Con la maglia bianconera addosso ha vissuto la parentesi più importante ed entusiasmante della sua carriera. Uomo spogliatoio, simbolo, idolo della tifoseria, Alessio Tacchinardi è stato anche capitano e grande leader della Vecchia Signora alla fine degli anni Novanta. In 11 anni di permanenza, dal 1994 al 2005, ha vinto praticamente tutto ciò che poteva vincere. Le sue prestazioni gli sono valse la chiamata anche della Nazionale maggiore. Per commentare l’anticipo della sedicesima giornata di campionato, Genoa-Juventus, Tacchinardi è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Tag24.
Genoa-Juventus, Tacchinardi a Tag24
Archiviata l’ultima partita dei gironi di tutte le competizioni europee, la Serie A torna in campo. Ad aprire i battenti della sedicesima giornata di campionato sarà l’anticipo tra Genoa e Juventus. I bianconeri, che in questa stagione non hanno alcun impegno internazionale, scenderanno in campo ancora una volta per primi, con l’obiettivo di superare di nuovo l’Inter capolista, in attesa del match dei nerazzurri. La squadra di Gilardino però, reduce dalla sconfitta maturata contro il Monza, farà di tutto per impedire ai bianconeri di conquistare la vetta della classifica e strappare qualche punto davanti ai propri tifosi. Per commentare la sfida di questa sera, con fischio d’inizio alle 20.45, Genoa-Juventus, Tacchinardi, che ha indossato la maglia bianconera per 11 stagioni in carriera, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
La Juventus parte con i favori del pronostico, ma la gara del Marassi resta ostica. Che tipo di partita ti aspetti?
“Il clima al Marassi è sempre molto caldo e il Genoa è una squadra che ti può mettere sempre in difficoltà. La Juventus non deve commettere l’errore di sottovalutare la partita, ma sinceramente non è questo l’approccio che mi aspetto dalla squadra di Allegri. Sono grandi e vaccinati abbastanza, per capire che questo è uno stadio delicato. Sarà un match a 1000 chilometri orari e la Juventus dovrà partire con il piede giusto e tanta concentrazione. I bianconeri sono comunque più forti e favoriti, ma in casa il Genoa può essere una squadra molto fastidiosa e Gilardino, soprattutto in attacco, può contare su calciatori di qualità”.
La Juventus gioca male, ma fa anche giocare male l’avversario e lo abbiamo visto soprattutto nei big match. È questa la forza principale della squadra di Allegri?
“Direi di sì, è una lettura che ci sta e con cui sono d’accordo. La Juventus non eccelle certo per il gioco propositivo, divertente, spettacolare ed offensivo, ma è la classica squadra forte che piano piano, con il passare del tempo, può alzare la testa. Sta iniziando a capire quali sono i suoi punti di forza. Quando indossi la maglia bianconera devi sempre scendere in campo per vincere e per stare lì davanti bisogna fare qualcosa in più, rispetto agli anni passati. Oggi è una squadra cinica e pragmatica, in cui tutti si danno una mano e c’è un grande gruppo, ma anche importanti individualità. In questo momento, per quanto fatto fino ad oggi, non è certo la più bella del campionato ma lo potrebbe diventare nel tempo. La cosa importante, per ora, è restare attaccati alla vetta, perché nei prossimi mesi gli equilibri potrebbero cambiare”.
Il Genoa ha buone individualità, ma è Gudmundsson il pericolo numero uno?
“Direi proprio di sì, ma in generale è il duo d’attacco ad essere forte e fastidioso per qualunque avversario. E poi ribadisco che Marassi è uno stadio difficile in cui giocare. L’altra cosa a favore del Genoa è il ritmo, e quello può creare vari problemi alla Juventus che però dovrà fare in modo di pareggiare da questo punto di vista. La squadra di Allegri gioca una partita a settimana e questo non deve essere dimenticato. Le squadre europee possono avere dei cali, ma i bianconeri no. Se il Genoa dovesse vincere dovrebbe essere per altro, ma non per la corsa, perché altrimenti sarebbe un problema”.
A proposito di singoli, dal duo Chiesa-Vlahovic ti aspetti di più?
“Mi aspetto di più dalla squadra perché li devono alimentare diversamente. Penso che di tutti i giocatori che ha la Juventus, Vlahovic è quello che sta soffrendo di più. Ha caratteristiche che non si esaltano con il gioco dei bianconeri, perché è sempre spalle alla porta. Con l’Inter abbiamo visto che una volta che riesce a guardare in direzione del portiere, fa gol. Lui è il più sacrificato, poi è chiaro che tutti possano fare di più. Uno come Rabiot invece, ad esempio, viene esaltato da questo modo di giocare. Se lui andasse a giocare in una squadra allenata da De Zerbi farebbe fatica, perché tecnicamente non è il massimo e lì dovrebbe palleggiare tutta la partita. Lui invece ha gamba e Allegri gli concede spazio, per questo lui sta riuscendo benissimo. Chiesa infine sta facendo il suo, ma la Juve deve fare di più a livello offensivo per esaltarli”.
Corsa a due fino alla fine per lo scudetto, o può ancora inserirsi qualcun altro?
“Per me è ancora troppo presto. Sono felice sia tornata questa competizione tra Inter e Juve che mancava ormai da anni. Il derby d’Italia ora dura tutto l’anno, e questa è una rivalità sana. Oggi queste due formazioni sono le migliori, ma dobbiamo aspettare ancora un mese o un mese e mezzo per farci un’idea più chiara su quella che potrebbe essere la griglia”.