Arriva dal rapporto della Fondazione Migrantes l’ultima denuncia delle misure a dir poco inadeguate di Unione Europea e Italia in materia di migranti e rifugiati. Un quadro durissimo che segnala come, a fronte di un aumento dei flussi migratori globali, le frontiere dell’Unione e, in particolare, dell’Italia siano sempre più chiuse. E i morti nel Mediterraneo aumentano di conseguenza.

Rapporto Migrantes, record di migranti nel mondo (114 milioni): 1 abitante su 71

Uno schiaffo in faccia alle parole, alle foto di rito, ai trattati promessi e annunciati ma vuoti.

È un quadro drammatico e un vero e proprio atto d’accusa quello che emerge dalla settima edizione del rapporto della Fondazione Migrantes intitolato ‘Il diritto d’asilo. Report 2023. Liberi di scegliere se migrare o restare?’

Presentato oggi, 13 dicembre 2023, all’Università gregoriana di Roma, il report certifica quanto già emerso dai dati comunicati da Frontex, relativi ai flussi migratori diretti verso l’Unione Europea, attestati su 355mila arrivi di migranti irregolari.

Una cifra record che trova il suo corrispettivo nel numero globale di rifugiati, richiedenti asilo e sfollati interni che, secondo i dati dell’Unhcr (l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati), ha raggiunto il numero di 114 milioni di persone. In partica, 1 abitante del mondo su 71.

Aumentano i migranti ma non l’accoglienza: record di morti nel Mediterraneo

Nel 2022, la cifra totale di questo sradicamento forzato era stata di 108,4 milioni (1 abitante su 74).

La causa di questo aumento è da rintracciare nella crescente instabilità globale, con conflitti la cui portata distruttrice diventa sempre più grave, come risulta evidente da quanto accade in Ucraina e nella Striscia di Gaza.

Tensioni che, unite alle crisi economiche conseguenti, rendono le persone sempre meno libere di compiere una scelta che troppe volte si dà per scontata: quella tra restare nel proprio Paese o andarsene.

Il report diventa tragico quando, a fronte di questi numeri, gli affianca quelli relativi alle morti nel Mar Mediterraneo, una delle rotte migratorie principali verso il Vecchio Continente. Ad agosto 2023, infatti, la stima (minima) dei migranti morti o dispersi era oltre le 2mila e 300 persone. Un numero sconvolgente perché già vicinissimo a quello registrato in tutto il 2022, dove i decessi e i dispersi erano stati 2milla 400.

“A pagare il tributo più pesante sono coloro che tentano la traversata del Mediterraneo centrale, sulla rotta che porta verso l’Italia e Malta”.

La pericolosità di queste rotte è certificata anche dalle continue denunce delle Ong, che mettono sul banco degli imputati proprio le politiche di Unione Europea e Italia.

Il report si unisce alla denuncia, sottolineando come l’Ue e i suoi Stati membri non facciano molto per favorire vie di fuga sicure o rapidi processi di accoglienza o, ancora, per contrastare le violazioni dei diritti umani che si verificano ai confini, ma prediligano politiche “di isolamento e di esclusione.

“Non si può fare a meno di constatare, con amarezza, che le politiche europee e del nostro Paese stanno facendo di tutto per limitare l’ingresso a chi è in cerca di protezione. Benché esso sia tutelato da stringenti convenzioni internazionali, si accumulano le nuove norme che rendono più difficile sia l’accesso al territorio sia la possibilità, per chi ce l’ha fatta ad arrivare, di essere realmente riconosciuto e preso in carico”.

Accuse pesanti e dolorose, che fotografano non eccezioni ma un vero e proprio sistema basato su decisioni politiche. Un sistema che si può definire disumano.