Le Decentralized Autonomous Organization (DAO) rappresentano una realtà sempre più importante nella criptosfera. Il motivo del loro successo è in fondo molto semplice: l’innovazione finanziaria è nata su basi ben precise, una delle quali è rappresentata dalla democrazia reale.
Nel mondo della finanza tradizionale la democrazia può dirsi ormai saltata da molto tempo, ove mai sia esistita. Le criptovalute, a partire da Bitcoin, hanno quindi posto a fondamento della propria esistenza l’inclusione, quella di miliardi di persone che al momento non hanno la possibilità di gestire il proprio patrimonio.
Per realizzare la democrazia, la blockchain propone il decentramento. Più sono gli interessati ai processi decisionali, maggiore è la possibilità che formino pericolosi monopoli. Le DAO sono nate su questo assunto. La domanda che molti si pongono, è quindi la seguente: come è possibile formarne una?
DAO: sono sempre più popolari
Le DAO devono la loro popolarità alle istanze di democrazia di cui sono sinonimo. Se ne è iniziato a parlare molto nel 2016, per la clamorosa vicenda di The DAO, il fondo di venture capital creato su Ethereum. Il progetto fu oggetto di un attacco ad appena tre settimane dalla sua creazione, con la sottrazione di ingenti risorse, tanto da rendere necessario un hard fork teso al ripristino del codice, eliminando dallo stesso la vulnerabilità che aveva favorito gli attaccanti.
Con il passare degli anni, naturalmente, il sistema si è andato affinando, sino a diventare un tratto caratterizzante dell’ecosistema blockchain. In particolare di quella finanza decentralizzata ove i modelli di governo che la caratterizzano sono sempre più diffusi.
Naturalmente, ogni organizzazione autonoma decentralizzata ha le sue peculiarità, ma il modello di base è ben chiaro: chi possiede token ha il diritto di prendere parte ai processi decisionali interni alla rete. Un diritto il quale è naturalmente proporzionale al quantitativo detenuto. Oltre a votare, i detentori delle monete virtuali hanno inoltre la facoltà di proporre modifiche in relazione al modo di funzionare della DAO.
DAO: cosa occorre fare per la sua creazione?
Come ricordato, ogni DAO è diversa dall’altra. Ci sono però alcuni che possono essere rintracciati all’interno di esse, quasi sempre. Stiamo parlando delle seguenti caratteristiche:
- uno scopo alla base del progetto. Trattandosi di un modo teso a ottimizzare progetti, la mancanza di uno scopo rende del tutto inutile il varo della DAO;
- la presenza di un token di governance. Proprio il possesso di questo genere di asset rende possibile la partecipazione degli utenti e lo stabilimento non solo del diritto a votare, ma anche il peso specifico del voto di ognuno di essi;
- un meccanismo di voto ben preciso. Le blockchain interessate possono crearne uno ex novo, oppure affidarsi ad un’azienda esterna per avere una base in tal senso;
- la comunità, che per realizzare veri livelli di decentralizzazione deve essere più ampia possibile, facendo della DAO un ecosistema vitale;
- un meccanismo di gestione dei fondi. Si tratti di tesoreria o accesso a crowdfunding, solitamente è prevista la presenza di un wallet multisig, la cui utilizzazione dipende dal consenso dei partecipanti alla DAO.
Conclusioni
Le DAO rappresentano una realtà sempre più diffusa in ambito blockchain. A renderle tali le esigenze di reale democrazia che pur essendo alla base delle criptovalute sono spesso state disattese nella realizzazione pratica dei vari progetti.
Vararne una non è complicato, anche perché molte piattaforme offrono gli strumenti per farlo in assoluta semplicità, a partire da STP. Prima di procedere alla sua creazione, però, occorre avere idee molto chiare, per non sobbarcarsi un’impresa in grado di rivelarsi inutile, all’atto pratico.
In definitiva, lanciarne una dal punto di vista tecnico non è difficile, ma crearne una in grado di avere successo può rivelarsi molto più complicato del previsto. Ecco perché bisogna partire creando basi teoriche in grado di rivelarsi utili e, soprattutto, avere uno scopo ben preciso.