Ammesso che sia da considerare sacrosanto il titolo dell’evento in cartellone nella seconda serata ad Atreju, ossia “Premierato: fine dei giochi. Di Palazzo“, le prospettive della riforma non sono esattamente rosee. E questo addirittura per voce del presidente del Senato, Ignazio La Russa, che a Castel Sant’Angelo, per la manifestazione di Fratelli d’Italia, viene accolto da eroe tra selfie, autografi e strette di mano.
La Russa sul palco di Atreju: “Vana la speranza che il premierato passi con i 2/3 dei voti in Parlamento”
Affiancato sul palco dal ministro per le Riforme istituzionali e la Semplificazione normativa, Maria Elisabetta Alberti Casellati, dal presidente della Fondazione Leonardo, Luciano Violante, e dal professore di Istituzioni di Diritto Pubblico, Francesco Saverio Marini, La Russa si è mostrato pessimista:
La speranza che la riforma sul premierato passi con il voto di due terzi del Parlamento è vana.
Per poi proseguire con un affondo che non passa inosservato quanto a durezza:
Neanche se avessimo riscritto la Costituzione del Partito comunista sovietico ci avrebbero dato ragione. Nessuna riforma passerà mai con i voti della gran parte delle opposizioni, allora tanto vale farla bene.
Applausi dalla platea. Di gradimento per le riforme da fare bene o piuttosto per l’accostamento tra le opposizioni al governo Meloni e il Pcus? Forse un po’ e un po’, mentre la seconda carica dello Stato si prepara a mettere in archivio una settimana intensa tra scherzi da intelligenza artificiale e difese inattese.
Casellati: “No alla riforma a colpi di minoranza”
Di diversa forma ma medesima sostanza il pensiero del ministro Casellati.
La riforma è ora in fase di discussione alla commissione Affari costituzionali del Senato. Se ci sarà qualcosa da modificare, si modificherà. L’importante è che sia sintonica con l’impianto di questo progetto.
Segue il “però”.
Siamo aperti, a condizione che il dialogo non diventi un monologo. Non è che per andare d’accordo bisogna dire sì a tutto. Sennò sarà una riforma a colpi di minoranza e non di maggioranza.