È possibile recuperare 5 anni di contributi per andare in pensione prima? Molti lavoratori sperano di festeggiare il traguardo della ‘pensione’ ancor prima di raggiungere l’età pensionabile. In Italia, dal prossimo anno sarà più difficile perfezionare i requisiti per la pensione anticipata, poiché nella legge di Bilancio, molto probabilmente, saranno rinnovate Quota 103, Ape sociale e Opzione donna, ma con un inasprimento delle condizioni.

Sicuramente, ci si aspettava un bel regalo di Natale; molti speravano in un rinnovo delle misure senza penalizzazioni. La mancata garanzia di un futuro previdenziale per i lavoratori è dovuto alle scelte operate dall’Esecutivo, orientate alla sostenibilità dei conti pubblici.

È anche vero che il rimbalzo dei tassi di interesse, insieme alla pressione del deficit e dell’inflazione, rendono vani gli sforzi del governo nel tentare di ammorbidire l’stituire di diverse misure. Vediamo insieme quando e come è possibile recuperare 5 anni di contributi per la pensione.

Pensione 2024: come recuperare 5 anni di contributi

 Il governo italiano, per il prossimo anno, intende rinnovare le misure pensionistiche in scadenza il 31 dicembre 2023. Tuttavia, la proroga della misura Quota 103, Ape sociale e Opzione donna dovrebbe essere accompagnata da una lista di correttivi e novità, a cui si aggiunge anche il ripristino della vecchia “pace contributiva”. Ed è questa misura che permetterà a molti lavoratori di recuperare almeno 5 anni di contributi utili ai fini previdenziali, salvo modifiche.

A riguardo, si precisa sin da subito che, non si tratta di una contribuzione volontaria, bensì della possibilità di riscattare periodi non coperti da anzianità contributiva. Vediamo insieme come funziona la nuova pace contributiva per il 2024.

Pace contributiva, deducibilità e rateizzazione

Chi può riscattare 5 anni di contributi?

L’INPS ha fornito spiegazioni sul riscatto dei periodi non coperti da contribuzione, regolamentato dall’articolo 20, commi 1-5, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4 convertito con modificazioni in legge 28 marzo 2019, n. 26.

In sintesi, secondo la normativa applicata negli anni precedenti, la facoltà di riscatto può essere richiesta dai lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti dei lavoratori dipendenti e alle forme sostitutive ed esclusive della medesima, nonché alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, e alla Gestione Separata, che possono riscattare, in tutto o in parte, cinque anni anche non continuativi.

Questa disposizione normativa dovrebbe essere incollata al biennio 2024 – 2025; pertanto, la nuova pace contributiva garantirebbe il recupero dei periodi privi di contribuzione obbligatoria, figurativa, volontaria o da riscatto. Il lavoratore potrebbe riscattare un periodo massimo di 5 anni di contributi, compresi tra l’anno del primo e quello dell’ultimo contributo comunque accreditato (obbligatorio, figurativo, da riscatto).

Secondo quanto si legge da Investireoggi.it, l’onere di riscatto potrebbe essere regolarizzato in unica soluzione o con un rateizzo in almeno 120 rate mensili (10 anni), ciascuna di importo non inferiore a 30 euro; non sarebbe prevista l’applicazione di interessi per il rateizzo. Non verrebbero ammessi al riscatto i lavoratori prossimi alla pensione diretta, indiretta o in presenza di una richiesta di versamenti contributivi volontari.

Come presentare la domanda per recuperare anni contributi ai fini della pensione?

 La richiesta potrebbe essere presentata dal richiedente o dal superstite. È importante notare che il lavoratore potrebbe portare in detrazione l’onere versato dall’imposta lorda nella misura del 50%, con una suddivisione in almeno cinque quote all’anno. Infine, la richiesta potrebbe essere presentata anche dal datore di lavoro (settore privato). In questo caso, l’onere versato risulta deducibile dal reddito di impresa e da lavoro autonomo.

In conclusione, il riscatto degli anni di contributi è un meccanismo che permette di aumentare o raggiungere la pensione, nei limiti consentiti dalla legge. Il calcolo del corrispettivo da regolarizzare è condizionato dalla presenza del Fondo a cui viene versato l’accumulo contributivo.

Per maggiori dettagli, si attende la pubblicazione del testo definitivo della legge di Bilancio nella Gazzetta Ufficiale.