Un controesame molto duro quello riservato oggi 13 dicembre alla studentessa ‘Silvia’ (nome di fantasia), la 23enne che ha accusato di violenza sessuale di gruppo Ciro Grillo, figlio del fondatore del M5S Beppe, e altri tre amici genovesi: Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria.

Questa mattina, nel tribunale di Tempio Pausania, la 23enne ha risposto alle domande dell’avvocato Antonella Cuccureddu, che difende Corsiglia insieme al collega Gennaro Velle.

Il legale della ragazza italo-norvegese, Dario Romano dello studio legale Bongiorno, ha definito le domande della difesa degli imputati “da Medioevo”.

Processo Ciro Grillo, in aula le domande della difesa a “Silvia”

Il legale della ragazza ha definito quella di oggi “un’udienza di ricordi puntuali e drammaticamente dolorosi”. infatti oggi la studentessa 23enne ha risposto alle domande dell’avvocato Cuccureddu, che ha riferito di molti “non ricordo” nel racconto della presunta vittima di stupro.

La ragazza non ricorda di aver baciato Ciro Grillo pur essendo stata vista da molteplici persone

ha evidenziato il legale questa sera al termine dell’udienza, che riprenderà domani 14 dicembre.

Non ricorda di aver messo le gambe su quelle del mio assistito in taxi, benché lo racconti la sua amica prima che in udienza anche al pubblico ministero e ai carabinieri. Non ricorda di essersi allontanata dalla casa coi ragazzi benché ci siano delle foto, che abbiamo anche visto in aula, dopo il primo episodio di atto sessuale, lasciando la sua amica in casa con uno di loro. Lei dice che non ricorda quest’episodio. Quindi, sostanzialmente, non ricorda quasi nulla dei fatti che sono documentati. Ricorda qualcosa soltanto di ciò che non ha una documentazione

ha dichiarato l’avvocato Cuccureddu. Le domande poste alla ragazza durante l’esame sono state piuttosto “intime”, dato che hanno fatto riferimento alle reazioni durante i rapporti orali, al modo in cui le erano stati sfilati gli slip, o al perché non avesse urlato durante la presunta violenza.

Nei processi si ricostruiscono i fatti, il fatto di cui discutiamo è di violenza sessuale. Non c’è niente di intimo in una violenza sessuale, se è tale, oppure è una cosa intima. O è una o è l’altra. Il processo si fa per capire se quanto è accaduto è una cosa intima o una violenza

ha risposto l’avvocato Cuccureddu, difendendo il proprio operato, a chi le aveva fatto notare l’insistenza sui particolari della notte “incriminata”, quella fra il 16 e il 17 luglio del 2019 in Costa Smeralda.

La difesa di Corsiglia: “Nessuna vittimizzazione”

L’avvocato Antonella Cuccureddu ha poi respinto le accuse di aver sottoposto la ragazza a un’ulteriore vittimizzazione.

l concetto di vittimizzazione parte da un presupposto, che ci sia una vittima. Il processo si fa per accertare se la vittima c’è o no, per accettare i fatti. Si deve chiedere che cosa è accaduto, segmento per segmento, perché se si salta un passaggio ovviamente si pregiudica il fatto che il giudice conosca quel passaggio. Il mio dovere è difendere una persona rappresentando al giudice tutti gli elementi che sono negli atti. Non ho inventato delle cose, ho fatto contestazioni su dichiarazioni della ragazza. Tutto ciò che ho chiesto l’ho fatto per fare contestazioni. Il problema è che oggi ha detto cose diverse rispetto a quanto dichiarato in precedenza

ha dichiarato.

La difesa infatti intende provare che i rapporti sessuali furono “consenzienti”. Domani potrebbero quindi essere mostrati in aula spezzoni di un video girato proprio dagli imputati quella notte.

Immagini che Silvia non ha mai voluto guardare e che la sua avvocata Giulia Bongiorno, a margine di una precedente udienza, aveva definito “sconvolgenti”.

Il legale dell’accusatrice Silvia: “La mia assistita è stata chiara: ha detto che si sentiva una preda”

L’avvocato della ragazza che ha accusato di stupro i quattro ragazzi ha definito quella di oggi “un’udienza di ricordi puntuali e drammaticamente dolorosi”.

Non entro nel merito delle domande poste dalle difese degli imputati. Dico solo che la teste ha detto chiaramente quello che è accaduto, in maniera precisa. Ha detto che si sentiva una preda

ha spiegato il legale Dario Romano. Che ha poi aggiunto, in riferimento alla possibilità che venga mostrato il video:

La testimone è disposizione del tribunale, ovviamente nel rispetto della sua persona. Sicuramente c’è una vittima che va rispettata.

La ragazza, in una precedente udienza, aveva raccontato che nei momenti dello stupro non riusciva più a sentire il suo corpo.