Lo ha annunciato tramite un lungo post pubblicato su Facebook. Isabella Conti, avvocata e sindaca di San Lazzaro di Savena, cittadina alle porte di Bologna, ha registrato il figlio di due papà, Noah. Nonostante il governo Meloni avesse deciso per lo stop alla trascrizioni dei bambini e delle bambine di coppie arcobaleno lo scorso marzo. “Una questione morale” l’ha definita la sindaca.
La sindaca Isabella Conti registra il figlio di due papà: il piccolo si chiama Noah
Isabella Conti, nel suo post pubblicato su Facebook, ha motivato la sua scelta. Noah ha 16 mesi, ha due papà, Pierfilippo e Nino e fino ad oggi, per il nostro Paese, non esisteva. “Un fantasma nel nostro ordinamento” ha scritto la sindaca.
Il problema nasce dal fatto che in Italia la fecondazione eterologa -ossia in cui uno o entrambi i gameti, ovulo o seme, provengono da donatori esterni alla coppia- è riconosciuta solo agli eterosessuali, sposati o conviventi. Quindi le coppie omogenitoriali spesso si recano all’estero per avere un figlio- nel caso di due papà tramite surrogata, pratica vietata in Italia- per poi richiedere il legame di parentela nel nostro Paese. Una possibilità al momento negata.
Quando Pierfilippo e Nino, i suoi genitori, mi hanno raccontato la loro storia, non mi è stato possibile restare indifferente. Oggi nel nostro Paese, i figli delle coppie omogenitoriali subiscono una contrazione dei loro diritti che può condannarli per sempre a non avere tutele e a non poter far valere il proprio status di figli nei confronti di coloro che hanno deciso di farli venire al mondo
spiega la prima cittadina di San Lazzaro di Savena. Infatti al momento, sottolinea, l’unico modo per riconoscere un figlio è l’adozione in casi particolari:
istituto giuridico assolutamente inidoneo sia perché nasce per disciplinare esclusivamente aspetti economici tra adottante e adottato sia perché per ottenere la pronuncia del tribunale passano anni. Anni nei quali tutto può succedere, dalla morte del genitore biologico (che condannerebbe il bambino ad essere affidato agli assistenti sociali, ad una casa famiglia o a un istituto perché ancora non si è perfezionato il rapporto adottivo con il genitore intenzionale), fino alla morte del genitore intenzionale.
Uno scenario in cui il bimbo non potrebbe più avere l’opportunità di essere riconosciuto come figlio. Ma non solo, spiega Conti: non avrebbe alcun diritto neanche come erede.
Un conforto dall’enciclica “Amoris Laetitia” di Papa Francesco
La sindaca Conti riferisce di aver trovato conforto “culturale e morale” nell’enciclica Amoris Laetitia di Papa Francesco. Interpretando le parole del Santo Padre al capitolo 8, citazione 270 dell’Evangelii Gaudium, che recita:
“rinunciamo a cercare quei ripari personali o comunitari che ci permettono di mantenerci a distanza dal nodo del dramma umano, affinché accettiamo veramente di entrare in contatto con l’esistenza concreta degli altri e conosciamo la forza della tenerezza. Quando lo facciamo, la vita ci si complica sempre meravigliosamente”.
Proprio per questo, spiega, è necessario mettere al centro i più fragili, come i bambini, dando loro la doppia tutela genitoriale.
Ricordando poi il suo impegno da sindaca rispettando determinati valori, Isabella Conti si dice convinta che tutti i bambini, indipendentemente dalla loro provenienza, debbano essere protetti in termini giuridici, ma anche etici e politici.
Infine, un augurio per il piccolo Noah e la sua famiglia:
Oggi, nel nostro comune, questo bimbo viene registrato con il suo nome e con entrambi i suoi genitori, nella speranza che possa trascorrere insieme ai suoi papà, alle sue nonne e nonni, alle sue zie e zii, alla sua famiglia tutta – che lo ama sopra ogni cosa e vive per lui – un Natale e una vita serena.
Un altro caso che coinvolge i figli delle coppie gay si è verificato a Padova, dove la Procura punta alla Corte Costituzionale.