Il settore della blockchain si arricchisce praticamente giorno dopo giorno di soluzioni espressamente dedicate ai pagamenti. Progetti i quali si propongono di favorire transazioni efficienti, rapide e sicure, bypassando i difetti delle blockchain di prima generazione.

Anche COTI si propone in questo novero. Il sistema che è stato varato per riuscirci ha destato notevole interesse tra addetti ai lavori ed esperti, proprio perché sembra in grado di rispettare i propositi sbandierati.

COTI: di cosa si tratta

COTI è un ecosistema di layer 2 che si propone come soluzione alle sfide della finanza, centralizzata e decentralizzata. La sua rete è stata progettata appositamente per assicurare pagamenti veloci, convenienti e sicuri.

COTI si è affidato ad un nuovo tipo di protocollo basato sulla tecnologia DAG (Directed Acyclic Graph), che condivide molti punti con quella blockchain. Anche in questo caso, infatti, esistono un libro mastro distribuito, un meccanismo di consenso e una rete P2P.

A renderla diversa è però proprio il tipo di grafico che viene utilizzato. In questo caso non esiste un ciclo che si ripete, ma il procedimento va dritto alla meta. Ne consegue una cosa ben precisa: invece di attendere il completamento della transazione precedente prima di convalidarne una nuova, come avviene nel caso della blockchain, le operazioni possono essere elaborate in parallelo.

Da qui ne deriva la maggiore velocità nel processo di convalida delle transazioni, tale da aumentare in modo esponenziale la scalabilità dei progetti che si affidano alla DAG.

Come funziona COTI

Il funzionamento di COTI, quindi, è quello tipico delle reti sottoposte alla tecnologia dei Directed Acyclic Graph. Il protocollo che ne consegue è indicato con il nome di TrustChain ed è in grado di operare una significativa riduzione dei costi delle transazioni e un contemporaneo aumento del throughput, tale da impennarsi sino a 100mila TPS (transazioni al secondo).

COTI è dotato di un meccanismo di consenso Proof of Trust (PoT), una combinazione di Proof-of-Work e DAG. La seconda è denominata Cluster e provvede a mettere le transazioni in sequenza, una dopo l’altra. La convalida di una nuova transazione necessita del suo collegamento a due precedenti da parte dei nodi di convalida.

I validatori sono a loro volta selezionati sulla base della loro affidabilità. Ogni utente e nodo nel Cluster è sottoposto ad un processo di valutazione che culmina nel Trust Score, un punteggio derivante dallo storico dei comportamenti e dalle statistiche di pagamento. Un Trust Score elevato è sinonimo di maggiore velocità e minori costi di commissione.

Avviata una transazione su COTI, l’algoritmo di Source Selection provvede alla sua assegnazione casuale a due nodi di convalida dotati di Trust Score simile. In tal modo, le transazioni di utenti attendibili saranno confermate in tempi più rapidi. Inoltre, l’elaborazione in parallelo garantisce scalabilità e sicurezza sulla rete.

A comprimere i costi concorre anche l’assenza del mining. La Proof-of-Work, infatti, è utilizzata solo per impedire processi di spamming e come forma di incentivo per la partecipazione alla rete.

Per quanto riguarda il token presente all’interno della rete, denominato COTI, prevede un’offerta massima pari a due miliardi di esemplari. Può essere utilizzato sulle mainnet Trustchain, BNB Chain, come BEP-2 e BEP-20, e Ethereum, sotto forma di ERC-20. Per le interazioni tra le diverse reti è possibile fare leva su COTI Bridge.

Le prospettive per il futuro

COTI si presenta come un sistema molto valido dal punto di vista tecnologico. A concorrere in maniera determinante in tal senso è proprio la tecnologia DAG, che sta sempre più prendendo piede in ambito blockchain. A favorirla il modo di elaborare le transazioni in parallelo e non in modo ciclico, che si traduce in maggiore scalabilità.

Il token può essere impiegato non solo per le operazioni che avvengono all’interno della rete, ma anche per lo staking e ha un carattere deflattivo. Caratteristiche le quali sembrano favorirne la diffusione e, di conseguenza, la quotazione. Non stupirebbe quindi una crescita di COTI tale da consentirgli agevolmente di abbandonare il 370° posto attualmente detenuto nella classifica di settore.