Quello del vino è un settore in costante evoluzione, che necessita non solo di standard di qualità sempre più elevati, ma anche di una crescente innovazione e di competenze più specifiche. I produttori di vino, per riuscire a soddisfare tali necessità, si possono affidare al giorno d’oggi all’intelligenza artificiale, un alleato che si sta dimostrando davvero prezioso. Stiamo parlando di una tecnologia per mezzo della quale è possibile realizzare sistemi che, in maniera assistita o del tutto autonoma, sono capaci di risolvere problemi, di ragionale e di apprendere. Nel comparto vitivinicolo l’intelligenza artificiale si presta ad essere applicata in molteplici ambiti: non solo la comunicazione, ma anche la vendita, la degustazione e la produzione.

I cambiamenti nel presente e nel futuro

La cantina è senza dubbio uno dei contesti nei quali si può rivelare più utile l’intelligenza artificiale, che di conseguenza può offrire un prezioso contributo per tutte le fasi più importanti che riguardano la produzione del vino. In particolare i produttori, tramite l’intelligenza artificiale, hanno l’opportunità di raccogliere ed esaminare una consistente mole di dati riguardanti le condizioni ambientali e non solo: informazioni relative, per esempio, al tempo di invecchiamento, alla fermentazione, all’umidità e alla temperatura. Sono tutti dati che si possono impiegare, in seguito, per individuare gli aspetti che incidono sulla qualità del vino, in modo che il processo di produzione possa essere migliorato.

Il contributo dell’intelligenza artificiale

Ecco, allora, che l’intelligenza artificiale è utile per il dosaggio dei lieviti, che può arrivare a essere ottimizzato; essa, inoltre, permette di monitorare il livello di ossigeno, aiuta a regolare il grado alcolico ed è fondamentale per la prevenzione delle malattie che possono colpire le uve. Si può ricorrere all’intelligenza artificiale anche per lo sviluppo di modelli di previsione che riguardano la domanda di vino, così che i produttori riescano a gestire le scorte in maniera più efficace, limitando gli sprechi. Lo scopo è arrivare a vini di qualità elevata con costi di produzione più bassi e rendimenti più elevati. Capire il processo produttivo in modo più approfondita serve anche a mantenere la tradizione vitivinicola.

La comunicazione

Il rapporto tra intelligenza artificiale e mercato del vino si concretizza anche nel settore della comunicazione, tanto dal punto di vista dei produttori quanto dal punto di vista dei consumatori: proviamo a capire il perché. L’intelligenza artificiale può essere impiegata dai produttori per realizzare contenuti intriganti e originali: si può trattare non solo di immagini o testi, ma anche di podcast o video. Tali contenuti, in seguito, possono essere diffusi tramite vari canali digitali, che di volta in volta possono essere le piattaforme di commercio elettronico, i social network o semplicemente dei siti web, al fine di raggiungere una platea di lettori eterogenea e più grande. Dal lato dei consumatori, poi, l’intelligenza artificiale aiuta a informarsi e a ottenere nozioni riguardanti il comparto del vino, in virtù di sistemi personalizzati e interattivi. In particolare, si possono porre domande ad assistenti vocali o chatbot, che sono anche in grado di fornire consigli per gli acquisti oppure permettono di conoscere vini nuovi.

Le sfide da affrontare

È chiaro, in ogni caso, che l’intelligenza artificiale non potrà mai prendere il posto degli esseri umani; sarà, invece, solo un supporto a integrazione dell’attività e della creatività umana. La produzione di vino ha bisogno di esperienza e di passione, e una tradizione secolare non può essere cancellata con un colpo di spugna. È auspicabile, poi, che si utilizzi l’intelligenza artificiale con un approccio etico e nel rispetto della qualità dei contenuti: vietato, insomma, manipolare o ingannare i consumatori, i quali invece devono essere informati e coinvolti sulla base di un approccio responsabile e al tempo stesso trasparente. Infine, l’intelligenza artificiale deve presentare due caratteristiche da cui non si può prescindere: l’inclusività e l’accessibilità.

Brindando.com e lo storytelling enogastronomico

Un punto di riferimento in materia di storytelling enogastronomico è il blog Brindando.com, che propone alle attività commerciali del settore la possibilità di pubblicare post che ne promuovano la visibilità. I lettori, invece, hanno la certezza di trovare sul blog contenuti di qualità redatti da esperti e professionisti, con storie e news che parlano di viaggi, di cibo e di vino.