Dieci anni da segretario della Lega: Matteo Salvini è stato celebrato con un video che ripercorre l’ultimo decennio alla guida del Carroccio. Tantissime le testimonianze da parte di esponenti della Lega che erano presenti a Torino quel 15 dicembre 2013 quando Salvini fu scelto per prendere le redini di un partito morente portandolo a diventare oggi uno dei perni del governo di Giorgia Meloni.

Il video della Lega per i dieci anni di Salvini segretario

M10 capitano, vince la squadra” così s’intitola il video realizzato dalla Lega per celebrare i dieci anni dal congresso di Torino in cui Matteo Salvini arrivò alla guida del partito. Il breve film di 16 minuti si apre con il ricordo di Roberto Maroni che descrive Salvini come il più bravo: “Il numero uno”. Segue poi il racconto del ministro dell’Economia Giorgetti indicato spesso come possibile successore di Salvini. Non può mancare poi il racconto del presidente della Camera Lorenzo Fontana che parla della scelta di Salvini alla guida del Carroccio definendola una decisione molto valida:

“Grazie Matteo, per tutti i risultati che la Lega ha ottenuto e soprattutto grazie perché questo deve essere un punto di partenza e sono sicuro che ci toglieremo grandissime soddisfazioni insieme”

Nel video sono contenute anche le testimonianze dei ministri Locatelli e Valditara, dei governatori Tesei, Fugatti, Solinas, Fedriga. Un contributo anche dal capogruppo leghista a Strasburgo, Campomenosi, e dal coordinatore dei Giovani Toccalini, e del vice segretario Andrea Crippa. Proprio Crippa ricorda la prima campagna elettorale fatta con Salvini nel ruolo di segretario. Non solo testimonianze ma anche ‘momenti pop’ come quello dove Salvini percorre il Trentino in bicicletta.

Testimonianze che non si fermano solo al video realizzato dal Carroccio in omaggio al proprio segretario. Il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, storico militante dai tempi della ‘Lega Lombarda‘, ha voluto tributare il segretario sui suoi canali social con un lungo messaggio in cui lo ringrazia per tutto quello che è stato fatto finora. Il ministro ha scritto sui suoi canali social:

“Grazie a Matteo Salvini per lo straordinario impegno quotidiano che ha messo in questi suoi primi dieci anni da segretario della Lega e per i risultati ottenuti. Ogni giorno al lavoro, per il nostro movimento, ogni fine settimana presente sul territorio, nei banchetti, nelle sezioni, nelle feste, girando ovunque per l’Italia.
Grazie a Matteo Salvini perché in questi ultimi anni ha raddoppiato le fatiche alternando il suo grande e continuo impegno da uomo delle istituzioni, da ministro, con il suo delicato compito di segretario che rappresenta un grande popolo, quello della Lega, cresciuto per adesione, partecipazione e coinvolgimento in questo decennio. Siamo passati da forza territoriale del Nord a forza che rappresenta l’intero Paese, da Nord a Sud, con i nostri Governatori e assessori regionali amministriamo la maggioranza delle Regioni italiane, siamo al Governo nazionale con cinque ministri, siamo una forza che si si fa sentire sui tavoli europei nelle battaglie a difesa dell’Italia”.

Da ‘forza locale’ a perno del governo Meloni: dieci anni di Salvini segretario

Una forza politica morente, legata a vecchi dettami e rimasta fortemente ancorata al locale. La Lega Nord nel 2013 aveva bisogno di un cambio di rotta per poter continuare ad esistere e dire la sua nel panorama politico italiano. La svolta inaspettata avviene il 15 dicembre 2013 quando Salvini fu proclamato segretario federale, nel al Lingotto di Torino. Il ‘Capitano’ – questo il nome datogli dagli elettori leghisti – è il primo milanese a guidare il partito nato a Varese almeno trent’anni prima della sua elezione.

Fu Roberto Maroni, allora segretario, a voler passare il timone all’allora quarantenne Salvini. Già allora erano presenti alcuni leader della destra europea con cui oggi Salvini continua a mantenere buoni rapporti, tra tutti Le Pen e Wilders. I temi autonomisti sono sempre rimasti una solida base della Lega – che ancora oggi fa dell’autonomia differenziata il suo cavallo di battaglia – ma sotto la guida di Salvini il partito è passato dall’essere una ‘forza locale’ a diventare per la prima volta un partito capace di prendere voti in tutto lo Stivale.

Il cambio di rotta da’ subito i risultati sperati. La Lega nelle elezioni politiche del 2018 conclude davanti a Forza Italia con il 17,4%. Un risultato storico che porterà alla formazione del governo gialloverde nel giro di qualche mese. L’anno successivo il Carroccio registrerà il 34% alle elezioni europee, sempre quell’estate c’è lo strappo con i 5s – il ‘Papeete’ – che segnano la fine di una fase della ‘nuova Lega’.

La rinascita del Carroccio e la leadership mai messa in discussione

Gli anni dopo il Papeete segnano un periodo difficile per la Lega. L’elettorato di destra comincia sempre più a rispecchiarsi in Fratelli d’Italia e il Carroccio registra un crollo che porta i consensi a poco meno del 9% nel 2022. Oggi Salvini è il titolare del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e il partito da qualche mese sembra in ripresa anche se i numeri del 2018 e del 2019 sono ancora lontanissimi.

Tante cose sono cambiate negli ultimi dieci anni ma sembra che l’unica destinata a non mutare sia proprio la leadership di Salvini. Pochi avversari hanno cercato di prendere la segreteria del Carroccio: tra tutti l’ex sindaco veronese Tosi e Gianni Fava. Nel 2021 si fece insistente la voce di Giorgetti segretario ma la rottura non è mai arrivata.