Il ministro della giustizia Carlo Nordio è intervenuto alla seconda giornata della kermesse organizzata da FdI a Roma, Atreju 2023. Un’occasione per parlare della riforma della giustizia che arriverà subito dopo quella del Premierato. il ministro l’ha definita “una rivoluzione copernicana”.

Il ministro Carlo Nordio ad Atreju 2023: “Le riforme non saranno rallentate”

Il ministro della giustizia Nordio- ai microfoni dell’inviato di TAG24 Thomas Cardinali presente oggi 15 dicembre 2023 alla seconda giornata di Atreju 2023– ha assicurato che le riforme costituzionali in programma non subiranno rallentamenti. Subito dopo quella sul premierato, arriverà quindi la riforma della giustizia.

Abbiamo assicurato che le riforme non saranno rallentate, avranno una serie di step, di cronoprogrammi che sono modulati a seconda della natura della riforma, perché la riforma costituzionale che faremo impegna molto più tempo di una di legge ordinaria. Poiché, in questo momento, la riforma costituzionale prioritaria è sul premierato, quella sulla giustizia arriverà subito dopo ma arriverà. Nel frattempo andremo avanti con le leggi ordinarie, il pacchetto cosiddetto ‘Nordio’ è già passato al Senato e proseguirà alle Camere, penso che entro la primavera sarà approvato. Abbiamo detto che sulle intercettazioni ci sarà una riforma importante

ha dichiarato Nordio.

Nordio: “Andremo avanti anche con la riforma della giustizia civile”

Il ministro Nordio ha poi evidenziato la necessità di riformare anche la giustizia civile, di cui “non si parla mai sui giornali”.

Anche se non se ne parla mai, andremo avanti anche con la riforma della giustizia civile, che non fa notizia, lo so benissimo. Eppure la criticità maggiore della giustizia italiana è la lentezza dei processi civili, che ci costa il 2% del PIL e riduce gli investimenti sia degli stranieri che degli stessi italiani in Italia. L’incertezza del diritto riduce la fiducia negli investimenti. La nostra priorità è di rendere più efficace la giustizia civile e raggiungere gli obiettivi indicati dal PNRR

spiega il ministro. Che conclude ribadendo:

La giustizia civile non ha l’impatto emotivo di quella penale, ma in realtà nella vita dello Stato incide moltissimo per la sua lentezza. Occorre accelerare i processi rendendo più veloci le procedure.