Quanto guadagna un prete al mese? Non tutti sanno che anche i sacerdoti ricevono una retribuzione. Questa varia notevolmente (da 750 a 4.500 euro circa) in base all’anzianità di servizio e soprattutto al ruolo occupato all’interno della Gerarchia ecclesiastica.
Quanto guadagna un prete al mese?
C’è una distinzione tra lo stipendio di un parroco e quello di un prete senza incarichi pastorali:
- la retribuzione di un prete con incarichi pastorali è calcolata tramite un sistema a punti e si attesta mediamente intorno a 1.200 euro netti al mese.
- Un sacerdote appena ordinato percepisce circa 1.000 euro lordi, equivalente a poco più di 800 euro netti.
Queste cifre possono comunque variare notevolmente in base all’esperienza nel servizio religioso e al raggiungimento di particolari riconoscimenti o titoli onorifici come monsignori o altri ruoli prestigiosi.
Chi paga lo stipendio dei preti?
Attualmente i diaconi, i preti e i vescovi italiani ricevono le loro retribuzioni dall’Istituto centrale per il sostentamento del clero (ICSC), un organo della Conferenza Episcopale Italiana (CEI). Questo istituto gestisce gli stipendi attraverso un complesso sistema di punti, principalmente finanziati dall’otto per mille, alle offerte volontarie e ai redditi integrati degli istituti diocesani per il sostentamento del clero.
Come venivano pagati i preti in passato?
In passato, i chierici italiani venivano retribuiti seguendo il sistema beneficiale, che ha regnato dal Medioevo fino alla riforma del Concordato del 1984. In pratica, a ogni ruolo ecclesiastico (come diacono, parroco o vescovo) era associato un beneficio, rappresentato da un insieme di beni come terreni e case in affitto, che garantivano il sostentamento per quel determinato incarico. Dopo l’Unità d’Italia nel 1861, quando molte proprietà della Chiesa furono confiscate dalle autorità civili, lo Stato interveniva attraverso il Fondo per il culto per integrare il sostegno economico qualora il beneficio fosse risultato insufficiente a garantire una vita dignitosa al clero.