Deduzioni familiari a carico: controlli di fine anno per molti contribuenti. La normativa prevede la possibilità per il contribuente di ottenere deduzioni fiscali per i familiari fiscalmente a carico. Pertanto, puntualmente in fase di dichiarazione dei redditi, molti contribuenti ottengono uno sgravio fiscale sull’importo dell’imposta dovuta, a condizione che i familiari a carico rientrino nelle soglie reddituali previste annualmente dalla legge.

L’Agenzia si riserva il diritto di verificare la sussistenza dei requisiti soggettivi per fruire delle deduzioni per i familiari a carico in sede di dichiarazione dei redditi. Vediamo insieme come funzionano i controlli di fine anno sulle deduzioni familiari a carico.

Detrazioni Familiari a carico 2023

 Il lavoratore durante l’anno deve comunicare al proprio datore di lavoro la presenza di familiari fiscalmente a carico, per i quali richiede le detrazioni fiscali in busta paga. È possibile che vengano superati i limiti previsti dalla legge sulle soglie reddituali che permettono l’applicazione della detrazione. Pertanto, potrebbe accadere che il lavoratore abbia usufruito di detrazioni fiscali non dovute.

In questo caso, può trasmettere la variazione al datore di lavoro e successivamente, in fase di conguaglio IRPEF, restituire le somme percepite indebitamente; oppure restituire le somme percepite indebitamente a titolo di detrazione familiare a carico in sede di dichiarazione dei redditi.

 Istruzioni Agenzia delle Entrate

 Quali sono i familiari fiscalmente a carico nelle dichiarazioni 2023?

Rientrano nel quadro sei soggetti fiscalmente a carico del contribuente, al fine del rilascio delle detrazioni dall’imposta per il coniuge, i figli o gli altri familiari a carico. È importante notare che le detrazioni, se spettanti, vengono calcolate sulla base dei dati forniti dal soggetto che presta la dichiarazione di assistenza fiscale.

L’Agenzia delle Entrate, nel quadro delle istruzioni per la compilazione del 730/2023, riporta:

“Sono considerati familiari fiscalmente a carico i membri della famiglia che nel 2022 hanno posseduto un reddito complessivo uguale o inferiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili. Sono considerati fiscalmente a carico i figli di età non superiore a 24 anni che nel 2022 hanno posseduto un reddito complessivo uguale o inferiore a 4.000 euro, al lordo degli oneri deducibili”.

Quando si perdono le detrazioni per familiari a carico 2023?

Le detrazioni per carichi di famiglia sono condizionate dal reddito; pertanto, il contribuente che presta l’assistenza fiscale dovrà calcolare l’importo delle detrazioni spettanti in base alle disposizioni normative previste dall’articolo 12 del TUIR.

È importante notare che nella soglia reddituale di 2.840,51 euro, oppure entro il limite di 4.000 euro, devono rientrare i redditi del familiare fiscalmente a carico. Pertanto, se non si rispettano tali parametri, il familiare non può essere considerato fiscalmente a carico. La normativa non tiene conto dei mesi il cui i familiare ha prodotto il reddito, ma bensì del superamento dei limiti che comporta la perdita della detrazione per l’intero anno.

Inoltre, nel calcolo vanno computate ulteriori somme aggiuntive che non sono comprese nel reddito, tra cui:

  • il reddito dei fabbricati assoggettato alla cedolare secca sulle locazioni;
  • le retribuzioni corrisposte da Enti e Organismi Internazionali, Rappresentanze diplomatiche e consolari, Missioni, Santa Sede, Enti gestiti direttamente da essa ed Enti Centrali della Chiesa Cattolica;
  • la quota esente dei redditi di lavoro dipendente prestato nelle zone di frontiera ed in altri Paesi limitrofi in via continuativa e come oggetto esclusivo del rapporto lavorativo da soggetti residenti nel territorio dello Stato;
  • il reddito d’impresa o di lavoro autonomo assoggettato ad imposta sostitutiva in applicazione del regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità (art. 27, commi 1 e 2, del D.L. 6 luglio 2011, n. 98);
  • il reddito d’impresa o di lavoro autonomo assoggettato ad imposta sostitutiva in applicazione del regime forfetario per gli esercenti attività d’impresa, arti o professioni (art. 1, commi da 54 a 89, legge 23 dicembre 2014, n. 190).

Come capire se un familiare è a carico?

La normativa considerare familiari fiscalmente a carico anche i conviventi con il contribuente o residenti all’estero, come:  

  • il coniuge non legalmente ed effettivamente separato;
  • i figli (compresi i figli adottivi, affidati o affiliati) indipendentemente dal superamento di determinati limiti di età e dal fatto che siano o meno dediti agli studi o al tirocinio gratuito; gli stessi, pertanto, ai fini dell’attribuzione della detrazione non rientrano mai nella categoria “altri familiari”.

Come spiegato dall’Agenzia delle Entrate nelle istruzioni del 730, vengono considerati a carico anche altri familiari:

  • il coniuge legalmente ed effettivamente separato;
  • i discendenti dei figli;
  • i genitori (compresi quelli adottivi);
  • i generi e le nuore;
  • il suocero e la suocera;
  • i fratelli e le sorelle (anche unilaterali);
  • i nonni e le nonne.

 È importante considerare che viene applicata la detrazione per i familiari, a condizione che convivano con il contribuente o che ricevano dallo stesso assegni alimentari non risultanti da provvedimenti dell’Autorità giudiziaria.

Detrazioni Familiari a carico 2023

Quali sono le sanzioni amministrative?

Per quanto riguarda le sanzioni amministrative, in caso di omessi, tardivi o carenti versamenti, si applica una sanzione amministrativa nella misura del 30 per cento sull’importo non versato, ridotta del 15% se il pagamento viene regolarizzato entro 90 giorni a partire dalla data di scadenza.

L’Agenzia delle Entrate, nella circolare n. 14/E, “Raccolta dei principali documenti di prassi relativi alle spese che danno diritto a deduzioni dal reddito, detrazioni d’imposta, crediti d’imposta e altri elementi rilevanti per la compilazione della dichiarazione dei redditi delle persone fisiche e per l’apposizione del visto di conformità per l’anno d’imposta 2022′, specifica“:

“In caso di presentazione di una dichiarazione rettificativa mediante modello 730, se la rettifica riguarda sia errori che comportano l’apposizione di un visto infedele, sia errori che non comportano l’apposizione di un visto infedele, la responsabilità è limitata al pagamento di una somma pari al 30 per cento della maggiore imposta riscontrata in relazione all’errore che configura il visto infedele.

Nel caso di presentazione di un modello 730 rettificativo con pagamento da parte del CAF o del professionista di una somma pari al 30 per cento della maggiore imposta riscontrata e da parte del contribuente delle imposte e interessi, l’ufficio, se riscontra un ulteriore errore non sanato con il modello 730 rettificativo, deve tenere conto degli importi già sanati con il pagamento delle imposte, interessi e della somma pari al 30 per cento della maggiore imposta che erano scaturiti dal 730 rettificativo”.