Ti sei mai chiesto perché sbadigliamo e cosa accade al cervello quando lo facciamo? Il motivo di questo gesto comune è più complesso di quanto si possa pensare.

Lo sbadiglio è un riflesso involontario che coinvolge non solo il nostro corpo ma anche il nostro cervello. Spesso è associato alla stanchezza o alla noia, ma lo sbadiglio ha diverse spiegazioni scientifiche, che riguardano il sistema nervoso e la regolazione della temperatura corporea. Scendiamo nei dettagli.

Perché sbadigliamo? Le teorie più accreditate

Teoria 1: sbadigliare regola la temperatura. Questo non è stato ancora dimostrato, ma è considerato probabile dagli scienziati. I ricercatori americani hanno scoperto il fenomeno in un esperimento con i ratti. Gli animali sbadigliavano mentre la temperatura nel loro cervello aumentava.

Questo fa pensare che se la testa diventa troppo calda, il corpo fa qualcosa per ritornare alla temperatura ottimale. Il flusso d’aria leggermente più freddo che entra nel corpo quando si sbadiglia, raffredda il sangue. Se poi questo fluisce nella testa, assicura che il cervello funzioni meglio.

Spesso sbadigliamo anche quando siamo stressati. Ciò aumenta la capacità del corpo di concentrarsi in una situazione difficile. Questa spiegherebbe perché i corridori sbadigliano poco prima del segnale di partenza.

Teoria 2: sbadigliare previene la mancanza di ossigeno. Per molto tempo questa è stata considerata una spiegazione plausibile.

Un lungo sbadiglio fornisce al cervello una porzione extra di aria respirabile, e così siamo di nuovo produttivi e concentrati.

Tuttavia, il neuropsicologo Robert Provine ha confutato questa ipotesi nel 1983. In un esperimento, i soggetti hanno respirato aria con diversi contenuti di ossigeno. Il risultato: la bassa concentrazione ha stancato i partecipanti, ma non hanno sbadigliato più spesso di quelli che erano meglio nutriti.

Teoria 3: sbadigliare rafforza la coesione sociale. Questa ipotesi si basa, tra le altre cose, su osservazioni nel mondo animale. Un branco di leoni apre collettivamente la bocca per sbadigliare prima di partire a caccia. In questo modo i leoni sincronizzano il loro comportamento per funzionare meglio come gruppo.

Un simile riflesso avrebbe potuto avere senso anche per i nostri antenati. A quel tempo le persone non potevano ancora parlare: lo sbadiglio potrebbe essere stato un segnale di comunicazione. È anche ipotizzabile che il motivo dello sbadiglio sia un misto di queste tre teorie.

Cosa accade al cervello quando sbadigliamo?

La verità è che non si sa. Lo sbadiglio è stato poco studiato dal punto di vista medico o scientifico in generale perché non presenta né svantaggi vantaggi importanti per la salute. Quindi, se qualcuno sbadiglia o meno, non fa molta differenza per il corpo.

Ciò significa che il fenomeno dello sbadiglio non è nella lista delle priorità della ricerca medica.

Perché lo sbadiglio è contagioso?

Anche se non sappiamo ancora esattamente perché sbadigliamo, una cosa è certa: il riflesso viene trasmesso ad altre persone. A volte basta anche solo la foto di una persona che sbadiglia per farci sbadigliare a nostra volta.

Responsabili sono le cellule nervose del nostro cervello, i neuroni specchio. Con il loro aiuto, comprendiamo meglio il comportamento degli altri e lo imitiamo. Ci fanno simpatizzare quando gli altri si sentono male o ridere quando qualcuno è felice. Anche i bambini imitano le espressioni facciali e i gesti di chi si prende cura di loro; nasciamo proprio con questa capacità.

La nostra empatia ci fa sbadigliare particolarmente spesso, perché uno studio dello psicologo dello sviluppo Steven Platek ha dimostrato che le persone empatiche sono più suscettibili allo sbadiglio.

Le persone autistiche, d’altra parte, non sono così facilmente stimolate dallo sbadiglio perché hanno difficoltà a stabilire le emozioni degli altri.

Gioca un ruolo anche il modo in cui conosciamo l’altra persona: Più il nostro rapporto è stretto, più pronunciato è il riflesso.

A proposito: anche gli amici a quattro zampe hanno il riflesso dello sbadiglio. I cani imitano i loro proprietari e iniziano a farlo anche loro.