Vivere con un costante senso di paura e timore, può farti ammalare. Questi sentimenti possono avere conseguenze significative sulla salute.

Sempre più ricerche evidenziano gli impatti negativi che la paura prolungata può avere sul nostro corpo e sulla mente.

Scopri come l’eccessiva paura può farti ammalare e come gestirla.

Come la paura può farti ammalare

Prima il Covid, ora la guerra, di nuovo la minaccia di terrorismo. Secondo i neuroscienziati, la paura prolungata può far ammalare.

Il nostro sistema di paura è in realtà progettato in modo tale da reagire solo alle minacce a breve termine, attaccando o scappando. Non siamo progettati per avere paura per troppo tempo. Il rischio è che il corpo reagisca con delle patologie.

La paura è un’emozione normale e che ha funzioni importanti. Il problema, però, è che problemi come la pandemia, le guerre, il terrorismo, durano anni, e quindi non è possibile attaccare o fuggire.

Se queste condizioni durano a lungo, possono davvero farci ammalare fisicamente. Il corpo, infatti, finisce per rilasciare troppo cortisolo, che può indebolire il sistema immunitario. Le reazioni allo stress a lungo termine sono dannose per il corpo.

Le conseguenze possono essere:

  • insonnia;
  • angoscia;
  • irrequietezza;
  • problemi di stomaco;
  • aumento di peso;
  • problemi cardiovascolari;
  • ipertensione arteriosa.

È quindi molto importante mantenere i livelli di cortisolo in un sano equilibrio, anche controllando la propria paura a lungo termine.

Come evitare di farsi sopraffare dalla paura

Da un lato è importante rendersi conto che molti scenari di minaccia esistenti, non attentano direttamente alla tua vita.

È inoltre opportuno non guardare il telegiornale prima di andare a letto, ma rilassarsi almeno un’ora prima e fare qualcosa di piacevole, come ascoltare musica. Il sonno ristoratore è importante, ed è una sorta di disciplina che dobbiamo esercitare.

La decisione di evitare la negatività nei media non significa chiudersi alle notizie, ma piuttosto proteggere la propria salute mentale e il proprio benessere emotivo.

Esistono molte prove che suggeriscono come l’eccessiva esposizione a notizie negative possa avere un impatto negativo sulla salute mentale delle persone, contribuendo a sensazioni di impotenza e disperazione.

Le costanti cattive notizie possono aumentare la paura e influenzare la nostra percezione del mondo e delle persone, portandoci a sviluppare sentimenti di pessimismo, rabbia o sfiducia.

Il cervello, inoltre, registra ed elabora tutte queste informazioni in modi complessi e diversi. Anche se potremmo non reagire immediatamente con emozioni intense, assorbiamo comunque queste informazioni, influenzando il nostro stato d’animo e il nostro pensiero.

La paura è un sentimento umano centrale e vitale. Ad esempio, molte persone sono preoccupate per la paura dell’incertezza economica, della violenza, del terrore, ma anche della globalizzazione o della digitalizzazione e della complessità ad essa associata.

Il punto di partenza delle paure è spesso l’impressione di non riuscire a controllare qualcosa. Tuttavia, la paura non sempre è patologica.

Lo diventa quando si trasforma in ansia e quando le persone non sono in grado di controllare i propri pensieri e sentimenti quando hanno paura.

Le paure che richiedono un trattamento (psicologico o psichiatrico) possono manifestarsi in modo molto violento sotto forma di un attacco di panico, che appare apparentemente dal nulla ed è accompagnato da mancanza di respiro e ansia, nonché vertigini e persino paura della morte. D’altro canto, le paure patologiche possono manifestarsi anche “nel silenzio”.

Si manifestano quindi sotto forma di estenuanti riflessioni che non possono essere controllate o disattivate.

La tensione fisica permanente e la simultanea incapacità di rilassarsi si verificano insieme ad altri sintomi fisici di stress e questo rovina la vita quotidiana.

Alcune soluzioni possono essere la meditazione, lo yoga, esercizi di respirazione, training autogeno. Ma se tutto ciò non dovesse bastare, bisogna rivolgersi ad uno psicoterapeuta ed iniziare un percorso di terapia cognitivo-comportamentale che si è rivelata estremamente efficace in questi casi.