La GameFi rappresenta la realizzazione di un vecchio sogno degli appassionati di giochi virtuali, ovvero guadagnare divertendosi. Il termine, che è la risultate della fusione tra Game e Finance, gioco e finanza, sta a indicare l’utilizzo di videogiochi basati sulla blockchain e, in particolare, sul modello play-to-earn, per provare a guadagnare soldi reali tra una partita e l’altra. Andiamo quindi a vedere nel dettaglio di cosa si tratti e il motivo per il quale stanno riscuotendo un successo sempre maggiore.

GameFi: di cosa si tratta?

Il termine GameFi è stato coniato da Andre Cronje, amministratore delegato di Yearn Finance, nel 2020. Si tratta di un nuovo modo di giocare, molto diverso dal vecchio modello che era ospitato sui server centralizzati, in cui i giocatori non avevano alcun diritto sugli oggetti impiegati all’interno dei software. Chi intendeva guadagnare doveva in pratica diventare un vero e proprio professionista e non poteva mettere a frutto il tempo trascorso a giocare e guadagnare ricompense che restavano sul puro terreno virtuale.

Con il play-to-earn il quadro muta completamente. Chi gioca sulla blockchain, infatti, può guadagnare ricompense che possono essere portate fuori dal terreno di gioco. Tramutati in Non Fungible Token (NFT), gli oggetti di gioco guadagnati in queste attività sono in grado di essere rivenduti sui marketplace dedicati e sulle piattaforme di scambio. Proprio per questo motivo stanno guadagnando una popolarità sempre crescente.

Come funziona il play-to-earn

La differenza tra la GameFi e il gaming online tradizionale è da ravvisare in primo luogo nel fatto che non c’è un’autorità centralizzata a governare i giochi. Solitamente sono le DAO (Decentralized Autonomous Organization) a sovrintenderne lo svolgimento. Tanto che non è raro il caso in cui gli stessi giocatori ne fanno parte e partecipano ai processi decisionali.

Se le meccaniche e l’ecosistema dei vari progetti GameFi varia, ci sono però alcuni punti in comune, tra ognuno di essi. In particolare i seguenti:

  • la tecnologia blockchain, cui spetta il compito di registrare le proprietà di ogni giocatore e garantire la trasparenza delle transazioni;
  • il modello di business P2E, che rappresenta un incentivo per spingere gli utenti a continuare la sfida salendo di livello e portare a casa le ricompense da sfruttare al di fuori del gioco;
  • le soluzioni di finanza decentralizzata (DeFi), offerte da molti giochi, ad esempio sotto forma di mining o staking;
  • la proprietà degli asset, che possono essere capitalizzati dagli interessati una volta portati all’esterno del gioco.

Le soluzioni di GameFi più famose

Il panorama Gamefi continua ad arricchirsi giorno dopo giorno, con il continuo afflusso di nuovi progetti tesi a sfruttarne le dinamiche. Tra le soluzioni più famose, occorre però menzionare le seguenti:

  1. Decentraland, che esalta proprio il ruolo delle DAO in questo particolare ambito. Chi gioca può bloccare i propri token all’interno delle organizzazioni decentralizzate autonome per acquisire diritti decisionali;
  2. Axie Infinity, in cui gli utenti possono guadagnare NFT dando vita a scontri con altri giocatori e superando delle prove;
  3. Sorare, una versione su blockchain del tradizionale Fantacalcio, coi giocatori che possono guadagnare premi trionfando nei tornei organizzati di volta in volta schierando la propria squadra di NFT;
  4. The Sandbox, in cui gli utenti possono costruire edifici, acquisire appezzamenti di terreni virtuali e possedere beni.

I rischi connessi alla GameFi

Quali sono i rischi connessi alla GameFi? All’apparenza si potrebbe dire nessuno, se non quello di non riuscire a mettere a frutto lo stanziamento iniziale. In alcuni giochi è necessaria una quota d’entrata, cui occorre aggiungere le risorse necessarie per gli oggetti di gioco e gli investimenti per migliorare la propria posizione al loro interno. Un rischio il quale, naturalmente, dipende dall’abilità dell’utente e dal tempo che può dedicare al gioco preferito.

C’è però un ulteriore insidia, quella connessa alle possibili vulnerabilità delle blockchain in oggetto. Basti pensare in tal senso ai 689 milioni di dollari sottratti a Axie Infinity. Un pericolo da tenere presente in fase di scelta.

Infine, i rischi connessi all’instabilità del mercato NFT. Se all’inizio il settore sembrava promettere guadagni esponenziali, ormai da tempo sta subendo la stessa crisi in atto per le criptovalute tradizionali. Quelli guadagnati durante il gioco, quindi, potrebbero essere difficili da vendere o meno remunerativi di quanto si pensa.