Dopo l’avventura decennale con i Dear Jack, Lorenzo Cantarini torna in veste solista: è uscito venerdì 15 dicembre 2023 per MaglioneDischi, “Ogni Ultima Volta”, il primo singolo di questo nuovo viaggio, scritto dallo stesso Lorenzo insieme a Vincenzo Fucito.

Lorenzo Cantarini: intervista di Tag24

Tag24 ha contattato telefonicamente Lorenzo Cantarini per parlare di “Ogni ultima volta” e non solo!

Torni da solista, come ti senti in questa nuova avventura?

Allora sono veramente emozionato, sono curiosissimo di interagire con me stesso. Diciamo che è stata un’esigenza che è maturata nel tempo, nell’arco degli ultimi 2 o 3 anni. A dire il vero io ho cominciato a suonare che ero veramente piccolo, avevo 10, 11 anni. Ho iniziato a suonare la chitarra e poi a cantare. Ma la mia dimensione ideale, quindi, pensando anche ai chitarristi, alla musica che ho nel cuore, è quella delle band. Sono amante del rock, del blues e soprattutto del rock classico. Sono cresciuto studiando e suonando Led Zeppelin, i Beatles, i Pink Floyd, i Queen. Quindi ho sempre avuto il sogno della band, cosa che poi è sempre stata nella mia vita. La musica è diventata il mio mestiere con i Dear Jack. La band è una dimensione incredibile, la condivisione di arte che che è una famiglia composta da fratelli che si conoscono in tutto e per tutto. Veramente una cosa magica.

E perché allora hai deciso di prendere un’altra strada?

A un certo punto mi sono chiesto: “Ma non è che questa dimensione ti serve anche perché ti fa da scudo, perché magari da solo non saresti in grado? Perché magari da solo non saresti capace di essere presente a te stesso e di raccontare le tue idee?“. Il Covid mi ha messo nella situazione di essere da solo profondamente. Con i Dear Jack ci siamo allontanati in quel periodo dal punto di vista professionale, perché comunque siamo sempre in in ottimi rapporti. È nata l’esigenza di vivere questa sfida e soprattutto sono nati dei brani. Mi sono fatto uno studio di registrazione in campagna da me, sono andato via da Milano. Non sono una creatura cittadina, io sono un uomo di terra e di mare. E quindi lì mi sono esplorato in maniera diversa e ho accolto una sfida che ho rimandato per un po’ di tempo e adesso, anche grazie ad alcune persone che credono molto in me e che mi hanno aiutato con la produzione, con lo sviluppo del progetto da un punto di vista sia dell’immagine che del suono, sono uscito con con me stesso. Devo dire che credo molto nei miei pezzi, ho fatto tantissime foto, tantissimi video e spesso compaio nudo/seminudo. E questa è una cosa che che per me è allegorica, io veramente mi sto mettendo a nudo.

E come mai hai scelto Ogni ultima volta per cominciare questo viaggio?

Questo pezzo è fatto veramente di fuoco, di getto, di passionalità, istintivo. Quando è finito il periodo con i con i Dear Jack, io sono stato molto male. Ero confuso, nonostante sentissi il bisogno di allontanarmi da quella dimensione perché sembrava di essermi allontanato dal motivo per cui avevo scelto di dedicare la mia vita alla musica. Tutte le domande e i turbamenti che avevo mi hanno allontanato dalla scrittura che è una cosa che c’è sempre stata per me da quando ero piccolo. Ho sempre sentito l’esigenza di scrivere, cosa che poi si è interrotta brutalmente, quindi questa canzone è stato un modo per espiare la paura, il blocco, immaginandomi il rapporto con la musica come vivere le dinamiche di una relazione tossica. Questo mi ha permesso di riavvicinarmi alla scrittura, di trovare confidenza con me stesso, probabilmente anche dettata dalle insicurezze e dai timori.

Uscirà un videoclip ufficiale?

No, non penso che uscirà un videoclip, non è una cosa su cui ho intenzione di investire.

Hai detto che hai scritto tanto, quindi usciranno man mano dei singoli e poi arriverà un album?

Esatto, io adesso uscirò a cadenza più breve, il più possibile. Proseguirò ad espormi in maniera sempre più specifica, sempre più precisa, sempre più intima. Le strofe di “Ogni ultima volta” sono immagini. Immagini di sgomento, di euforia, di movimento, di interazione con me stesso. Continueranno ad uscire dei pezzi in cui io mi racconto in maniera spudorata, sulle mie fragilità, sulle mie paure. Senza alcun pudore e per questo ho l’esigenza di mettermi proprio a nudo, di spogliarmi.

Dal lockdown ad oggi

Ovviamente hai parlato del lockdown, che diciamo ha dato il via a questa a questa nuova avventura. Tu quindi come hai vissuto quel periodo, sia dal punto di vista personale sia lavorativo?

Allora vivevo a Milano, avevo concluso un anno incredibile con il gruppo perché era uscito il singolo “Caramelle” pubblicato con Pierdavide Carone, che ha avuto un enorme successo. Sono iniziati però dei turbamenti importanti, poi è arrivato il Covid che ha sancito l’interruzione del progetto in qualche modo. E io ho deciso di andare via da Milano, di tornare a casa mia in campagna, in provincia di Viterbo, e ho pensato di dedicarmi a me stesso, al mio corpo, allo studio, alla lettura che è una cosa che per me è molto importante. Non sono stato per niente bene perché il gruppo mi mancava. Abbiamo sempre suonato tantissimo, tante date ogni anno, quindi per me è stato difficile fermarmi con i live. Ad un certo punto ho cominciato a riprendere contatto con me stesso in un momento in cui non riuscivo a fare assolutamente niente e non me ne vergogno. Ero paralizzato. Sono andato all’ASL di Viterbo e ho detto “Fatemi lavorare, c’è l’emergenza sanitaria, fatemi fare qualunque cosa”. Stava per cominciare la campagna vaccinale e facevano fatica a trovare persone che lavorassero perché c’era paura del Covid. A noi ci sembra già lontano, però era così e quindi sono andato a lavorare nei centri vaccinali. Sono andato a fare il responsabile logistico della conta dei prenotati, dei vaccini, delle dosi, della tipologia di vaccino. Giravo nelle RSA in cui nessuno voleva andare, ho fatto i vaccini alle persone anziane e poi alle forze dell’ordine, ai sanitari. La mia vita è stata anche questo. Mi sono sentito utile, mi sono allontanato dai miei turbamenti, dalle mie paure. Mi sono anche reso conto che poi il mondo a volte è più grande di quella che è la nostra dimensione, fatta di insicurezza e turbamenti.

Poi però sei tornato alla musica…

Dopo questo periodo ho ricominciato a dedicarmi alla musica. È stata una cosa non cercata, però è successo che nascessero delle melodie, degli sfoghi musicali. Quello che sto scrivendo adesso è la forma di scrittura più sincera e più autentica che io abbia mai avuto da quando faccio questo lavoro.

Quindi tornerai anche a suonare dal vivo?

Sì, certo io vorrei a cominciare a suonare presto. Spero già dall’inverno o dalla primavera anche perché ho la fortuna di potermi accompagnare da solo, di fare chitarra e voce.

Per la prima volta senza band…

Per la prima volta senza band esattamente, poi io l’idea di stare su un palco con dei musicisti con cui c’è stima, rispetto e confronto. Ce l’ho un’idea delle persone con cui mi vorrei ritrovare sul palco, tra cui Emanuele Nazzaro che lavora con Blanco, Madame, Gué. Per me è come un fratello. Ho questo difetto di dare tanto valore, anche nella professione, ai rapporti umani. In questo mestiere non è sempre possibile quando hai a che fare con manager, discografici ed editori. Ho rifiutato due proposte discografiche anche importanti per lo stesso motivo. Devo essere sincero, infatti sto uscendo in autonomia. Supportato da Warner, Ada e Astarte Agency.

Non hai un po timore di questa cosa?

Sono uno che si lancia nelle cose della vita, sono molto istintivo e in qualche modo penso che le cose vanno sempre come devono andare. Mi sento sempre me stesso nei miei difetti, nelle mie pulsioni, nelle mie emozioni.

In futuro speri o ritenterai di andare al Festival?

Non ho programmi da questo punto di vista. Io sono io. Sono convinto di avere un pezzo che potrebbe essere veramente molto adatto a creare l’attenzione al Festival ed è un brano a me molto caro, che per adesso terrò con me gelosamente. Una canzone che mi è stata chiesta anche da artisti molto importanti, senza fare nomi. Però sì, è una carta che potrei provare a giocarmi se le cose cominciano a girare però ecco non lo do per scontato. Anzi, nel mio ideale c’è l’idea di poter fare un percorso il più distaccato possibile da tutte le strutture, tra cui il Festival. Al momento sono curioso di vedere come risuono io con con il mondo.