In Italia, i giorni festivi, noti anche come giorni di festa o feriali, sono date particolari durante le quali le attività lavorative abituali, incluse scuole e uffici, sono sospese. Questi giorni, che variano a seconda del contesto culturale e nazionale, vengono osservati per commemorare eventi religiosi, culturali o storici significativi. Tuttavia, anche durante i giorni festivi c’è chi lavora: ecco cosa dice la normativa vigente sul lavorare a Natale e a Capodanno e, in generale, nei giorni di festa.
Lavorare a Natale e Capodanno e nei giorni festivi: il calendario
Tra i giorni festivi nazionali in Italia si annoverano:
- Capodanno (1º gennaio);
- Epifania (6 gennaio);
- Lunedì dell’Angelo (Pasquetta);
- Festa della Liberazione (25 aprile);
- Festa dei Lavoratori (1º maggio);
- Festa della Repubblica (2 giugno);
- Ferragosto (15 agosto);
- Ognissanti (1º novembre);
- Immacolata Concezione (8 dicembre);
- Natale (25 dicembre);
- Santo Stefano (26 dicembre).
Questi giorni sono segnati in rosso sul calendario e possono comprendere anche celebrazioni locali come il giorno del santo patrono.
Lavorare a Natale e Capodanno: cosa dice la normativa
La complessità della normativa che regola il lavoro nei giorni festivi in Italia spesso suscita interrogativi tra lavoratori e datori di lavoro. In particolare, intorno alle principali festività, emerge il dibattito sull’obbligatorietà di lavorare in questi giorni. La normativa italiana del 2023 affronta queste questioni, specificando le condizioni e gli obblighi relativi al lavoro nei giorni festivi.
La legislazione attuale non considera il giorno festivo come un periodo di riposo assoluto. Piuttosto, fornisce ai lavoratori la facoltà di scegliere se lavorare o meno in queste giornate, a condizione che esista un accordo preventivo tra il lavoratore e il datore di lavoro. Le festività nazionali e infrasettimanali sono definite precisamente dalla legge, e comprendono sia festività internazionalmente riconosciute (come Natale) sia specifiche celebrazioni italiane (come la festa della Repubblica).
Retribuzione e permessi per le festività
Oltre ai diritti relativi alle ferie e ai permessi ordinari, il lavoratore dipendente in Italia ha diritto anche ai permessi per le ex festività, che per la maggior parte dei contratti collettivi sono da retribuire in busta paga.
In Italia, i lavoratori hanno il diritto fondamentale di godere dei giorni festivi come periodo di riposo, come stabilito dalla Costituzione. Tuttavia, esistono settori, come ospedali e ristoranti, dove il lavoro nei giorni festivi è necessario, e in questi casi, ai lavoratori spetta una retribuzione particolare.
Secondo la Corte di Cassazione, nessun lavoratore può essere obbligato a lavorare in un giorno festivo, e il rifiuto di lavorare in tali giorni non può condurre a sanzioni disciplinari o licenziamento. Tuttavia, il lavoratore è tenuto a svolgere la prestazione lavorativa nei giorni festivi solo se ha espresso il proprio consenso attraverso un accordo scritto con il datore di lavoro o nei casi specificati dalla Cassazione, come l’obbligo espressamente previsto dal contratto individuale o collettivo.
Le festività possono essere suddivise in due categorie principali: nazionali e infrasettimanali. Le festività nazionali, come il 25 aprile, il 1° maggio e il 2 giugno, comportano una retribuzione equivalente a quella di una domenica. Per le festività infrasettimanali, invece, non si verifica un incremento salariale, ma il lavoratore ha diritto a un giorno aggiuntivo di riposo.
Differenziazione della retribuzione in base alla tipologia di contratto
La retribuzione durante le festività varia in base alla natura del contratto di lavoro. Esistono due tipologie principali:
- Lavoratori retribuiti con stipendio fisso: per questi lavoratori, la retribuzione per le festività è identica a quella di una giornata lavorativa ordinaria.
- Lavoratori a ore: in questo caso, la retribuzione per le festività nazionali corrisponde a 1/6 dell’orario settimanale. Se applicabile, la settimana corta modifica il calcolo per le festività infrasettimanali, dividendo lo stipendio settimanale per i giorni effettivi di lavoro.
I diritti dei lavoratori in caso di assenza durante le festività
I lavoratori mantengono il diritto alla retribuzione festiva anche in caso di assenze dovute a malattia, infortunio, riduzione dell’orario di lavoro, sospensione per cause esterne, o riposo compensativo.
Lavorare a Natale e Capodanno: regole ed eccezioni
Generalmente, non è obbligatorio lavorare nei giorni festivi. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha stabilito alcune eccezioni:
- Accordi privati tra lavoratore e datore di lavoro: possono prevedere il lavoro durante le festività.
- Dipendenti del settore sanitario: hanno l’obbligo di garantire la continuità del servizio.
Caratteristiche e retribuzione delle festività sabatine
Per le festività che cadono di sabato, generalmente, non si prevede un’indennità retributiva aggiuntiva, fatta eccezione per quanto stabilito da alcuni Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL). Questa situazione si verifica tipicamente quando il lavoro è distribuito su cinque giorni, escludendo il sabato come giorno lavorativo.
In casi dove la festività infrasettimanale coincide con il sabato, tale giornata viene dunque considerata non lavorativa e non festiva ai fini della retribuzione. Di conseguenza, i dipendenti non accumulano diritti di compensazione aggiuntiva.
Ribadiamo però che alcuni CCNL possono prevedere lo stesso trattamento economico per le festività che cadono di sabato come per quelle di domenica.