Macron vuole chiudere il 2023 con una legge contro l’immigrazione regolare ma in Francia è scontro per il testo ritenuto controverso. Il titolare dell’Eliseo ha ancora pochi giorni per riuscire a far approvare i provvedimenti ma rischia di scontrarsi con l’Assemblea Nazionale.
La legge sull’immigrazione di Macron divide la Francia
Il 2023 si chiude con l’Assemblea Nazionale che respinge il progetto di legge di Macron contro l’immigrazione irregolare e qualcuno parla già di ‘crisi politica‘. Il Parlamento ha respinto di recente il disegno di legge per il contenere gli arrivi dei migranti in Francia ed ora sarà necessario l’intervento di una commissione paritaria mista.
Il progetto di legge voluto fortemente dal titolare dell’Eliseo contiene misure considerate troppo oppressive da parte della sinistra radicale francese. Macron intanto non vuole sentire la parola ‘crisi’ – soprattutto in questo periodo – e parla di “incidente parlamentare“.
La speranza del presidente è di non dover ricorrere all’articolo 49.3 che consentirebbe al Governo di far approvare un disegno di legge anche senza una formale votazione in Assemblea: una soluzione che potrebbe sollevare tantissime polemiche e mettere a rischio il governo francese. Una soluzione bocciata dallo stesso presidente che anticipa:
“E’ fuori questione il ricorso al 49.3”
Escluso per ora lo scioglimento del Parlamento francese anche se alcuni dirigenti politici, stando a quanto riportato da Le Monde, avrebbero insistito.
Il lavoro della Commissione paritaria
Il governo punta sul voto della Commissione mista paritaria che sarà costituita da 7 deputati e 7 senatori: cinque eletti nel campo presidenziale
- quattro repubblicani
- due socialisti
- un centrista
- uno del Raggruppamento nazionale
- uno della France Insoumise
Si lavorerà sul testo adottato in prima lettura al Senato. Seguirà un voto dalla maggioranza di deputati e senatori. I repubblicani sono chiamati a rimuovere gli articoli giudicati incostituzionali mentre la maggioranza dovrà fare un passo avanti per accettare in parte ciò che ha rifiutato lunedì. Una vera e propria sfida se si considerano le anime che comporranno la commissione e il fatto che l’opposizione potrebbe continuare a fare muro.
La polemica contro l’opposizione
Sicuramente a Macron non è piaciuto l’ ‘ostruzionismo’ da parte del Partito socialista e dei Repubblicani. Il titolare dell’Eliseo ha liquidato entrambi gli schieramenti politici come “incoerenti” e uniti esclusivamente dalla volontà di mettere i bastoni fra le ruote al suo governo.
Il voto del Parlamento francese ha però fortemente destabilizzato alcuni ministri: Darmanin ha presentato le sue dimissioni ma Macron le ha respinte. Sebbene l’Eliseo cerchi di negare qualunque parvenza di crisi o di situazione di impasse sembra che Macron sia caduto nella stessa spirale di inizio anno quando si discuteva di tagli alle pensioni.
Non restano allora che gli appelli alle forze politiche per evitare ulteriori problemi. Il presidente si è rivolto in particolare ai Repubblicani invitandoli a lavorare con lealtà, sincerità e trasparenza oltre che con apertura mentale. I tempi nel stringono e sembra davvero difficile che la legge possa vedere la luce prima del 2024.