Tra oggi e domani, venerdì 15 e sabato 16 dicembre, agli Studios di Via Tiburtina, a Roma, il Partito democratico si ritrova per ragionare intorno all’Europa. Meglio: sull’idea di Europa su cui i dem vogliono lavorare, ma l’appuntamento rappresenta anche l’apertura del cantiere per le liste con cui si presenteranno alle prossime elezioni di giugno.

“Vogliamo costruire un’Europa più vicina alle persone”, a Roma si apre il Forum del Pd

A spiegare le finalità del Forum, nelle videointerviste raccolte dall’inviato di Tag24 Lorenzo Brancati, è anzitutto il deputato dem Giuseppe Provenzano:

Abbiamo voluto questa due giorni per discutere di Europa e non solo di liste per le Europee. Le elezioni saranno a giugno e l’unica discussione che sentiamo è su nomi e candidature, ma qui dobbiamo pensare anche a cosa fare dopo le elezioni.

“Non ci saranno derby con il Movimento 5 Stelle“, garantisce Provenzano, piuttosto compattezza e alleanze, “costruendo relazioni”. Per poi denunciare:

In Europa c’è oggi un grave arretramento, dovuto anche agli equilibri politici. E per l’Italia una perdita di credibilità perché rischiamo, per esempio, di sprecare i fondi del Pnrr. Abbiamo bisogno di una svolta.

In politica estera, ribadisce Provenzano, sono tante le figuracce dell’attuale esecutivo. Soprattutto per quanto concerne la questione albanese e quella tunisina.

Ci è voluta la corte suprema albanese a dirci come si rispettano i diritti umani. Con Giorgia Meloni non solo abbiamo registrato il record di sbarchi, poi è arrivato anche questo accordo con l’Albania che è un costosissimo imbroglio. Centinaia di milioni di euro per avere 3000 migranti al massimo in Albania. La verità è che in questa vicenda e su quella tunisina, la premier ha collezionato figuracce. È per questo che è un danno per il nostro Paese.

Schlein: “Abbiamo tante idee per rendere l’Europa sempre più vicina alla gente”

Sorridente la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, che prima di visitare la mostra su Enrico Berlinguer saluta la “splendida giornata di partecipazione”:

Sono oltre 800 gli iscritti ai tavoli. Significa che abbiamo sempre più idee per rendere l’Europa ancor più vicina alla gente. Abbiamo la responsabilità di completare il progetto di Ventotene perché così incagliato, tra nazionalismi ed egoismi, il nostro continente non potrà essere quello più sociale, verde e giusta per tutti che sogniamo. Il Pd parte oggi con un percorso aperto per costruire questo progetto insieme. Ci sono altri partiti in cui il capo o la capa decide. In questo costruiamo invece un progetto per migliorare il futuro delle persone.

Guerini: “Draghi resta un grande protagonista, togliamolo dal chiacchiericcio”

Troppo presto per parlare di candidature (inclusa quella della stessa Schlein), mentre il deputato Lorenzo Guerini interviene su Mario Draghi, nome che continua a rimbalzare quale possibile successore di Ursula Von Der Leyen alla guida della Commissione europea.

La sua – dice – è una figura che è stata ed è protagonista della vita europea e penso che, nelle decisioni a cui è stato chiamato, abbia dato un impulso fondamentale a passaggi decisivi per l’integrazione europea e che possa farla anche in futuro. Dopodiché non inserirei il nome di Mario Draghi nel chiacchiericcio politico.

Rosy Bindi: “Qui per il mio piccolo contributo, non per candidarmi”

Arriva anche Rosy Bindi, che dice di voler dare un “piccolo contributo perché penso che le Europee siano una sfida cruciale“, e poi scherza con i giornalisti quando le chiedono di una possibile candidatura:

Se avessi solo pensato che mi avreste posto questa domanda non sarei venuta.

Dice di intervenire anche per ragionare intorno agli errori commessi dal Pd, dice.

L’errore più grave di questi ultimi anni è l’aver pensato che, con il crollo dell’impero sovietico, avesse vinto la democrazia. In realtà aveva vinto il capitalismo, che fino a quel momento l’Europa era riuscita a regolare, a indirizzare verso una funzione sociale. Catturati anche dall’ideologia neoliberista, si è rinunciato a quell’indirizzo. Oggi aumentano le diseguaglianze e diminuisce l’affetto verso le istituzioni politiche e si fa il gioco delle autarchie, delle superpotenze che vogliono la guerra. Da ieri sono iniziati i negoziati per l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione, ma questo significa anche che la guerra è ufficialmente dentro i nostri confini. La pace si costruisce con le armi della pace e le vie diplomatiche dovrebbero essere più coraggiose.