Nel 2024, la pensione di reversibilità viene trasmessa ai superstiti. Ci sono novità? Il trattamento economico diretto viene riconosciuto in caso di decesso del pensionato, mentre quello indiretto riguarda la perdita dell’assicurato in favore dei familiari superstiti.

Per il prossimo anno, sono diverse le novità sul fronte pensionistico, incluse quelle che riguardano direttamente la pensione di reversibilità. Riceviamo numerose domande riguardanti l’applicazione dell’adeguamento dovuto al tasso di inflazione; in particolare, molti lettori sono interessati alle variazioni previste per le pensioni di reversibilità. Vediamo insieme le novità sulla pensione di reversibilità per il 2024.

Pensione di reversibilità 2024

 Con l’introduzione delle nuove regole previdenziali a partire dal mese di gennaio 2024, si intravedono cambiamenti anche per le pensioni dei superstiti. È importante notare che la pensione di reversibilità si ridimensionava per i genitori, fratelli e sorelle a carico del defunto.

Nell’ipotesi in cui venga a mancare il pensionato, gli eredi diretti, ovvero marito o moglie, ottengono la pensione diretta. Se, invece, viene a mancare un lavoratore, la pensione indiretta viene riconosciuta ai superstiti, come moglie, marito e figli, a condizione che si soddisfino i requisiti di legge.

Requisiti, limiti e decurtazioni

A chi spetta la pensione di reversibilità?

 L’INPS eroga, a titolo di pensione di reversibilità, una quota percentuale del trattamento economico previdenziale che spettava all’assicurato deceduto.

La prestazione economica spetta ai superstiti:

  • coniuge o unito civilmente;
  • coniuge separato;
  • coniuge divorziato, a condizione che sia titolare dell’assegno divorzile, che non sia passato a nuove nozze e che la data di inizio del rapporto assicurativo del defunto sia anteriore alla data della sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio.

È importante notare che la pensione di reversibilità viene attribuita al superstite a carico dell’assicurato o del pensionato deceduto. Il trattamento è subordinato alla verifica dell’accertamento di coabitazione o della vivenza a carico del superstite con il defunto.

Ai figli spetta la pensione di reversibilità?

 Come si legge dall’INPS, la prestazione economica spetta ai superstiti:

• figli ed equiparati:

  • i figli minorenni alla data del decesso del dante causa;
  • i figli inabili al lavoro e a carico del genitore al momento del decesso, indipendentemente dall’età;
  • i figli maggiorenni studenti, a carico del genitore al momento del decesso, che non prestino attività lavorativa, che frequentano scuole o corsi di formazione professionale equiparabili ai corsi scolastici, nei limiti del 21° anno di età;
  • i figli maggiorenni studenti, a carico del genitore al momento del decesso, che non prestino attività lavorativa, che frequentano l’università, nei limiti della durata legale del corso di studi e non oltre il 26 anno di età.

I figli studenti hanno diritto al trattamento anche se svolgono un’attività lavorativa associata a un piccolo reddito. Nello specifico, il beneficio è condizionato dalla presenza di un reddito annuo non superiore a un importo pari alla pensione minima regolamentata dal Fondo Pensioni lavoratori dipendenti, a cui segue una maggiorazione nella misura del 30%.

Quanto aumenta la pensione?

Le principali novità della pensione di reversibilità riguardano l’applicazione della perequazione annuale strettamente legata al tasso di inflazione, un aumento dovuto per compensare la perdita del potere di acquisto dei pensionati.

A partire dal 1° gennaio 2023 è stato applicato un tasso dell’8,8%, inclusivo dell’indice di rivalutazione del 7,3%, a cui è stato sommato un ulteriore 1,5%, ovvero un punto percentuale straordinario per il 2023, mentre per il 2024 si attesterà al 2,7%.

Le aliquote di reversibilità sono stabilite nelle seguenti misure:

  • coniuge solo: 60%;
  • coniuge e un figlio: 80%;
  • coniuge e due o più figli: 100%.

Le aliquote di reversibilità per figli, genitori, fratelli o sorelle:

  • un figlio: 70%; due figli: 80%; tre o più figli: 100%;
  • un genitore: 15%; due genitori: 30%;
  • un fratello o sorella: 15%; due fratelli o sorelle: 30%; tre fratelli o sorelle: 45%; quattro fratelli o sorelle: 60%; cinque fratelli o sorelle: 75%; sei fratelli o sorelle: 90%; sette o più fratelli o sorelle: 100%.

In base alle disposizioni normative contenute nell’articolo 1, comma 41, della legge 8 agosto 1995, n. 355, i trattamenti pensionistici ai superstiti sono cumulabili con i redditi del beneficiario nei limiti di cui all’allegata tabella F.

Nello specifico, si applicano delle riduzioni in base all’adeguamento del tasso di interessi al 5,4%. L’importo minimo della pensione per il 2024 non supera 598,61 euro.

I limiti di cumulabilità riguardano i seguenti redditi:

  • nessuna riduzione per redditi non superiori a 23.345,79 euro;
  • riduzione del 25% per redditi inclusi tra 23.345,79 e 31.127,72 euro;
  • riduzione del 40% per redditi inclusi tra 31.127,72 e 38.909,65 euro;
  • riduzione del 50% per redditi di oltre 38.909,65 euro.

Tali limiti di cumulabilità non trovano applicazione sui beneficiari minori, studenti o inabili. Nel merito, la Corte Costituzionale con la sentenza n. 162/2022 ha fornito ulteriori indicazioni spiegando che la decurtazione effettiva della pensione non può essere applicata in misura superiore alla concorrenza dei redditi stessi.