Veloce, scaltro e con un gran fiuto del gol. Massimo Agostini, ribattezzato sin da giovane ‘il Condor’, ha esordito con la maglia del Cesena, ma è tra Roma e Milano che ha vissuto gli anni più importanti della sua carriera. La maglia giallorossa dal 1986 al 1988; quella rossonera nell’unica stagione 1990/91. Una squadra piena di campioni straordinari, in cui Massimo trova meno spazio. Nel suo percorso è stato allievo di Sacchi, ha giocato con Liedholm e passato sotto la guida di Lippi. Per commentare il momento della squadra di Pioli e l’ultima gara di Champions, Newcastle-Milan, Agostini è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Newcastle-Milan, Agostini a Tag24

Da una parte i rimpianti, dall’altra la soddisfazione. E’ una giornata di sentimenti contrastanti in casa Milan: la vittoria contro il Newcastle dimostra la forza del gruppo e la compattezza e consente alla squadra di Pioli di continuare a giocare una competizione europea; dall’altra parte però c’è il rammarico per le prime uscite in Champions, quelle in cui il Diavolo ha perso punti che oggi sarebbero stati preziosi per accedere agli ottavi di finale. Il mister però pensa solo al campo, d’altronde piangere sul latte versato non avrebbe senso. E ora c’è già da preparare il prossimo match di campionato perchè è lì che Giroud e compagni devono ancora trovare la giusta continuità per scacciare definitivamente la crisi. Per commentare l’ultima gara di Champions e la vittoria in Newcatsle-Milan, Agostini, che in carriera ha vestito la maglia rossonera, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Il Milan riesce a battere il Newcastle e approda in Europa League. Quella dei ragazzi di Pioli è stata una prova d’orgoglio?

“E’ stata una partita e una vittoria fondamentale, soprattutto per il proseguo della stagione e per rimanere in Europa. Era necessario che il Milan non uscisse completamente dalle competizioni europee e ci è riuscita; al contrario sarebbe stato un fallimento. Ci hanno messo l’orgoglio ma anche tanta qualità, perché non ci dimentichiamo che questa squadra ne ha molta. Non era facile andare in Inghilterra e fare la partita, perché per un’italiana, giocare in un ambiente simile è sempre sfavorevole. A parte qualche sfuriata però devo dire che nei 90 minuti i rossoneri non hanno rischiato praticamente nulla e alla fine hanno portato a casa una vittoria più che meritata”.

Vittoria che però non è bastata per passare il turno in Champions League, complice il pareggio tra Borussia Dortmund e PSG. Sui social si parla di biscotto. Pensiero troppo italiano?

“Quando capitano partite simili e ci sono questi risultati si va sempre a pensar male, ma il PSG ha davvero rischiato di uscire. I francesi hanno una squadra forte, ma il Borussia Dortmund, affrontata in casa sua è difficile da battere. Viste le condizioni credo che il risultato di parità sia giusto per le due compagini e per quanto visto. Il problema è che non bisognerebbe guardare in casa degli altri ma in casa propria. E se il Milan non è riuscito ad andare avanti nel girone è perché ha sbagliato le prime partite, in cui qualcosa non ha funzionato. Ora non devono far altro che pensare a riparare gli errori fatti e ripartire da ciò che di buono si è già visto. L’Europa League sarà un banco di prova importante, che potrà dare esperienza internazionale a tanti calciatori che devono ancora crescere”.

Il Milan in Europa League, parliamo di una squadra che a questo punto deve e può puntare a vincere questa competizione?

“Assolutamente sì, non ci soni dubbi perché è una competizione importante. Il Milan ha tutte le potenzialità per arrivare fino in fondo, come ha già fatto la Roma lo scorso anno. Non sarà al livello della Champions, ma è sempre una competizione europea che ti dà molto anche dal punto di vista del ranking e sappiamo bene quanto per l’Italia sia importante”.

Era già capitato che il Milan facesse grandi prestazioni in Champions, vedi la partita con il PSG, e poi faticasse ancora in campionato. La vittoria di ieri sera salva, almeno per ora, Stefano Pioli?

“Quello in campionato e quello in Champions sono due percorsi completamente diversi. Da questo momento in poi in Europa ti giochi tutto in due partite, che si possono preparare a 15 giorni di distanza l’una dall’altra. In Serie A invece ci sono 38 partite ed è un percorso lungo. La stagione te la giochi in vari periodi e le difficoltà prima o dopo arrivano per tutti. Ci sono squadre che riescono ad ingranare subito e altre che emergono a lungo termine. Penso che a Pioli si possa dire poco, perché nella sua squadra ci sono giocatori che ancora devono trovare il miglior stato di forma e perché ha dovuto far fronte a tanti infortuni. Sono sicuro che poi i rossoneri torneranno a giocarsi le prime posizioni del campionato”.

Quindi tu hai fiducia nei confronti del tecnico?

“Direi proprio di sì perché Pioli ha già dimostrato di saper lavorare bene e in questi anni ha ottenuto buoni risultati. Prima di cambiarlo bisognerà pensarci bene”