesa del magnate pro-democrazia si sono espressi molti personaggi politici internazionali. Nello specifico, ad esempio, il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Matthew Miller ha esortato le autorità di Pechino e di Hong Kong a “rispettare la libertà di stampa”.
Il processo viene seguito da vari osservatori di consolati esteri di Hong Kong, tra cui gli Usa, ma anche la Gran Bretagna, l’Australia e il Canada. Inoltre il governo statunitense e quello britannico hanno chiesto il rilascio del magnate. Cosa che però non è possibile secondo Pechino.
Anzi, il governo cinese rigetta le accuse che vengono mosse nei propri confronti da vari membri della comunità internazionale. Inoltre definisce le critiche legate a questo processo e al modo in cui stanno trattando il tycoon dei media come pure “diffamazioni e interferenze”.
Che cos’è successo
Lai è finito nel mirino legge sulla sicurezza nazionale cinese, la quale criminalizza atti di secessione, sovversione, terrorismo e collusione con forze straniere fino prevedere la pena massima dell’ergastolo. A proposito delle quattro contestazioni il 76enne si è definito “non colpevole”.
L’uomo, ideatore di Apple Daily (tabloid di successo promotore di diverse inchieste volte a difendere la democrazia), deve inoltre affrontare l’addebito di cospirazione per “pubblicazioni sediziose” legate alla testata.
Nel luglio del 2021 Apple Daily era stata costretta a cessare tutte le sue attività. Le autorità cinesi avevano congelato i beni del tabloid e arrestato alcuni manager della società. Il figlio del fondatore, Sebastien Lai, ha più volte chiesto l’aiuto della comunità internazionale per il rilascio del padre.
Ha affermato che il padre “è stato preso di mira” in quanto giornalista ed editore. Secondo molti il governo cinese starebbe cercando in questo modo di porre limiti alla sua libertà di espressione e alla democrazia che lui stesso difende.
Chi è Jimmy Lai
Jimmy Lai oggi ha 76 anni. È nato a Canton, in Cina. A 12 anni è riuscito a raggiungere Hong Kong, nascondendosi nella barca di un pescatore. All’epoca era una colonia britannica. Da giovanissimo ha lavorato come operaio in una fabbrica di guanti di lana. Si è fatto notare e ha 20 anni è diventato direttore dell’azienda.
Dopo aver accumulato diverso denaro è diventato imprenditore creando un proprio marchio di abbigliamento. Nel 1989, quando ci fu la famosissima rivolta degli studenti con i carri armati in piazza Tienanmen, egli si converti all’anti-comunismo.
Decise di vendere tutto ed investire nel settore della comunicazione. L’attivista a questo punto creò Apple Daily, che vedeva come primi reporter i rider che consegnavano le pizze a domicilio. Egli sosteneva che proprio loro fossero in grado di arrivare sulle notizie prima degli altri, essendo abituati al traffico e al caos della città e potendosi muovere in libertà.
Il tabloid ebbe un grande successo e portò avanti approfondite inchieste. Diventò un vero e proprio pilastro per la difesa della democrazia. Nel 2020 poi Jimmy Lai fu arrestato con l’accusa di aver violato la legge sulla sicurezza nazionale. Ora è in carcere da tre anni e proprio oggi parte il processo a suo carico.