In dei messaggi inviati alle sue amiche prima dell’omicidio, Giulia Cecchettin si confidava con loro sui comportamenti ossessivi dell’allora fidanzato Filippo Turetta, ora in carcere a Montorio per averla uccisa e averne occultato il cadavere. A parlarne è stata la trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”, che ha poi raccolto la testimonianza della sorella, Elena.

L’ossessione di Filippo Turetta nei messaggi inviati da Giulia Cecchettin alle amiche

Durante la strada mi ha molto insistentemente provato a convincere a dire di no alle altre o a fare in modo che fosse un invito per tutti e non solo per noi tre. Mi ha detto cose del tipo: ‘Perché mi fai questo? Perché sei così cattiva, sai che mi fa stare male quando uscite da sole. Siete già andate a fare colazione due settimane fa. Se la cosa succede davvero niente sarà più come prima’. Insomma mi ha fatto intendere che potrebbe arrivare a lasciarmi,

scriveva Giulia Cecchettin alle sue amiche ai tempi in cui lei e Filippo Turetta, 22 anni il 18 dicembre, erano ancora fidanzati. L’agosto successivo lo aveva lasciato proprio per via dei suoi comportamenti ossessivi, provando a costruirsi una nuova vita.

Lui però continuava a ricattarla emotivamente, dicendole che, se non si fossero più visti né sentiti, si sarebbe ammazzato. L’11 novembre si erano dati appuntamento per andare al centro commerciale: Giulia aveva bisogno di scarpe nuove, perché il giovedì successivo avrebbe discusso la sua tesi, laureandosi in Ingegneria Biomedica.

Turetta era rimasto indietro con gli esami e aveva addirittura provato a convincerla a rinviare quell’agognato traguardo, affinché potessero raggiungerlo insieme. Lei si era rifiutata. Dopo aver cenato, quella sera si erano diretti verso l’abitazione della 22enne, a Vigonovo, a bordo della Grande Fiat Punto nera di lui.

Attorno alle 23.15 un testimone avrebbe visto la giovane per l’ultima volta. Un quarto d’ora dopo sarebbe stata infatti uccisa in due atti “di inaudita ferocia”, come li ha definiti il gip nel convalidare l’arresto dell’ex fidanzato, fermato in Germania dopo una fuga di quasi una settimana.

Le dichiarazioni di Elena Cecchettin a “Chi l’ha visto?”

Intervistata da “Chi l’ha visto?”, la migliore amica di Giulia Cecchettin ha riferito che il 3 novembre, qualche giorno prima dell’omicidio, Filippo Turetta aveva di nuovo messo la ragazza di fronte a una scelta, chiedendole di tornare con lui.

Si trovavano in una gelateria di Padova. Davanti al suo rifiuto, il giovane di Torreglia si era alzato e aveva sbattuto le mani sul tavolo, mettendo paura alla 22enne, che però, sentendosi in colpa, l’aveva perdonato, come aveva già fatto altre volte.

Io le avevo detto di chiudere ogni rapporto con lui, perché stava diventando pericoloso. Ma quando ti trovi dentro a una cosa del genere è anche difficile rendersi conto della realtà. Lui aveva il tarlo che Giulia dopo la laurea avrebbe fatto l’accademia a Reggio Emilia e che avrebbe cominciato una nuova vita senza di lui,

ha detto ancora l’amica di Giulia. Le ha fatto eco la sorella, Elena Cecchettin che, in collegamento via Skype dall’Austria, dove studia, ha riferito a Federica Sciarelli di aver sempre provato ostilità nei confronti di Turetta, per il modo in cui trattava la ragazza sia durante che dopo la loro relazione.

Le chiesi io con chi sarebbe andata al centro commerciale e quando mi disse con Filippo, io non ero tranquilla. Pensavo che sarebbe stata l’ennesima occasione di litigare perché ultimamente quando si vedevano litigavano sempre. Io ero particolarmente ostile nei confronti di Filippo, sia quando parlavo di lui che quando parlavo con lui, mi facevo valere, non lo sopportavo. Se ci sono stati episodi di violenza, lei non me li ha raccontati,

ha detto, ipotizzando che forse la sorella aveva paura di deluderla. Ora quando pensa a Filippo non pensa ad altro che al suo assassino, ha aggiunto, sostenendo di non riuscire a sopportare il fatto che abbia privato Giulia della sua libertà ben prima di ucciderla, costringendola a fare ciò che non voleva.

La questione dello psicologo

Sembra che proprio Giulia lo avesse convinto a farsi vedere da uno psicologo. Per cinque volte, prima dell’11 novembre, Turetta avrebbe quindi avuto dei colloqui con dei professionisti: i primi due da privato; poi, per motivi economici, con “uno gratis”, come ha riferito una sua amica negli scorsi giorni.

Nel frattempo aspettava di entrare in graduatoria per essere assistito nel pubblico, forse all’insaputa dei genitori Nicola ed Elisabetta, che da poco gli hanno fatto visita in carcere a Montorio, dove è sorvegliato h24, in cella con un detenuto più anziano condannato per reati simili a quelli che anche lui ha commesso.

Ciò che chi indaga sta cercando di capire è se avesse premeditato il delitto. Elementi importanti in tal senso potranno emergere nel corso dell’analisi della sua auto, che arriverà dalla Germania nelle prossime ore. Lui, interrogato per due volte, ha detto di non riuscire a capire cosa gli sia “scattato nella testa”.