Calciatore prima, giornalista e opinionista poi. Stefano Impallomeni ha dedicato tutta la sua vita al calcio, con un filo conduttore irrinucniabile: l’amore per la Roma. Con la maglia giallorossa addosso è cresciuto calcisticamente, affermandosi nelle giovanili e fino ad approdare in prima squadra. L’esordio tra i professionisti, a soli 16 anni, nel match di ritorno degli ottavi di finale di Coppa Italia. Poi la possibilità del grande salto, grazie ad Eriksson e qualche anno in prestito per completare il processo di maturazione. Per commentare il momento della squadra di Mourinho, concentrandoci su Bologna-Roma, Impallomeni è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Bologna-Roma, Impallomeni a Tag24
La Roma si scrolla di dosso le fatiche dell’Europa League e si prepara a un’altra partita tosta e complicata. La squadra di Mourinho domani se la dovrà vedere con il Bologna, rivelazione di Thiago Motta. Un big match, uno scontro diretto, questo dice la classifica. Una gara complicata, a cui i capitolini arrivano in emergenza: al Dall’Ara mancheranno Lukaku, per squalifica e Dybala per infortunio. Belotti scalda i motori, domani dovrà giocarsi al massimo questa chance, ma il Gallo sa bene che non sarà semplice. I Felsinei giocano bene, subiscono poco e per fare gol in casa loro servirà massima concentrazione. Per commentare la gironata di campionato e la partita delle ore 18.00, Bologna-Roma, Imapllomeni, che in giallorosso ha vissuto anni importanti della sua carriera, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Partita complicata per la Roma perchè il Bologna è la rivelazione di questa prima parte di stagione. Che cosa ti aspetti?
“Quella di domani è una partita sicuramente difficile, perché il Bologna è una squadra che ti fa stare in una sorta di equilibrio. Segna poco e perde poco, perché finora si è fermata solo con Milan e Fiorentina. È una squadra che ha una chiara identità di gioco e ha molta pazienza. Per la Roma sarà molto difficile, ma potrà trovare, nonostante le assenze, il suo perché. Se sta in campo e aspetta il momento giusto e gli spazi giusti, prima o dopo può sorprendere i Felsinei”.
Hai fatto riferimento alle assenze di Lukaku e Dybala, i due pezzi pregiati dei giallorossi. Come si sostituiscono leader del genere?
“Sono due essenze pesantissime, ma io penso una cosa: in base al piano gara, e a quello che determinerà l’allenatore, per la Roma sarà vietato andare sotto. Se loro fanno gol, potrebbe diventare davvero difficile ribaltarla. Bisognerà vedere come sta Azmoun e si potrebbe partire con Belotti e pellegrini sotto punta, piuttosto che El Shaarawy. Resta però il fatto che lì davanti ci sono poche persone che possono cambiare le sorti del match. La Roma deve sperare di rimanere sempre in partita e provare ad andare sopra. So che a Bologna c’è molto entusiasmo, perché sono lì, ci credono e se la giocano senza grandi pressioni”.
Domani l’attacco sarà affidato a Belotti, quanto ci si aspetta da lui?
“Aveva iniziato molto bene, ma poi è arrivato Lukaku e si è dovuto fermare. Il primo anno era un oggetto misterioso, poi aveva ingranato, ma è quasi una maledizione per lui. Ora servirà una risposta, non solo nel sostituire Lukaku ma anche nel farci capire se è quello di inizio stagione oppure no. Lui è uno che ha bisogno di giocare per entrare in forma e lo stop non lo favorisce, ma quella di domani è la sua partita”.
Il futuro della Roma è con Mourinho?
“Bella domanda. Ultimamente lo vedo saldo, tranquillo. Sinceramente però non mi sorprenderei se dovessero annunciarne il rinnovo e neanche se dovessero decidere di chiudere il rapporto. La cosa incredibile è che la tifoseria è tutta dalla sua parte e questo è un fenomeno difficilmente spiegabile, che va al di là dai risultati e a cui non abbiamo mai assistito. Può allenare anche se perde o pareggia, e anche se gioca male, l’importante è che ci sia lui”.
Nel nome di Mihajlovic
Arrivati a questo punto Thiago Motta, secondo te, è pronto per il grande salto in un top club?
“Sinceramente credo di sì, perché ha i requisiti perfetti per un grande club. È stato un campione in campo e ha vissuto spogliatoi importanti, convivendo con personalità complesse. Lui stesso ha un bel carattere e mi piace molto come comunica e come allena i suoi. Me lo raccontano come uno molto attento ai dettagli, è un professionista e sa relazionarsi perfettamente in base all’ambiente in cui è inserito. È direttamente proporzionale al posto in cui vive e per questo penso che possa stare bene anche in un grande club. Sta vivendo molto bene a Bologna e secondo me ha raccolto anche in maniera intelligente e con sensibilità l’eredità di Sinisa Mihajlovic. Questa squadra è anche la sua”.
A proposito di questo, vista la ricorrenza, quella di domani sarà una partita in ricordo proprio di Mihajlovic…
“Sinisa è stato un uomo eccezionale, un campione eccezionale, con una famiglia eccezionale. Mi è capitato di intervistarlo circa 20 anni fa e fu ospitale e divertente. Abbiamo parlato tanto di un Mondiale giovanile dell’87 in cui non fu convocato e la Jugoslavia vinse con Boban e Suker. Lui ci rimase male e a distanza di anni aveva ancora il dente avvelenato con l’allenatore. Fu una bella chiacchierata. Ha mantenuto sempre un grande entusiasmo, una grande forza e metteva passione su ogni cosa che faceva. È stato un ottimo allenatore e oggi a Bologna stanno ancora raccogliendo i frutti anche del suo lavoro. Motta è molto bravo, ma si Sinisa aveva gettato le basi”.