Si celebra oggi, come ogni 13 dicembre dell’anno, la Giornata mondiale del violino. Si tratta di una ricorrenza importante che mette al centro proprio questo particolare strumento molto amato e apprezzato. Non tutti sanno però che la celebrazione racchiude in sé delle storie uniche e particolari. Scopriamo allora insieme tutte le curiosità e vediamo ciò che c’è da sapere su questa Giornata speciale.

Giornata mondiale del violino: la storia

Dietro alla Giornata mondiale del violino, che cade ogni anno il 13 dicembre, si celano storie molto interessanti. La ricorrenza viene celebrata in diversi Stati. In Italia è particolamente sentita nella città di Cremona, la città che vanta il titolo di capitale mondiale della liuteria. Qui infatti ci sono ancora oggi oltre 150 botteghe.

Non sembra esserci un motivo preciso dietro alla scelta di celebrare la ricorrenza dedicata al violino in questa particolare data. Il 13 dicembre inoltre, in Italia e nel mondo, si festeggia Santa Lucia. Quello che è certo è che stiamo parlando di uno strumento utilizzato da secoli e molto amato da incredibili musicisti, ma anche da semplici cittadini.

A Genova oggi è custodito, a Palazzo Tursi, in una teca blindata e ad una determinata temperatura (per preservare il legno) il famoso violino di Niccolò Paganini, uno dei più grandi musicisti di sempre. Lo strumento è definito da molti “misterioso” e, al tempo stesso, ha una grandissima ed incredibile potenza evocativa.

Paganini però non è l’unico musicista che viene ricordato in questa Giornata. Legato alla ricorrenza e al mondo dei violini in generale è anche un altro famoso artista. Si tratta di Jean Marie Leclair, uno dei più virtuosi suonatori di violino vissuto nel Settecento.

Il violino di Leclair

Si narra che il musicista e compositore francese, durante la sua permanenza in Italia, aveva acquistato un violino Stradivari con un suono angelico. Era soprannominato “La voce dell’angelo”, come ricorda oggi che il giornale La Nazione. Jean Marie Leclair e il violino diventarono inseparabili. Erano una cosa sola.

Al tempo stesso però pare che il musicista avesse un lato buio e oscuro. Egli infatti trascorse l’ultima parte della sua vita rinchiuso all’interno della propria casa a Parigi. Si dice che fosse tormentato da malattie immaginarie. Qualcuno oggi lo avrebbe definito un soggetto “ipocondriaco e paranoico”.

Il musicista aveva deciso di non incontrare nessuno, di non ospitare nessuno nella propria casa, di non uscire e di stare sempre da solo. A fargli compagnia c’era solo il suo amatissimo violino, con il quale viveva praticamente in simbiosi. Lo suonava tutto il giorno.

La storia prosegue poi con un tragico avvenimento. Una notte come tante altre una persona si introdusse nella sua casa e lo uccise colpendolo con un coltello affilato. Pare che l’uomo sia stato colto di sorpresa e colpito alla schiena.

A questo punto si racconta che mentre il musicista era moribondo e riverso a terra, con un ultimo respiro cercò di avvicinarsi al proprio violino per abbracciarlo. Questo era stato l’ennesimo segnale del grande amore che Jean Marie Leclair nutriva per il suo strumento.

Il “violino nero”

Pare poi che passarono mesi prima che il corpo dell’artista venne ritrovato, dal momento che abitava da solo e non aveva contatti con l’esterno. Quando il cadavere dell’uomo venne rinvenuto, si trovava già in avanzato stato di decomposizione. La sua mano era appoggiata sullo Stradivari.

Da questa mano però era uscito del sangue della vittima, il quale aveva corroso parte dello strumento. Il legno in quella zona era più sottile, quando è stato ritrovato il corpo del musicista. Si creò così un’impronta scura che non venne mia. Da quel momento l’amato strumento di Jean Marie Leclair venne soprannominato “il violino nero”.

Esso poi passò di mano in mano e attraverso secoli di storia. Nel Novecento si smise di utilizzarlo e si decise di collezionarlo a dovere. Oggi è di proprietà del noto violinista Guido Rimonda.