Con la maglia dell’Inter addosso è cresciuto fino ad esplodere e mettere la sua firma nel calcio che conta. Carlo Muraro, o meglio ‘Carletto‘ per il popolo nerazzurro, ha scritto una pagina indelebile di storia. Ala sinistra rapidissima, a tratti imprendibile, con uno scatto impressionante tipo Speedy Gonzales: un mix straordinario di talento e velocità. Forte di testa, perfetto nei cross, in poco tempo ha fatto breccia nel cuore dei tifosi interisti. Uno scudetto e una Coppa Italia nel suo palmarés, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo ha intrapreso la carriera da allenatore e poi quella di opinionista tv. Per commentare la stagione della suqadra di Inzaghi e lo 0 a 0 di Inter-Real Sociedad di Champions, Muraro è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Inter-Real Sociedad, Muraro a Tag24

L’ultimo atto di questa prima parte di Champions League per l’Inter, finisce con uno scialbo 0 a 0. Contro la Real Sociedad, con il pass per gli ottavi di finale già in tasca, la squadra di Inzaghi non brilla come ci aveva abutuato in questa stagione e chiude al secondo posto in classifica. Il tecnico nerazzurro fa un turnover massiccio, per dare spazio anche a chi finora ha giocato meno, e probabilmente pensando già al prossimo impegno in campionato, ma la scelta non paga. Il rischio di pescare una big, al primo turno eliminatorio, è ovviamente altissimo. Ma anche l’Inter è un top club e affrontarla non sarà semplice per nessuno. Per commentare le scelte di Inzaghi, tornando su Inter-Real Sociedad, Muraro, che in nerazzurro ha vissuto gli anni più importanti della sua carriera, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Tra Inter e Real Sociedad non si va oltre lo 0 a 0. E’ esagerato dire che c’è delusione, vista la forza della compagine nerazzurra, per il secondo posto in Champions League?

“Non penso ci sia delusione perchè io non dò molta importanza al primo o al secondo posto. Se uno vuol vincere o comunque provare ad arrivare fino in fondo, deve superare anche gli ostacoli più difficili e battere chiunque. Certi cambiamenti fatti ieri nella formazione titolare, sono a mio avviso piccoli segnali. E’ evidente che al mister, di questo match, interessava relativamente, altrimenti avrebbe fatto giocare la squadra titolare come ha sempre fatto fino ad ora”.

A proposito di questo, Inzaghi ha fatto un turnover così massiccio perchè sta già pensando alla prossima sfida di campionato, in cui l’Inter affronterà la Lazio?

“Certo, un allenatore deve pensare anche a ciò che viene dopo. Deve fare tutte le valutazioni del caso e gestire al meglio la rosa a sua disposizione. Inzaghi ha fatto le sue scelte considerando tutti gli impegni della squadra e credo che abbia fatto bene. Il campionato è importantissimo, come lo è chiaramente anche la Champions, e gli sforzi e la condizione fisica e atletica di ogni singolo giocatore va misurata. Mi sembra che il mister sappia benissimo ciò che fa”.

L’Inter può essere l’ammazza campionato, come è stato il Napoli lo scorso anno, oppure la Juventus fa paura?

“La Juventus non ha le Coppe ed è la formazione che spende meno forze fisiche e mentali. Ha tutto il tempo per recuperare tra un match e l’altro e prepararsi al meglio e questo vuol dire molto. E’ una squadra solida, a cui è difficile fare gol. Ne realizza pochi, ma sono quelli che bastano per vincere. Insomma, Allegri con la sua squadra sono i primi rivali dell’Inter. Resta però il fatto che, sulla carta, i nerazzurri sono in assoluto i più forti. Non sempre però alla fine i più forti vincono”.

E’ un’Inter che dalla finale di Champions League della scorsa stagione ha acquisito grande consapevolezza nei propri mezzi ed è cresciuta in maniera esponenziale, complice anche qualche innesto dal mercato. Il cambiamento mentale di questa squadra parte da lì?

“Assolutamente sì, sono d’accordo con questa lettura. C’è però da dire che l’Inter ha anche dei grandissimi valori in campo, soprattutto a centrocampo. Penso sia un reparto che a poco da invidiare a tutti, e parlo anche dei maggiori top club europei. E’ vero però che da quella finale ha acquisito grande autostima e settimana dopo settimana si nota sempre di più sul campo. Ogni giocatore, in questo momento, toglie qualcosa a sè per darlo alla squadra e penso che questo sia l’aspetto più importante”.

Inzaghi in questi anni ha subìto più di qualche critica, ma ora è maturo abbastanza per guidare un club così forte?

“Credo che avesse anche diritto di avere un pò più di tempo per poter dimostrare il suo valore. Doveva conoscere l’ambiente e capire cosa significa giocare per vincere sempre. Pian, piano ha modificato il suo modo di dialogare con l’esterno e con i giocatori. Il suo credo è quello di arrivare al risultato anche tramite il bel gioco e ci sta riuscendo. Tanto di cappello a Inzaghi”.

Vista anche la sua esperienza, parliamo del reparto offensivo: Thuram e Lautaro sono una coppia straordinaria. Si aspettava un feeling simile in così poco tempo?

“Lautaro è uno degli attaccanti più bravi del mondo. E’ cresciuto stagione dopo stagione, sia in forza fisica che in mentalità e in cattiveria agonistica. Ora è il capitano ed è un trascinatore. Uno che dà tutto per la squadra e uno di quelli che, anche nei momenti difficili, trova la giocata per farti vincere. E’ capace di segnare di destro, di sinistro, in acrobazia o di testa; è completo. Poi è chiaro che anche per lui ci siano giornate no, ma spesso riesce a trasformare anche quelle. Thuram poi lo trovo il giocatore ottimale. Ci si aspettava molto da lui, vista l’assenza di Lukaku e sta dimostrando di essere un giocatore all’altezza. Conosce bene l’italiano e penso che questo lo abbia agevolato sin dal suo arrivo a Milano ad ambientarsi più velocemente. Ha forza fisica, aiuta molto la squadra ed è complementare alle caratteristiche di Lautaro”.