Era l’obiettivo per la difesa, Tare lo aveva individuato come l’uomo giusto per rinforzare il reparto arretrato biancoceleste. Breno Vinicius Borges, classe ’89, tre anni da dimenticare al Bayern e una casa in fiamme come apice di un disagio nato nel giorno del trasferimento dal San Paolo.

La Lazio lo aveva bloccato, sicura che la giustizia tedesca potesse essere flessibile e non condannare il giocatore. Niente da fare, oggi la sentenza è stata una doccia gelata per Breno e per la dirigenza capitolina che non si aspettava un epilogo simile. 3 anni e 9 mesi di reclusione per il brasiliano e addio a ogni progetto di ricominciare da capo. Era lui l’identikit scelto: giovane, con voglia di ricominciare e affermarsi in Europa dopo aver incantato in Brasile. Proprio da questo profilo, però, la Lazio potrebbe ripartire per piazzare il colpo in difesa. Un innesto serve: Dias e Biava –nell’ultima stagione- non hanno dato garanzie a livello fisico e di rendimento. Troppi infortuni, stop che hanno condizionato le prestazioni di quella che –nell’anno precedente- era stata una delle coppia più affiatate del campionato. Giovane, brasiliano e con tanta voglia di prendersi la ribalta, questo è Bruno Uvini, il nome nuovo del mercato biancoceleste.

21 anni compiuti il 3 giugno, un mondiale Under 20 conquistato con la fascia da capitano al braccio e colonna difensiva del San Paolo. Uvini è un giovane in rampa di lancio, in Brasile assicurano sia uno dei migliori prospetti del calcio verdeoro. Ha debuttato in prima squadra a 19 anni, si è subito guadagnato stima e considerazione. Secondo indiscrezioni raccolte in esclusiva dalla nostra redazione, Uvini è stato proposto alla Lazio poco più di una settimana fa, ma la trattativa non è decollata in attesa di sviluppi sul fronte Breno. Il San Paolo valuta il suo cartellino 3 milioni, ma è un prezzo che può essere trattato e limato al ribasso visti anche i buoni rapporti con il club Tricolor: “Si è vero, il giocatore è stato offerto al club biancoceleste ma in quel momento Tare voleva aspettare di conoscere il futuro del centrale del Bayern. Uvini, però, è piaciuto e molto al ds della Lazio e chissà che adesso non se ne possa riparlare”. Le parole di Emanuele Ricci, agente del difensore, rilasciate in Esclusiva ai nostri microfoni, sono più di un’apertura. Centrale possente, dal fisico statuario (alto un metro e 87), abile nel gioco aereo, Uvini è un pragmatico, non si lascia andare a ricami inutili. Non è velocissimo ma sopperisce con un buon senso tattico: “Bruno è un giocatore abituato a giocare sia nella difesa a tre che in una difesa a quattro. In Brasile gioca prevalentemente come perno centrale di un trio difensivo –ha continuato Ricci-,ma non ha nessuna difficoltà a giocare con un altro centrale accanto. Non è un difensore che esce palla al piede, non è come Dias. E’ un giocatore pratico”.

Il San Paolo è rassegnato a lasciarlo partire, vuole assecondare la voglia del ragazzo di confrontarsi con un palcoscenico prestigioso come può essere il campionato italiano. Uvini è reduce da quattro mesi al Tottenham, parentesi poco felice. In Italia piace a Roma, Parma e Udinese. “E’ andato in Inghilterra in prestito, ma gli Spurs non gli hanno mai dato la chance giusta, ha giocato nella squadra B ed è stato un po’ trascurato. Non si è trovato benissimo, è stato proiettato in una realtà completamente diversa da quella brasiliana. Il San Paolo non era convinto di lasciarlo andare, ma il giocatore aveva una grandissima voglia di provare”. L’Italia potrebbe essere il paese giusto per affermarsi, la terra adatta a un brasiliano che vuole diventare un punto di riferimento per la sua nazionale con la quale ha debuttato a maggio nella partita vinta (3-1) contro la Danimarca. Menezes se n’è invaghito, lo ha scelto anche per il “classico” contro l’Argentina.

Uvini ha passaporto italiano, non ci sarebbero problemi in caso di eventuale tesseramento. La Lazio lo monitora, il brasiliano è un nome che potrebbe tornare in auge se Lotito e Tare dovessero decidere di intervenire in difesa. Certo è che la Lazio è orientata su un giocatore giovane, un talento da blindare e sul quale costruire la difesa del futuro. Sono ore di riflessione, il caso Breno ha spiazzato e il fronte Yilmaz è caldissimo, poi si tenterà l’assalto a Balzaretti.

Se arrivasse il terzino, Radu potrebbe tornare a fare il centrale, anche se andranno valutate le intenzioni di Petkovic. Con la difesa a tre, l’innesto di un centrale sarebbe quasi obbligatorio. Uvini è una scommessa, in Brasile sono convinti che prenderlo sia un affare, un giovane di prospettiva -con ampi margini di miglioramento- sul quale investire. Chissà che poi la Lazio non possa ritrovarsi in casa il nuovo Dias.

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