Il Napoli a singhiozzo, in più riprese, per tutto l’arco della sua carriera. Raffaele Di Fusco ha vestito azzurro sin dalle giovanili e fino alla sua seconda giovinezza, quella in cui ha deciso di intraprendere il percorso da allenatore dei portieri. Uomo squadra, persona per bene, tutti lo ricordano come lo storico dodicesimo prima, durante e dopo Maradona. Con il club partenopeo dal 1977 al 1998, nel mezzo le esperienze al Vicenza, al Catanzaro e al Torino. Per commentare la difficile stagione degli azzurri e la prossima gara di Champions League, Napoli-Braga, Di Fusco è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Napoli-Braga, Di Fusco a Tag24
Tre sconfitte consecutive in tre big match. Dal suo arrivo sulla panchina del Napoli, Mazzarri ha incontrato tante difficoltà e dopo aver vinto all’esordio con l’Atalanta, si è dovuto chinare davanti a Inter e Juventus in campionato e Real Madrid in Champions. Eppure, nonostante le sconfitte, le prestazioni hanno mostrato una squadra più solida e viva rispetto al passato, che a tratti ha ritrovato trame di gioco interessanti, che fanno ben sperare per il futuro. Il match per dimostrare di essere cambiati, è quello di questa sera. Al Maradona gli azzurri dovranno vedersela col Braga per strappare il pass degli ottavi di finale. A capitan Di Lorenzo e compagni basta un punto per essere certi del passaggio del turno, ma entrare in campo per vincere e convincere è d’obbligo. Per commentare Napoli-Braga, Di Fusco, che ha difeso i pali del club per anni, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
I risultati finora non sono arrivati, ma hai la sensazione che il Napoli sia in crescita e che l’arrivo di Mazzarri stia servendo a questa squadra?
“Assolutamente sì. Il cambiamento è netto ed evidente e questa squadra si sta riavvicinando a quella che era lo scorso anno. Purtroppo il Napoli in difesa è messo molto male, anche a causa degli infortuni, ma sono convinto che sia in ripresa almeno dal punto di vista del gioco. Se andiamo sui singoli però è evidente che c’è una preparazione fisica da recuperare. C’è tanto lavoro da fare. Dal suo arrivo, Mazzarri ha cercato di risollevare questi ragazzi dal punto di vista tattico, rimettendo a posto le cose. Ora si dovrà concentrare sull’aspetto fisico e mentale. Quando non hai una preparazione adeguata, la stanchezza alza molto il margine d’errore e questo è il motivo per cui il Napoli commette molti più sbagli rispetto al passato”.
Il problema principale è la difesa?
“In difesa purtroppo siamo rattoppati. Tanti errori commessi quest’anno sono arrivati perchè, se consideriamo l’11 di base, il Napoli rispetto allo scorso anno si è indebolito. Forse è più forte nella rosa completa e nelle sostituzioni, ma sostituire Kim con Natan è impensabile. Il coreano recuperava tantissimi palloni e ora ce ne rendiamo conto, comandava la difesa e spesso ci metteva una toppa”.
Questo influisce chiaramente anche nelle prestazioni di Meret, che spesso viene criticato?
“Ma certo, quando parliamo di reparto difensivo dobbiamo includere anche il portiere. Se davanti abbiamo una difesa organizzata è più semplice. Quando il portiere riesce a mantenere ordinata la difesa, ha già fatto tre quarti del lavoro. Fino allo scorso anno però, il Napoli ha sempre avuto un leader difensivo. Prima Albiol, poi Koulibaly e infine Kim. Ora che non c’è più un giocatore di questo calibro, la differenza si nota e ci va di mezzo anche il portiere, che spesso assume una certa posizione anche in base allo sviluppo dell’azione difensiva”.
Anche perchè altrimenti, senza questa spiegazione, l’involuzione di Meret sarebbe incredibile…
“Io sono sempre stato un grande estimatore di Meret e in questi anni l’ho sempre difeso. Questo ragazzo però non è riuscito a fare il salto di qualità che ora era necessario. Doveva essere la stagione decisiva, della consacrazione, vista la tranquillità del ruolo e l’esperienza maturata. Purtroppo invece sta avendo difficoltà e non sta compiendo il passaggio da ottimo portiere a grande portiere. Quando si dice ‘poteva fare di più’, è perchè ci si aspetta che possa metterci una toppa. Servono parate come quelle di Szczesny, e di Maignan per dimostrare di essere grande”.
Questa sera per il Napoli sarà una partita importantissima, contro il Braga, per risollevare le sorti della stagione e qualificarsi in Champions?
“E’ una partita importantissima per tanti aspetti. Sia perchè andare avanti in Champions è fondamentale, ma anche dal punto di vista morale perchè il Napoli arriva da tre sconfitte. Vincere dimostrerebbe che la squadra è ancora forte, che non sta così male. Spesso le cose non riescono e se sbagli una virgola vieni punito. Servirebbe, ad esempio una grandissima prestazione di Kvara. Non solo per il passaggio del turno ma perchè evidente che questo ragazzo è in difficoltà. D’altronde non ha più l’appoggio a sinistra. Mario Rui oppure Olivera, andando avanti, gli portano via un uomo sulla fascia che invece così va a raddoppiare e triplicare il georgiano. In queste partite è importante anche il singolo. Con il Braga si può ritrovare morale e risultato, che alla fine nel calcio è ciò che conta”.
Guardando al campionato, visto come è andata con Inter e Juventus, si ridimensionano gli obiettivi del Napoli che ora non deve più pensare allo scudetto ma a centrare i primi quattro posti per tornare in Champions?
“Beh credo che per lo scudetto ormai dovrebbe avvenire un miracolo. Inter e Juventus sono squadre forti e solidissime. I nerazzurri hanno una rosa pazzesca e la consapevolezza di essere forti, sono un rullo compressore. I bianconeri invece non sono spettacolari, su questo sono simili alla Roma, ma comunque molto forti. La formazione di Inzaghi ha reparti di eccellenza, gioca bene, pressa alto e può competere ai massimi livelli anche in Europa. Per questi motivi, l’obiettivo massimo per il Napoli deve essere la qualificazione in Champions che non è affatto facile”.