Cos’è la sindrome dello stretto toracico? Si tratta di un disturbo che genera compressione neurovascolare e che arriva ad interessare gli arti superiori.
Generalmente questa malattia è causata da traumi fisici anche di varia entità. Ecco come si manifesta e quali possono essere i trattamenti terapeutici per guarirne.
Cos’è la sindrome dello stretto toracico: caratteristiche generali e cause
L’espressione sindrome dello stretto toracico, anche nota con l’acronimo inglese TOS, indica un quadro diagnostico caratterizzato dalla compressione del fascio nervoso e vascolare. Questa parte anatomica parte dall’altezza del collo e arriva ad innervare gli arti superiori.
Il fascio nervovascolare si incanala naturalmente in un restringimento dovuto alla convergenza tra clavicola, costole e muscoli del torace. In determinate circostanze però può essere compresso in maniera anomala e comportare gravi danni.
La sindrome porta non solo a dolore intenso ma anche l’impossibilità di muovere le braccia.
Nella maggior parte dei casi la sindrome dello stretto toracico è causata da condizioni traumatiche. Tra esse le più frequenti derivano da impatti ad alta velocità, come ad esempio in conseguenza da un incidente stradale.
In questi pazienti è facile che la compressione del fascio neurovascolare sia conseguenza della frattura scomposta della clavicola.
Un secondo fattore di rischio è invece rappresentato da movimenti repentini e nella fattispecie il posizionamento improvviso dell’arto superiore al di sopra della testa.
In questo caso le categorie più a rischio sarebbero i giovani sportivi che devono compiere lo stesso movimento a stretta ripetizione o lavoratori che devono svolgere quotidianamente lo spostamento di carichi pesanti.
La stessa condizione patologica può interessare pazienti già affetti da variazione anatomiche, per esempio perché nati con malformazioni alla costa cervicale o con un muscolo scaleno in più del normale.
Queste situazioni limitano ancor più lo spazio e provocare una compressione del fascio di nervi e vene che unisce la rachide cervicale al braccio.
I sintomi
L’entità del quadro sintomatologico della sindrome dello stretto toracico varia da paziente a paziente. Tuttavia in tutti i casi il disturbo si manifesta con parestesia degli arti superiori. La gravità del disturbo può essere funzione della causa scatenante.
Il paziente comunque avverte un sensibile formicolio al braccio e alle dita della mano proprio per il malfunzionamento del fascio nervoso dovuto alla compressione. Si può inoltre manifestare dolore intenso alla zona del collo, del muscolo trapezio e a tutta la spalla.
È invece meno frequente che la sindrome induca la compressione delle vene e delle arterie. In tal caso però la manifestazione dei sintomi è molto più evidente. L’anomalo afflusso sanguigno determina cianosi e gonfiore all’arto colpito.
Nonostante i sintomi possano subito far pensare ad una sindrome di tipo stretto toracico, la diagnosi deve essere confermata da uno specialista che escluderà altre patologie.
È tuttavia necessario intervenire il prima possibile per scongiurare compromissioni irreversibili alla capacità di movimento degli arti superiori.
Trattamento terapeutico
Il trattamento terapeutico si differenzia in base all’entità del danno provocato dalla sindrome. Il primo approccio cerca di escludere l’intervento chirurgico a favore di una terapia di tipo conservativo.
Vanno assolutamente evitati sovraccarichi, sia di trazione che di compressione, alla zona già lesionata per evitare una compromissione irreversibile al corretto passaggio sanguigno. A tal proposito è utile impiegare supporti per alleggerire la zona sofferente, come cuscini o appositi braccioli.
La terapia segue dunque un percorso fisioterapico con procedure manuali ed esercizi mirati di rinforzo. Le tecniche fisioterapiche andranno poi valutate in funzione dello specifico paziente. Quando la sindrome dello stretto toracico induce dolore acuto il trattamento si può avvalere della somministrazione di appositi farmaci.
Solo nei casi più gravi, come quelli conseguenti da violenti incidenti stradali, si arriva a dover intervenire con un’operazione chirurgica in modo da ridurre la pressione sulla zona interessata.