Resto al Sud è un incentivo introdotto per favorire la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali nel Mezzogiorno d’Italia, attraverso la concessione di contributi economici e finanziamenti: come funziona nel 2023/2024?

Inizialmente, nasce come misura dedicata ai giovani; successivamente, è stata estesa anche ai soggetti fino a 55 anni d’età. La misura ha avuto un ottimo successo durante gli anni e al 1° novembre 2023, il totale dei progetti finanziati sono 17.097.

Nel testo andremo a spiegare come funziona Resto al Sud 2023/2024, quali sono le novità e a quali soggetti si rivolge.

Cos’è e come funziona Resto al Sud 2023/2024?

Resto al Sud è un incentivo rivolto agli imprenditori del Mezzogiorno d’Italia che decidono di aprire una nuova attività. La misura prevede una serie di azioni volte a sostenere la nascita e la crescita di attività imprenditoriali e libero professionali. Un particolare riguardo e attenzione viene rivolta alle iniziative giovanili.

Introdotto nel 2017, nell’ambito del piano di interventi finalizzati a favorire la crescita economica nel Centro e Sud Italia, fa affidamento ad una serie di contributi economici, in parte a fondo perduto.

Dalla sua introduzione ad oggi, la misura ha subito diverse modifiche e una progressiva espansione, toccando sempre più territori e interessando sempre più beneficiari.

Le agevolazioni sono composte nel seguente modo:

  • 50% di contributo a fondo perduto;
  • 50% di finanziamento bancario garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Gli interessi sono interamente a carico di Invitalia.

Quali sono i requisiti richiesti

Per poter richiedere e, eventualmente, ottenere i benefici economici di Resto al Sud 2023/2024, è necessario il possesso dei seguenti requisiti:

  • Età compresa tra i 18 e i 55 anni;
  • Residenza nei territori previsti dalla misura o trasferimento nei medesimi entro 60 giorni dall’accoglimento della richiesta di finanziamento (diventano 120 in caso di residenza all’estero);
  • Non avere un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, per tutta la durata del finanziamento;
  • Non essere titolari di altra attività d’impresa;
  • Se liberi professionisti non risultare titolari di Partita Iva, durante i 12 mesi antecedenti alla presentazione della domanda;
  • Non risultare beneficiari, durante i tre anni precedenti, di altre misure nazionali a favore dell’autoimprenditorialità;
  • Aver costituito o aver intenzione di costituire imprese individuali o società, comprese le cooperative, con sede legale o operativa nei territori destinatari della misura Resto al Sud.

La misura è attiva per i residenti nei seguenti territori:

  • Abruzzo;
  • Basilicata;
  • Calabria;
  • Campania;
  • Molise;
  • Puglia;
  • Sardegna;
  • Sicilia;
  • Comuni del cratere sismico situati in Lazio, Marche e Umbria.

Oltre ai suddetti anche nelle Isole minori, lagunari e lacustri rientranti nell’ambito di applicazione della misura.

Quali sono le spese ammesse

Il contributo di Resto al sud 2023/2024 può essere utilizzato per finanziare le seguenti spese:

  • Ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili, massimo 30%;
  • Macchinari, impianti e attrezzature, nuovi programmi informatici, servizi per le tecnologie, informazione e comunicazione;
  • Spese di gestione, massimo 20%.

Spese relative alla progettazione o alla promozione dell’attività, così come per le consulenze e i dipendenti non sono ammesse.

Come fare domanda

Le domande per richiedere Resto al Sud devono essere presentate telematicamente, tramite il portale web Invitalia, previa registrazione.

I richiedenti devono essere in possesso dello Spid, per poter accedere alla piattaforma dedicata. Una volta ottenuto l’accesso si deve andare nella propria area riservata e compilare la domanda online seguendo tutte le indicazioni, caricare il business plan e tutti gli altri allegati.

È necessario, inoltre, essere in possesso di una firma digitale e un indirizzo di Posta elettronica certificata (Pec).