Il mondo del calcio dice addio ad Antonio Juliano, leggenda e capitano del Napoli: la causa della morte una malattia che l’ex centrocampista e dirigente stava combattendo ormai da tempo. Aveva 80 anni.
Antonio Juliano: causa della morte e malattia
Napoli e tutto il mondo del calcio piangono la morte di Antonio Juliano, detto “Totonno”. L’ex centrocampista azzurro aveva 80 anni, la causa della morte una malattia che lo aveva costretto al ricovero negli ultimi giorni visto il progressivo e rapido peggioramento.
Da qui a pochi giorni avrebbe compiuto 81 anni, essendo nato il 26 dicembre del 1942 anche se all’anagrafe fu segnato dai genitori il 1° gennaio 1943, visti i tempi di guerra che correvano in quegli anni lì.
Un grande lutto che ha sconvolto tutti e che si sta manifestando in gesti di stima e affetto verso l’uomo e il giocatore che era, una leggenda nonché il capitano del Napoli per diversi anni. Gran parte della sua carriera, infatti, si è sviluppata nel capoluogo campano lì dove ha vissuto ben 17 stagioni.
Una bandiera azzurra che ha portato numerosi trofei in bacheca, tra cui due Coppe Italia, nel 1961/62 e nel 1975/76, una Coppa di Lega Italo-Inglese nel 1976 e una Coppa delle Alpi nel 1966. Un palmares di tutto rispetto, senza dimenticare che sfiorò in più occasioni anche lo Scudetto.
Al cordoglio per il dolore della sua scomparsa puntuale il comunicato del Napoli che omaggia la sua figura storica con un bel messaggio di saluti:
Una carriera di tutto rispetto per la leggenda del Napoli
Un centrocampista di classe e di grande eleganza, dotato di visione di gioco e di qualità, Juliano era questo e tanto altro. Il capitano del Napoli fu anche convocato in Nazionale: ben 18 le presenze lungo la sua carriera nonché primo napoletano della storia ad essere chiamato dall’Italia.
Vero e proprio leader con temperamento e compattezza come ha ammesso lo stesso Dino Zoff, suo compagno di Nazionale, in tempi non sospetti. Caratteristiche che hanno permesso di guidare l’Italia verso la vittoria dell’Europeo nel 1968 e a sfiorare i Mondiali nel 1970, quando gli azzurri persero contro il Brasile in finale.
Giocò con il Napoli dal 1961 al 1978, data in cui si trasferì a Bologna per concludere la sua carriera. In parabola discendente, con i rossoblù giocò collezionò soltanto 15 presenze prima di appendere le scarpette al chiodo.
In totale Totonno giocò 394 partite di campionato, con 26 reti all’attivo. Nello specifico, con il Napoli, tra Serie A e coppe, andò oltre le 500 le presenze diventando una vera e propria leggenda del calcio partenopeo.
Terminata la sua carriera da giocatore Juliano iniziò quella da dirigente, a cui si deve l’arrivo di diversi campioni negli anni ’80. Nelle vesti di Direttore Tecnico portò a Napoli l’olandese Ruud Krol, che divenne uno dei perni del centrocampo azzurro, e convinse Ferlaino a prendere Diego Armando Maradona dal Barcellona superando le sue remore caratteriali.
Le divergenze continue con il presidente, però, lo allontanarono sempre più dalla società fino a interrompere definitivamente i rapporti dal punto di vista lavorativo nella stagione 84/85, proprio quella dell’esordio del Pibe de oro.
Con il curriculum di tutto rispetto Juliano è stato richiesto in diverse trasmissioni come opinionista e come ospite per trattare di argomenti calcistici e, più in particolare, dell’universo napoletano con cui è sempre stato a stretto contatto.
Poi la malattia che lo avrebbe costretto prima a ridurre le presenze in publico e le ospitate televisive, poi al ricovero in ospedale per l’aggravarsi delle condizioni. Un peggioramento che ha avuto la meglio fino a spegnerlo a poco meno di due settimane dal suo 81esimo compleanno.