Il bacio sotto il vischio rappresenta uno degli imprescindibili rituali natalizi (e di fine anno). L’origine di questa usanza è affascinante, poiché nella tradizione nordica il vischio, inizialmente, era legato al concetto di morte, e naturalmente, in natura, è una pianta semi-parassitaria.
Perché ci si bacia sotto al vischio?
Nella mitologia norrena, il vischio è collegato a Baldur, fratello minore di Thor, il dio del martello. La madre di Baldur, Frigg, prevedendo la tragica fine del figlio, chiese a tutti gli esseri viventi e non di giurare di non nuocere al figlio. Tuttavia, il vischio, per errore o per essere ignorato, venne escluso da questo giuramento universale, diventando così la chiave per la tragedia.
Loki, il dio dell’inganno, approfittò di questa esclusione creando con il vischio dardi velenosi, consegnandoli poi a Hǫðr, il fratello cieco di Baldur. Utilizzando queste frecce, Hǫðr, invitato a partecipare a un gioco degli dei, colpì involontariamente Baldur, che a causa del giuramento era praticamente invulnerabile. La freccia di vischio lo colpì mortalmente. Le lacrime di Frigg si trasformarono nelle bacche di vischio, appese alle porte in segno di rispetto e memoria.
Secondo altre leggende, Frigg, desiderosa di mascherare l’errore che aveva causato la morte del figlio, dichiarò il vischio come simbolo di amore universale, promuovendo il bacio sotto di esso.
I Celti attribuivano significati positivi alla pianta: per i druidi, simboleggiava la fertilità. Enea nell’Eneide, secondo la leggenda, utilizzò un “ramo d’oro” (forse simbolico del vischio) per discendere negli inferi mentre era ancora in vita, conferendo al vischio sempreverde il simbolismo della vitalità contro la morte.
Perché si appende il vischio durante le feste natalizie?
L’usanza di appendere il vischio durante le festività natalizie e di fine anno risale all’Inghilterra del tardo Ottocento, con il primo riferimento scritto sull’usanza del bacio attribuito a Charles Dickens nel 1836. Il vischio (Viscum album) ha sempre catturato l’immaginazione delle persone, essendo una pianta perenne che può fiorire anche in inverno su alberi spogli, evidenziando un contrasto tra la sua vitalità e la stagione invernale.
Il vischio è un emiparassita che cresce sui rami degli alberi sfruttando le loro risorse per vivere. Sebbene le sue foglie contengano clorofilla e possano compiere la fotosintesi, il vischio non può produrre azoto da solo, quindi lo sottrae dalle sue piante ospiti insieme ad altri nutrienti. In sostanza, sebbene produca alcune risorse, dipende dall’energia degli altri alberi (senza causare loro danni significativi) per prosperare.